Equitalia, addio al 6%
di tassa sulle cartelle

Equitalia, addio al 6% di tassa sulle cartelle
di Andrea Bassi
Lunedì 21 Novembre 2016, 08:24 - Ultimo agg. 22 Novembre, 09:02
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Roma. Il primo tassello è andato al suo posto. Con un emendamento presentato da Giulio Sottanelli, capogruppo di Scelta Civica-Ala in commissione Finanze alla Camera, sono state poste le basi per superare l'aggio di Equitalia, il balzello del 6 per cento che si applica ad ogni cartella esattoriale emessa dalla società di riscossione pubblica.

La modifica approvata prevede, appunto, la revisione dell'aggio come sistema di remunerazione del nuovo ente pubblico economico che prenderà il posto della vecchia Equitalia a partire dalla metà del prossimo anno. Il governo non ha mai nascosto l'intenzione di voler procedere in questa direzione. Anche perché cambiare solo la governance di Equitalia senza rivedere il sistema di remunerazione, rischierebbe di tradursi in un mero maquillage. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, nonché capo della squadra di economisti a servizio di Palazzo Chigi, Tommaso Nannicini, ha pubblicato qualche giorno fa una serie di slides per illustrare nel dettaglio i contenuti della manovra economica e per rispondere anche ad alcune critiche. In quel documento, Nannicini affronta anche la questione dell'aggio. In prima battuta il sottosegretario ha ricordato che l'aggio è già stato ridotto nel 2015.

Il governo Renzi lo ha portato dall'8 per cento al 6 per cento. Per abolirlo, si ricorda ancora nelle slides, occorrerebbero 600 milioni di euro ed altri 300 milioni per coprire le spese di riscossione (notificazioni, procedure esecutive). Comunque sia, sottolinea Nannicini, «il superamento di Equitalia pone le basi per arrivare eventualmente anche alla soppressione definitiva dell'aggio, ponendo le spese della funzione di riscossione a carico del bilancio dell'Agenzia».

In realtà la misura potrebbe trovare un finanziamento già per il prossimo anno. Nel passaggio nelle Commissioni finanze e bilancio della Camera dei Deputati, la rottamazione delle cartelle esattoriali prevista dal decreto fiscale del governo si è allargata. Nella prima versione del provvedimento, quella uscita dal consiglio dei ministri, era previsto che a poter essere sanate erano soltanto le cartelle emesse tra il 2010 e la fine del 2015. A Montecitorio la rottamazione è stata allungata di un anno, fino a tutto il 2016. Questa decisione ha avuto un'altra conseguenza: sono aumentate le risorse. Il gettito dell'operazione sarà più elevato di 1,4 miliardi, dei quali 300 milioni il prossimo anno e 1,1 miliardi per il 2017. E 300 milioni è anche la cifra necessaria ad eliminare l'aggio a partire dal prossimo luglio (la misura ha un costo come detto di 600 milioni, ma se applicata su metà anno si dimezza). L'intenzione del governo, secondo fonti della maggioranza, sarebbe proprio questa, utilizzare il gettito aggiuntivo per dare maggiore concretezza alla riforma di Equitalia.

Intanto, è scontro sulla cosiddetta norma Airbnb della legge di bilancio. In commissione Bilancio il governo conferma la contrarietà a un intervento in materia preferendo, come spiega il viceministro all'Economia Enrico Morando, «difendere la legislazione vigente così com'è». Ma su pressing delle opposizioni, che hanno presentato emendamenti analoghi a quello presentato e poi ritirato dalla dem Silvia Fregolent il relatore, Mauro Guerra, ha proposto di accantonare il tema perché «può essere utile acquisire ulteriori elementi di riflessione» in particolare sugli attuali incassi per l'erario, sulle stime dell'evasione e sull'impatto sull'imposizione degli enti locali. Contraria la Confedilizia perché rischia di causare «la fine della locazione turistica», preannunciano battaglia Sinistra italiana e Forza Italia. Ma dalla maggioranza si sono levate alcune voci favorevoli alla regolazione degli affitti brevi, come Bruno Tabacci. E il presidente della commissione, Francesco Boccia, denuncia: «La norma riguardava banalmente la cedolare secca per i B&B evitiamo demagogia e propaganda non solo sul fisco ma almeno quando tocchiamo il tema molto serio della sicurezza e tasse comunali evase». L'esponente del Pd, dopo essere intervenuto in Commissione nel merito del problema, incalza: «Serve nei prossimi giorni una risposta chiara da parte del governo. Stiamo parlando della possibilità per chi affitta la propria casa o immobili di proprietà per brevi periodi di poter utilizzare la cedolare secca; non c'è alcuna nuova tassa».