Bce, al via una raffica
di ispezioni nelle banche

Bce, al via una raffica di ispezioni nelle banche
di Rosario Dimito
Sabato 31 Dicembre 2016, 10:26 - Ultimo agg. 11:03
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Milano. La Bce prova a semplificare la babele di regole bancarie che è una delle principali cause dell'instabilità dei mercati. Con una lettera del 22 dicembre, firmata da Korbinian Ibel (dg della IV direzione generale di supervisione micro-prudenziale) pervenuta alle grandi banche europee vigilate (italiane comprese), Francoforte preannuncia l'invio di una raffica di ispezioni scaglionate nei primi mesi del 2017 relative alla revisione mirata dei modelli interni (targeted review of internal models, trim) allo scopo di uniformare i meccanismi. Va detto subito che i modelli interni sono lo strumento più valido per calcolare le probabilità di default di un credito o di un titolo di stato o di un rischio operativo (legale) con connessa l'eventualità di recupero in rapporto all'assorbimento di capitale che ne determina. L'impatto sul capitale provocato dalla perdita è ormai essenziale perché quasi con ossessione rappresenta il maniacale obiettivo della Vigilanza Ue.

Oggi in Italia sei istituti hanno modelli cosiddetti avanzati, nel senso che sono ad bancam, validati da Bankitalia: Intesa Sanpaolo, Unicredit, Bper, Ubi e Banco Popolare. Quest'ultimo da domani si fonderà con la Bpm nel Banco Bpm: il nuovo gruppo ha chiesto l'estensione del modello interno che potrebbe avvenire tra settembre e dicembre 2017, dopo che sia stata valutata l'idoneità dell'architettura informatica. Bper, invece, è stato l'ultimo istituto ad ottenere la validazione da via Nazionale con un premio di ben 300 punti base aggiuntivi dell'indice patrimoniale Cet1. Tutte le altre banche italiane utilizzano il modello standard, più prudenziale e semplificato.
La Bce esercita la vigilanza diretta su 126 banche significative dei paesi partecipanti, che detengono quasi l'82% degli attivi bancari nell'area dell'euro. L'obiettivo che persegue il Meccanismo di vigilanza europea con la nuova liniziativa delle prossime ispezioni è di arrivare a un unico modello europeo di calcolo dei rischi. Nella missiva, l'alto dirigente della Vigilanza europea sottolinea la necessità «di ridurre la variabilità ingiustificata di rwa» che è l'attivo ponderato per il rischio, «armonizzando i criteri di calcolo del pillar 1», cioè la gamba principale del requisito patrimoniale introdotto con Basilea 3.

Questa è la terza lettera inviata da Francoforte sui modelli interni e serve da aggiornamento sui passi futuri della revisione dei modelli. Il processo partirà ad aprile 2017 e si protrarrà fino al 2018 sulla base delle risposte fornite dagli intermediari ai questionari spediti in passato. «Un obiettivo chiave delle aspettative di vigilanza sul trim - si legge nella lettera - è quello di colmare le lacune di interpretazione nella regolamentazione dei modelli interni, come la revisione del trading book (portafoglio di negoziazione, ndr), anche in relazione alle future linee guida dell'Eba su Pd (probabilità di default, ndr) e Lgd (perdita in caso di default, ndr)». La scelta del modello definitivo avverrà a settembre 2017. La Bce sollecita gli istituti di dotarsi di strutture organizzative adeguate per garantire il successo del progetto. Circa sei settimane prima della partenza, gli istituti dovranno fornire a Francoforte una serie di dati aggregati mentre la settimana prima verranno richieste informazioni più granulari. Ibel dà appuntamento ai top manager per un summit a Francoforte da tenersi martedì 28 febbraio 2017 dove sarà presentato il progetto.
Intanto ieri a Siena si è riunito il cda per l'avvio dell'esame del bilancio 2016, ma anche per il nuovo piano industriale di Mps. Sullo sfondo i primi dettagli dell'emissione di bond garantiti dallo Stato fino a 15 miliardi che potrebbe partire già a inizio anno. Molto dipende dall'esame del bilancio. Un tema comunque cruciale all'indomani del via libera Ue alla proroga fino a giugno 2017 dello scudo di liquidità da 150 miliardi. Una maxi-garanzia dello Stato, appunto, che permetterà a Siena, e all'occorrenza anche ad altre banche italiane, di emettere bond senza affanni per far fronte a eventuali carenze di liquidità. Com'è noto i numeri dell'iniezione di liquidità necessaria sono cambiati. L'indicazione, non senza polemiche, è arrivata proprio dalla Vigilanza Bce che ha alzato l'asticella fino a 8,8 miliardi di euro. Si tratta di un dettaglio non da poco ma tutto da chiarire e discutere per il governo italiano. Dunque si vedrà, fin dove arriverà l'iniezione di capitale di Siena, tra conversione forzosa dei bond subordinati e sottoscrizione di nuove azioni da parte del Tesoro.

Per fare chiarezza sulle cifre in ballo è scesa in campo la Banca d'Italia pubblicando un approfondimento sul sito istituzionale. In primo luogo Via Nazionale ha spiegato, confermandola, la cifra di 6,6 miliardi pari all'esborso dello Stato. Nel dettaglio si tratta di 4,6 miliardi ai quali si aggiungono i 2 miliardi necessari per il successivo ristoro promesso ai risparmiatori (cioè il retail) detentori del bond subordinati. Quanto alla cifra di 8,8 miliardi, secondo la stessa Bankitalia si tratta del gap patrimoniale evidenziato da Mps negli stress test di luglio scorso di caso del cosiddetto «scenario avverso», cioè quello peggiore.