Strappo Ue, il no di Renzi a Merkel e Hollande: poco su crescita e immigrazione

Matteo Renzi
Matteo Renzi
di David Carretta
Sabato 17 Settembre 2016, 08:13 - Ultimo agg. 13:16
4 Minuti di Lettura

BRUXELLES Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ieri ha rotto i ranghi dell'Unione Europea, nel primo vertice informale dopo la Brexit che avrebbe dovuto mostrare l'unità dei 27 per rilanciare il progetto di integrazione comunitaria. «Non devo fare una recita a copione per far vedere che siamo tutti uniti», ha detto Renzi, mentre Angela Merkel e François Hollande tenevano una conferenza stampa congiunta per sottolineare lo spirito di «collaborazione» dell'incontro di Bratislava. «Io non sono disponibile a partecipare all'atteggiamento perbenista di chi dice il summit è andato bene, che va tutto bene», ha spiegato il presidente del Consiglio.

La dichiarazione adottata dai capi di Stato e di governo contiene una road-map con misure da attuare nei prossimi mesi su immigrazione, sicurezza ed economia. Ma i temi più controversi distribuzione dei rifugiati, riforma di Dublino, modifica dei trattati, flessibilità e Fiscal compact sono stati tenuti fuori dall'agenda ufficiale. «Non sono soddisfatto delle conclusioni del vertice sulla crescita e l'immigrazione. Non posso andare in conferenza stampa» con Merkel e Hollande «se non condivido alcune cose», ha affermato Renzi.

La spaccatura è profonda, anche se il presidente del Consiglio si dice ottimista sulle «possibilità dell'Europa», in particolare in vista del vertice informale che si terrà a Roma nel marzo 2017 per celebrare i 60 anni dalla firma del trattato. «Per l'Italia iniziano sei mesi impegnativi». Anche se il Regno Unito «ha deciso di andarsene, l'Ue resta indispensabile per tutti noi», hanno detto i leader nella dichiarazione di Bratislava: «siamo determinati a fare dell'Ue a 27 un successo, costruendo sulla base della nostra storia comune».
 
I leader si sono impegnati a «offrire ai cittadini una visione di un'Ue attrattiva in cui possano avere fiducia». Ma la road-map del vertice appare poco ambiziosa. Sull'immigrazione, i leader hanno promesso di rafforzare la frontiera tra Bulgaria e Turchia e di lanciare entro la fine dell'anno i guardia-coste e guardia-frontiera targati Ue. La promessa di accelerare sui migration compact con i paesi terzi in particolare il Nord Africa per ridurre i flussi e aumentare i rimpatri non è bastata a Renzi. «Definire passo avanti il documento sui migranti di oggi richiede qualche forma di fantasia, da funamboli del vocabolario: si sono ridette le solite cose», ha spiegato il presidente del Consiglio. Anche sulla sicurezza e il terrorismo, la road-map non contiene nulla di nuovo. I 27 si sono impegnati a rafforzare la cooperazione tra servizi di intelligence e ad introdurre controlli sistematici nei confronti di chiunque attraversi la frontiera esterna dell'Ue.

IL TABÙ DELL'ECONOMIA
È soprattutto sul capitolo economico che, secondo l'Italia, Bratislava ha lasciato a desiderare. La discussione sul Patto di Stabilità, il Fiscal Compact e il rafforzamento della zona euro è tabù, nel momento in cui Francia e Germania si preparano a elezioni presidenziali e politiche. L'obiettivo dichiarato della road-map è di «creare un futuro economico promettente per tutti, salvaguardare il nostro stile di vita e fornire migliori opportunità ai giovani». Ma, aldilà del raddoppio del fondo di investimenti di Jean-Claude Juncker, non ci sono impegni concreti. «Dobbiamo avere consapevolezza che la filosofia dell'austerity a tutti i costi in Europa non ha funzionato, lo dicono i numeri», ha sottolineato Renzi: «Ora si deve decidere che fare con il Fiscal compact. Dopo 5 anni va a scadenza. Dobbiamo decidere se ha futuro o no. Io credo di no».

Gli altri leader hanno invece cercato di mascherare le divisioni sulle questioni più controverse, parlando di cooperazione e risultati concreti. «Bratislava è il punto di partenza di un lavoro intenso», ha detto Merkel. «L'Europa può e deve avanzare con priorità chiare e che corrispondono alle aspirazioni dei suoi cittadini: protezione, sicurezza, prosperità, gioventù», secondo Hollande.

LA SPERANZA DI TUSK
Per il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, dopo il vertice si può dire «che c'è speranza» per l'Ue.

Ma, mentre Tusk e Juncker parlavano, è arrivato l'ultimo avvertimento di Renzi su twitter: «Passo in avanti, ma piccolo piccolo. Troppo poco. Senza cambiare politiche su economia e immigrazione, l'Europa rischia molto».

© RIPRODUZIONE RISERVATA