Poletti: faremo il massimo su pensioni
«Il prestito pensionistico è il cardine»

Poletti: faremo il massimo su pensioni «Il prestito pensionistico è il cardine»
Domenica 4 Settembre 2016, 22:28
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Si scalda il dibattito sulle pensioni, capitolo da inserire almeno in parte, quella che riguarda l'anticipo dell'assegno, nella prossima legge di bilancio. In vista del tavolo tecnico del 12 settembre, che sarà seguito da uno politico il 21 del mese, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti assicura, a Cernobbio, che il governo vuole dare il massimo. A partire dall'Ape, definito il cardine, insieme all'aumento delle pensioni minime e alle ricongiunzioni gratuite (la possibilità di riunificare senza pagare contributi versati a diverse casse previdenziali), dell'intervento. Ma proprio la prima misura viene di nuovo bocciata da Susanna Camusso, anche nella nuova declinazione di flessibilità al suo interno.

Come conferma Poletti, il governo infatti pensa a un'Ape parziale da riservare in prima battuta ai senza lavoro e a chi fa lavori pesanti, per dar modo di andare in pensione prima con un anticipo di solo una parte dell'assegno. Quanto alle risorse, sia per la flessibilità in uscita sia per gli altri due interventi in campo previdenziale, Poletti non dice se 2 miliardi basteranno (le stime vanno da 1,5 a 2,5 miliardi). «Ci sono diverse posizioni, dipende dalle cose che si vogliono fare. L'aspirazione è fare il massimo, poi bisogna tenere conto della finanza pubblica e della contabilità», spiega, rimanendo sulla stessa linea d'onda del Mef.

Per il viceministro dell'Economia, Enrico Morando, il confronto con le parti dovrà infatti svolgersi «nell'ambito delle compatibilità di bilancio», così come fa l'Ape, «proposta non devastante» per i conti pubblici. Poletti insiste però anche su altri elementi essenziali: «Credo che su alcuni versanti, penso alle pensioni minime, al tema dell'anticipo pensionistico, delle ricongiunzioni onerose, abbiamo una convergenza di opinioni sul fatto che bisogna intervenire. Questi saranno i cardini e poi in ragione delle risorse cercheremo di gestire una flessibilità anche delle soluzioni». Poletti conta comunque di mettere a punto un pacchetto in grado di superare eventuali ostacoli da parte della Ue: «Noi abbiamo scelto questa strada perché ha un connotato tale da poter essere affrontato nella discussione europea».

Confermata l'idea dell'anticipo parziale. «Sì, noi stiamo lavorando per produrre una soluzione che sia la più dinamica possibile, che quindi ogni cittadino sia in grado di fare al meglio la valutazione sull'opportunità e l'utilità. Il punto vero ed essenziale è che partiremo dalle situazioni di massima difficoltà», sottolinea il ministro del Lavoro citando «i lavoratori che hanno perso il lavoro, non hanno ammortizzatori sociali e sono in questa situazione verso il pensionamento» e di chi svolge mansioni molto pesanti per le quali è difficile immaginare di poter tirare fino ai termini previsti oggi per l'età della pensione. «Dobbiamo definire le platee per definire qual è l'onere», dichiara.

L'Ape nelle sue varie modulazioni è invece «un'idea ingiusta» per Susanna Camusso. Il segretario generale della Cgil ribadisce il suo no alla misura: «Alla fine ha come obiettivo quello di continuare a ridurre gli assegni pensionistici in un Paese che ha già un problema di povertà delle pensioni». In tema previdenziale interviene anche il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. «È evidente che dobbiamo prima allargare la torta poi affrontare la questione delle diseguaglianze. Se proprio dobbiamo affrontarla - indica - va affrontata sulle pensioni minime».
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