Lavoro, è boom dei voucher:
«Più 27.000% dal 2008»

un voucher lavoro
un voucher lavoro
di Adriano Padua
Venerdì 30 Dicembre 2016, 14:53 - Ultimo agg. 16:55
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In nove anni, dal 2008 al 2016, l'uso dei voucher ha registrato una crescita esponenziale pari a un +27.000% (ventisettemila per cento). Secondo i dati diffusi dalla Uil, nel 2008 vennero venduti 535.985 voucher, poi, con la progressiva estensione del buono-lavoro a quasi tutti i settori privati, nel 2016 si è toccata quota 145.367.954.

L'aumento è del 26,3% sul 2015. Il 64% è venduto al Nord (93,2 milioni), il 36% è suddiviso tra il Centro (26,3 milioni) ed il Sud (25,8 milioni di voucher). Le prime 5 Regioni sono Lombardia (27 milioni), Veneto (18,5), Emilia Romagna (18,2), Piemonte (11,9) e Toscana (10,6). Se si osserva l'incremento dell'uso, in testa troviamo Campania (+43,7%), Sicilia (+39,1%) e Toscana (+32,1%). Fra le città: in testa Milano con quasi 10 milioni di voucher (9,8) seguita da Torino (5,6) e Roma (5,1). Oltre il 50% dei voucher (oltre 73 milioni) vengono utilizzati in settori ai quali è stato esteso nel 2012 il voucher (industria, edilizia, trasporti). Fra gli altri settori in testa c'è il turismo (21 milioni) e il commercio (18,4 milioni). Fanalino di coda l'agricoltura con 2,1 milioni e i lavori domestici 4,7 milioni, settori per i quali era stato creato il voucher.

«La questione voucher è stata ovviamente strumentalizzata dentro un dibattito politico. Ricordo a tutti che i voucher sono stati sostanzialmente liberalizzati dal governo Monti. Sono nati nel 2008 e l'esplosione che c'è stata è ancora su soglie molto ridotte rispetto all'utilizzo che si fa di strumenti di questo tipo in altri Paesi». Lo ha affermato a Radio Vaticana Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl. «Lo strumento dei voucher va ricondotto alla sua necessità iniziale, coprire prestazioni occasionali. Si tratta solo di rialzare la testa e la guardia sui controlli, cosa che si è fatta sempre meno negli ultimi 20 anni». Sul 2017 Bentivogli dice che «bisogna fare in modo che si faccia una vera politica per il lavoro e per noi questa politica si fa facendo ripartire l'industria».
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