Fisco, lavoro e pensioni
la manovra è un cantiere aperto

Fisco, lavoro e pensioni la manovra è un cantiere aperto
Domenica 21 Agosto 2016, 23:26
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Le risorse e le priorità non sono ancora ben definite, ma il pacchetto di misure che riempiranno la manovra, da quest'anno Legge di Bilancio, è allo studio da tempo. Di carne al fuoco, come ogni anno, ce n'è molta: da quella che si annuncia come una robusta parte fiscale, alle 'correzionì in materia di pensioni, ai necessari e difficili tagli di spesa. Un punto interrogativo rimane un possibile intervento sull'Irpef, molto costoso e già indicato per il 2018, per il quale - come ha detto il vice ministro dell'Economia Enrico Morando - ci potrà essere un anticipo «se le condizioni di bilancio lo permetteranno».

Ecco, al momento, i principali capitoli su cui la politica e, ovviamente i tecnici, stanno lavorando.

- STOPPARE LE CLAUSOLE DI SALVAGUARDIA -
È una priorità. Lo sforzo è teso a bloccare l'aumento dell'Iva, che vale ben 15 miliardi. Se no le aliquote passerebbero al 10% al 13% e dal 22% al 24%.

- TAGLIO IRES PER LE IMPRESE SICURO -
Il taglio dell'Ires per le aziende nel 2017 è già scritto: la prossima manovra attuerà l'impegno già indicato e l'aliquota per le imprese scenderà al 23,5% con un calo di 3,5 punti percentuali sul livello attuale e un costo annuo di circa 3 miliardi. Sempre per le aziende è allo studio il 'rinnovò del cosiddetto superammortamento per l'acquisto di macchinari e magari la sua estensione per il prossimo biennio.

- DECONTRIBUZIONE ASSUNZIONI E PREMI RISULTATO
- I tecnici stanno valutando, in una versione più 'soft' rispetto al 2015 e 2016, la decontribuzione per i nuovi assunti. Al momento si ragiona sul solo 2017, con un bonus che potrebbe essere fra il 20 ed il 40%. Un'ipotesi sul tavolo è anche quella di irrobustire la tassazione agevolata sui premi di risultato nella contrattazione di secondo livello: passando da 2 mila a 3-4 mila euro di bonus, allargando la platea.

- PENSIONI, UN PACCHETTO CARO -
Un pacchetto pesante, quello delle pensioni, che per questo potrebbe venir attuato in 2 tempi. Circa 700 milioni costerebbe il cosiddetto prestito pensionistico (Ape) che consentirebbe di lasciare il lavoro con 3 anni e 7 mesi di anticipo. Di circa 500 milioni è il peso del ricongiungimento delle diverse gestioni previdenziali. C'è poi il nodo usuranti e 'precocì (coloro che hanno iniziato a lavorare fra i 14 ed i 18 anni), il cui 'scivolò potrebbe costare oltre 1,5 miliardi. Poi c'è l'innalzamento delle 'minimè. Due le ipostesi allo studio: allargamento della platea di chi riceve la quattordicesima (oggi 1,2 milioni), che varrebbe circa 800 milioni; e l'estensione della no tax area valida per i lavoratori (8.000 euro) anche ai pensionati. Sono in ballo inoltre 500 milioni da destinare alla lotta alla povertà.

- P.A. E SPENDING -
La riforma della P.A. targata Madia potrebbe portare risparmi per circa 1 miliardo. E circa un altro miliardo e mezzo potrebbe arrivare dalla 'razionalizzazione degli acquistì targata Consip. Altri fondi arriverebbero dalla voluntary discolsure bis (1-2 miliardi) e da una spending review resa più efficiente dalla riforma del bilancio.
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