Mps, c'è l'esposto alla Bce
Viola: «Noi sempre trasparenti»

Mps, c'è l'esposto alla Bce Viola: «Noi sempre trasparenti»
Venerdì 19 Agosto 2016, 22:51
3 Minuti di Lettura
Per Banca Monte dei Paschi l'iscrizione dell'ad Fabrizio Viola («fiducioso nella magistratura», perchè «abbiamo sempre operato in trasparenza») e dell'ex presidente Alessandro Profumo con l'accusa di falso in bilancio e manipolazione di mercato, è solo «un atto dovuto», una conseguenza dell'esposto presentato da uno dei piccoli azionisti alla procura di Siena e, soprattutto, della passata gestione della banca.

Ma l'autore dell'esposto, Paolo Emilio Falaschi, oggi rilancia chiedendo alla Bce di mettere Mps in amministrazione controllata, accusando gli stessi Viola e Profumo di essere stati informati dagli ispettori di Bankitalia, fin dai primi mesi del loro arrivo, nel 2012, dei problemi legati al bilancio per Alexandria e Santorini. Proprio Falaschi, insieme a Giuseppe Bivona, all'ultima assemblea dell'aprile scorso, aveva chiesto ai soci un'azione di responsabilità contro l'ex presidente e l'ad: proposta bocciata dagli azionisti. Dopo l'esposto alla magistratura senese, che al termine dell'inchiesta ha trasferito tutto ai colleghi di Milano per competenza, il 27 luglio Falaschi ha inviato una prima lettera a Francoforte segnalando i problemi della banca, tra questi il fatto che «dei circa 48 miliardi di crediti deteriorati lordi» di Mps, solo la metà sarebbero coperti dalle riserve e, quindi, rimarrebbero «circa 24 mld», che certo non sarebbero coperte dall'aumento di capitale da 5 mld deciso da Mps. Al piccolo azionista, che aveva indirizzato la lettera direttamente a Daniele Nouy, presidente del Consiglio di Vigilanza, hanno risposto da Francoforte invitandolo a inviare anche altro materiale. Una richiesta che lui ha subito soddisfatto, con una seconda lettera, partita ieri, nella quale ribadisce la sua richiesta e sottolinea che, mentre Mps «ha diminuito le riserve per i crediti deteriorati», Profumo e Viola sapendo di Santorini e Alexandria «non potevano contabilizzarli» a conto economico nei bilanci Mps 2012-2013-2014 ed anche nel 2015.

E oggi anche l'associazione Buon Governo Mps, che raccoglie alcuni piccoli azionisti senesi, ha scritto alla Bce chiedendo di verificare «se l'utile d'esercizio 2015» (388 mln) comunicato dalla banca «non rappresenti una realtà artefatta». Mentre Viola ribadisce la necessità di distinguere quanto fatto dalla nuova gestione, rispetto a quella passata, oggi il Codacons propone una «cordata» per rilevare il Monte, guidata dal ministero dell'Economia come azionista maggioritario e partecipata da piccoli azionisti e dipendenti della banca. «Un acquisto in blocco delle azioni che in tutto oggi costano meno di 500 milioni di euro, per passare così finalmente a una gestione non clientelare ma nell'interesse del territorio e del paese».

All'idea di 'un atto dovutò da parte della procura, ribadita dall'ad, rispondono Adusbef e Federconsumatori convinti che l'iscrizione nel registro degli indagati sia invece «utile a fare chiarezza: gli »azionisti, lavoratori e risparmiatori che hanno pagato la disastrata gestione del Mps sperano che i responsabili possano pagare il conto«, dicono Elio Lannutti (Adusbef) e Rosario Trefiletti (Federconsumatori). Intanto il prossimo 12 ottobre davanti al gup del tribunale di Roma è fissata l'udienza per l'archiviazione dell'inchiesta aperta contro la Banca d'Italia per l'autorizzazione data a Mps per l'acquisizione di Antonveneta. All'archiviazione si è opposto Falaschi, che aveva presentato la denuncia, mentre larchiviazione è stata chiesta dal pm del tribunale di Roma Giancarlo Cirielli.
© RIPRODUZIONE RISERVATA