Vivendi-Telecom, i paletti del governo. Gentiloni: «Pronti a tutelare la rete telefonica di Sparkle»

Vivendi-Telecom, i paletti del governo. Gentiloni: «Pronti a tutelare la rete telefonica di Sparkle»
di Roberta Amoruso
Mercoledì 13 Settembre 2017, 08:14 - Ultimo agg. 18:51
3 Minuti di Lettura
Il governo è pronto a far scattare il golden power sulla rete Sparkle di Tim. Non è più soltanto un'ipotesi al vaglio del Comitato di Palazzo Chigi o, come pensano altri, la minaccia da brandire per mettere dei paletti ai francesi di Vivendi. Se infatti a invocare i poteri speciali a disposizione di Palazzo Chigi è il premier Paolo Gentiloni, vuol dire che i francesi devono mettere in conto che il governo li userà davvero. Tanto vale attrezzarsi nel dialogo aperto con il governo, non solo accelerando la notifica sul controllo di Tim (seppur non ritenuta necessaria da Parigi), sperando che serva a evitare una multa salata; ma anche approntando uno scambio di «garanzie» precise. A questo stanno lavorando intensamente da giorni i tecnici e i legali di Vivendi, in contatto con gli esperti di Palazzo Chigi, ma anche con le Authority chiamate in causa dal Comitato sulla golden power. Il governo è consapevole del valore «strategico» della rete gestita da Telecom Sparkle e userà «tutti gli strumenti che la legge autorizza» per tutelare l'asset. Così si è espresso ieri Gentiloni, interpellato durante l'audizione al Copasir sulla vicenda. Parole che non lasciano dubbi.

IL COMPROMESSO
L'obiettivo di Parigi rimane il dialogo con il governo, vista la visione di «lungo termine» in Tim ribadita più volte. Vivendi è anche pronta allo scorporo di Sparkle, con i suoi 560 mila km di cavi sottomarini strategici per la sicurezza, se scendesse in campo la Cassa depositi e prestiti. A patto però, evidentemente, che questo sia una parte dell'accordo e che l'intesa sia soddisfacente. Perché oltre a voler evitare la multa da 300 milioni, i francesi non intendono consolidare il debito di Tim. E dunque sperano che nessuna delle Autorità in campo, dalla Consob all'Antitrust Ue, evochino ancora in futuro il controllo previsto dal Tuf (articolo 93), dal Codice civile (articolo 2359) oppure in base ai principi contabili internazionali (IFRS 10). A queste garanzie pensa Vivendi.
Il dossier è di quelli delicatissimi, che richiedono tempo, ma in realtà una soluzione di massima andrà trovata entro fine mese. E chissà che non abbia un ruolo anche il bilaterale Italia-Francia in agenda per il 27 settembre tra lo stesso Gentiloni e il presidente francese Emmanuel Macron. Del resto, il caso Vivendi-Tim si intreccia anche con l'affare Vivendi-Mediaset, tocca anche interessi politici, dalla strategia sulla banda larga alla rete di Sparkle, e può avere un suo spazio al tavolo di fine mese che dovrebbe centrare un accordo su Fincantieri-Stx.

Se dunque il prossimo passo di Vivendi sul fronte tlc potrebbe essere la notifica dell'«influenza» su Tim in vista della chiusura dell'istruttoria del Comitato sul golden power (previsto il 25 settembre), già oggi c'è un altro appuntamento importante per il gruppo francese, questa volta relativamente a Mediaset.

LE PARTITE APERTE
Il consiglio dell'Agcom dovrebbe infatti approvare il piano presentato dalla stessa Vivendi per ottemperare alla delibera dell'Autorità sull'incrocio Tim-Mediaset. Il trust a cui affidare il 20% del Biscione potrebbe bastare per superare l'impasse, in attesa del pronunciamento del Tar (a febbraio) sul ricorso dei francesi. Ma in ogni caso entro il 18 aprile dell'anno prossimo quei titoli andranno comunque venduti, se i giudici amministrativi non cambieranno le carte in tavola.

Sempre sul fronte Tim, al pressing del governo e al faro attento della Consob si aggiunge quello dell'Antitrust europeo, sempre sul controllo, come hanno confermato le recenti dichiarazioni della commissaria Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager. Senza contare che entro fine mese è attesa in casa Tim anche un nuovo amministratore delegato. La nomina di Amos Genosh, in pole position, potrebbe anche accelerare lo scorporo di Sparkle.