La ricetta di Confindustria:
il governo punti su produttività

La ricetta di Confindustria: il governo punti su produttività
Domenica 21 Agosto 2016, 23:32
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Nella prossima manovra d'autunno, con le casse del Paese gravate da un ingente debito e con «poche risorse» a disposizione, l'Esecutivo deve «fare poche cose intelligenti». Calibrando «scelte selettive» - senza avallare alcun «assalto alla diligenza» - e puntando con decisione «sulla produttività e investimenti privati» per rafforzare un percorso di «crescita». A indicare la strada a chi dovrà scrivere le nuove e imminenti linee di bilancio, è il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ospite del Meeting di Rimini per un incontro sul rilancio del Brand Italia. Dal Governo, attacca prima di rivolgersi alla platea ciellina, «ci aspettiamo delle scelte selettive perché con questo debito pubblico è evidente che non abbiamo grandi margini di manovra. Dobbiamo essere corresponsabili - scandisce - e non possiamo chiedere la luna» ma se si riuscisse «a fare delle operazioni selettive sulla produttività e sugli investimenti privati» si darebbe al Paese, «una linea di politica economica che determina anche quale industria del futuro vogliamo definire».

Concetti chiari. Netti. Che invitano i tecnici di Palazzo Chigi a muoversi sulla linea tracciata dal ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda fatta di denari da mettere sulla crescita e sgravi fiscali. Nell'agenda governativa, sottolinea Boccia, «prima» deve trovare spazio «la crescita, perché con la crescita e non con l'austerity si risolvono i problemi del deficit e del debito. Fa bene Calenda - ha aggiunto - a porre delle questioni di priorità. In questo Paese serve politica, non antipolitica, servono scelte». Anche perché, puntualizza il leader degli industriali italiani, «con quelle poche risorse che abbiamo» occorre «stabilire dove metterle e quindi fare poche cose intelligenti nell'interesse del futuro del Paese». Magari insistendo «sull'idea di una politica dell'offerta che renda competitive le nostre imprese per incrociare le rotte di sviluppo nel mondo. Siamo il secondo Paese industriale in Europa dopo la Germania - argomenta ancora - e rafforzare le imprese italiane significa renderle competitive, riattivare il circolo virtuoso dell'economia, più investimenti, più occupazione, più domanda interna».

E in attesa di vedere messa nero su bianco la manovra autunnale, a giudizio del leader di Viale dell'Astronomia, già da domani a Ventotene, con l'incontro Renzi-Merkel-Hollande, si potrebbe compiere un passo verso una «Europa sempre più orientata alla crescita e meno alla austerity» mentre, prima dell'inverno, l'Italia potrebbe incamminarsi su una nuova strada dettata dall'esito della consultazione referendaria sulla riforma costituzionale. «Noi siamo per il sì - conferma - perché riteniamo che la governabilità e la stabilità siano la precondizione per una politica economica di lungo termine. Siamo sempre più convinti per il sì: ci auguriamo, speriamo e combatteremo affinché vinca. Questa è la nostra visione - chiosa Boccia - che è legata alla questione economica e non politica».
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