Irpef, 12 milioni di italiani
non pagano le tasse

Irpef, 12 milioni di italiani non pagano le tasse
di Luca Cifoni
Mercoledì 1 Marzo 2017, 09:06 - Ultimo agg. 11:29
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ROMA. Per l'anno 2015 gli italiani hanno pagato oltre 155 miliardi di Irpef, circa 4 in più rispetto all'anno precedente. L'imposta netta media è cresciuta da 4.900 a poco più di 5 mila euro, un incremento più o meno in linea con il Pil nominale. Il reddito complessivo medio dichiarato si è attestato al 20.690 euro, in aumento dell'1,3 per cento. Il quadro che emerge dalle dichiarazioni dei redditi può apparire abbastanza costante negli anni, ma anche attraverso i dettagli illumina comunque aspetti importanti della vita economica e sociale. Stavolta - anche grazie all'accelerazione delle procedure impressa dalla dichiarazione precompilata - il Dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia è riuscito a rendere noti solo cinque mesi dopo la scadenza di fine settembre i dati delle dichiarazioni presentate dagli italiani nel 2016, relative all'anno di imposta precedente.

Il primo elemento da considerare è naturalmente il numero stesso dei contribuenti, sostanzialmente stabile a quota 40,8 milioni. I redditi da lavoro dipendente e da pensione rappresentano circa l'82 per cento del totale: rispetto all'anno precedente i primi sono cresciuti di ben 400 mila unità, mentre i secondi sono rimasti sostanzialmente stabili. Il reddito medio più elevato è quello dei lavoratori autonomi a quota 38.290; gli imprenditori (che comprendono in larga parte partite Iva che lavorano senza dipendenti) arrivano in media a 19.990, un po' più in basso dei dipendenti (20.660) ma sopra ai pensionati (16.870 euro). Questi valori sono in crescita marcata per gli autonomi, più contenuta per i pensionati, mentre i dipendenti hanno avuto una leggera riduzione del reddito medio. Dal punto di vista geografico la Regione con il reddito medio complessivo più alto si conferma la Lombardia (24.520 euro) mentre in fondo alla classifica c'è la Calabria con 14.780.

L'andamento dell'economia influenza naturalmente i redditi dichiarati al fisco, il cui totale è arrivato a quota 833 miliardi (dai precedenti 817) in un anno in cui il prodotto interno lordo è cresciuto in termini reali un po' meno dell'1 per cento. Sui reddito complessivo influisce però anche un aspetto tecnico, il fatto che per il 2015 siano tornati nell'Irpef i premi di produttività precedentemente sottoposti a tassazione separata.

Il 2015 è stato anche l'anno in cui è stato reso stabile il credito d'imposta da 80 euro al mese per i lavoratori dipendenti, più noto come bonus, che l'anno precedente era stato introdotto in via sperimentale a partire dal mese di maggio. Gli aventi diritto sono stati 11,2 milioni, con un costo complessivo per il bilancio pubblico di circa 9 miliardi. La cifra media percepita è stata di 800 euro, quindi un po' al di sotto dei 960 euro massimi: vuol dire che una parte dei contribuenti lo ha ricevuto solo in parte. Va ricordato infatti che il bonus viene percepito in misura piena da coloro che hanno un reddito complessivo Irpef compreso tra 8.150 e 24 mila euro, mentre tra i 24 mila e i 26 mila euro viene progressivamente ridotto fino all'azzeramento. Proprio questi parametri fanno sì che il credito riconosciuto direttamente dal datore di lavoro debba essere in alcuni casi restituito in tutto o in parte, qualora in sede di dichiarazione emergano redditi complessivi diversi. Per lo stesso motivo possono conquistare il bonus solo con la dichiarazione contribuenti che non lo avevano avuto in retribuzione. La prima situazione ha coinvolto 866 mila lavoratori che hanno dovuto rendere integralmente la somma, mentre 765 mila hanno rinunciato ad una parte. Simmetricamente, 514 mila contribuenti hanno potuto ottenere tutti i 960 euro in sede di dichiarazione mentre poco più di un milione ne hanno recuperato una quota.