Caro-materiali sui cantieri, al Sud oltre metà rimborsi

Via alla prima tranche per le opere a rischio dopo l'aumento dei prezzi

Cantieri
Cantieri
di Nando Santonastaso
Lunedì 10 Luglio 2023, 08:48 - Ultimo agg. 17:33
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Acciaio +48,1%; bitume +47,6%; energia elettrica + 301,7%; gas naturale +371,5% e così via. Un anno fa, più o meno di questi tempi, le cifre dei rincari dei materiali da costruzione e dell'energia rispetto a dodici mesi prima, contenute in un dossier dell'Ance, l'Associazione dei costruttori, fecero scattare l'allarme per l'attuazione del Pnrr e l'apertura dei cantieri delle opere cosiddette indifferibili (108 dei 230 miliardi del Piano di ripresa e resilienza coinvolgono di fatto la filiera dell'edilizia). Si parlò di scenario ingestibile, di gare d'appalto inevitabilmente deserte, di frenata del sistema delle imprese anche sui progetti già in attuazione ma diventati insostenibili a causa dell'aumento dei prezzi. Oggi la realtà è decisamente diversa.

Al di là delle incognite sul futuro del Pnrr, il «Fondo per l'avvio delle opere indifferibili», istituito con decreto alla fine dello scorso anno dal governo su proposta del ministro dell'Economia Giorgetti, ha consentito di stanziare complessivamente 8 miliardi di euro fino al 2027 per mettere in sicurezza l'avvio di una serie di procedure di affidamento che rischiavano di essere bloccate da costi di realizzazione non più compatibili con le stime della prima ora.

I dati del Centro Studi Enti locali, elaborati per Adn Kronos, parlano di 815 milioni già assegnati nel primo semestre 2023, destinatari soprattutto i Comuni (753 milioni), a riprova del loro ruolo strategico nel Pnrr.

Ma la notizia più rilevante è che oltre la metà dei fondi aggiuntivi per compensare gli extra-costi (406.636.285 euro) è confluita in opere i cui soggetti attuatori si trovano al Sud e nelle isole, dai Comuni alle Città metropolitane, alle società pubbliche. Il primato spetta alla Campania che ha ricevuto 98 milioni per ammortizzare il peso del caro materiali. Seguono la Puglia, con quasi 90 milioni, la Sicilia (89,6 milioni), la Lombardia (76,5 milioni) e l'Emilia-Romagna, con oltre 66,6 milioni di euro. Gli enti del centro Italia hanno ottenuto oltre 152 milioni di euro mentre a quelli del Nord sono andati circa 257 milioni di euro.

Degli 8 miliardi previsti dal Fondo, più della metà (5 miliardi) sono destinati a interventi finanziati da risorse del Pnrr; 679 milioni a opere in relazione alle quali sono stati nominati Commissari Straordinari; altri 453 milioni a opere relative a interventi del Piano nazionale complementare aggregato al Pnrr; un miliardo e 660 milioni sono preassegnati agli enti territoriali attuatori di misure Pnrr e, infine, 314 milioni per opere preassegnate nell'ambito del Pnc. Cosa vuol dire, in concreto? Che le risorse vengono via via assegnate attraverso due canali alternativi: la richiesta diretta dagli enti ai ministeri e la preassegnazione di default di una serie di risorse aggiuntive - proporzionali al costo delle opere - che gli enti locali devono poi confermare, entro una determinata scadenza, di essere intenzionati ad utilizzare. Si eviterà così di perdere risorse e al tempo stesso si agevolerà il compito degli enti di tener fede agli impegni del Pnrr adeguando gare d'appalto e procedure. Il Ministero dell'Interno ha messo a punto gli elenchi degli Enti locali che devono avviare le procedure di affidamento delle opere pubbliche dal 1° luglio 2023 al 31 dicembre 2023 ai quali viene riconosciuta una preassegnazione aggiuntiva automatica, pari al 10% del finanziamento già riconosciuto per l'opera da realizzare. La mancata conferma dell'interesse comporta la rinuncia automatica. Se invece gli Enti locali non confermano la preassegnazione, possono presentare domanda di accesso al Fondo secondo la procedura ordinaria, normalmente riservata alle PA centrali.

Comuni soprattutto, come detto. Ma non solo. Un ruolo importante è svolto anche dalle Province che hanno intercettato poco meno di 50 milioni, dalle Città metropolitane (18,6 milioni) e dalle società partecipate che hanno ottenuto oltre 5 milioni per compensare il rincaro dei costi di costruzione. Seppure assegnatari di quote più marginali, l'elenco delle tipologie dei soggetti attuatori comprende anche agenzie regionali, Asp, comunità e unioni montane, consorzi e unioni di comuni ed enti parco.

Va peraltro sottolineato che il grosso delle opere messe in sicurezza (5.007 su 5.259) sono attuative di investimenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Tra gli enti locali beneficiari dei finanziamenti ci sono però anche quelli ai quali è affidata la messa a terra di 252 progetti previsti dal Pnc: in particolare, interventi per le aree del terremoto del 2009 e 2016 (959.082 euro); strategia nazionale aree interne - miglioramento dell'accessibilità e della sicurezza delle strade (6.824.912 euro); riqualificazione dell'edilizia residenziale pubblica (6.059.644 euro) e piano di investimenti strategici sui siti del patrimonio culturale, edifici e aree naturali (940.000 euro).

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