Rai, salta il tetto
dei compensi

Rai, salta il tetto dei compensi
di ​Emilio Pucci
Mercoledì 5 Aprile 2017, 10:36 - Ultimo agg. 11:56
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ROMA Salta l'asticella dei 240 mila euro ai compensi degli artisti in Rai. Il prossimo cda è previsto per il 13 aprile: in quell'occasione si approverà il bilancio con un utile previsto tra 20 e 23 milioni ma soprattutto si accoglierà il parere dell'Avvocatura dello Stato che ha espresso dubbi in merito al tetto. La strada è di revocare il mandato al direttore generale ad applicarlo. Ieri Palazzo Chigi ha trasmesso il parere dell'Avvocatura al Mef che si prenderà qualche giorno prima di integrarlo e trasmetterlo all'azienda di Viale Mazzini. Non si tratterebbe comunque di una chiusura totale rispetto alla legge. Sarà portata avanti una revisione dei contratti sulla base dei risultati raggiunti. «Alcuni casi verranno fuori ma spiega un membro del cda - la Rai deve restare competitiva». Il braccio di ferro sul tetto comunque resta. «Se il cda è orientato a muoversi in questo modo si assumerà le conseguenze di possibili ricorsi in Tribunale», sostiene il partito dell'applicazione del tetto tout court.

Tra questi c'è il dem Anzaldi che nei giorni scorsi si è esposto in prima persona sul caso Fazio. «Capisco rilancia l'esponente Pd che per la Casta della Casta sia difficile comprenderlo ma la legge è uguale per tutti». Poi ovviamente in Parlamento c'è la possibilità di cambiarla». Ma i numeri non ci sono. Su questo punto c'è un asse trasversale con M5s, Pd e FI in prima linea. Il partito di Berlusconi presenterà un emendamento al testo sulla concessione Rai in discussione in Commissione vigilanza proprio per blindare quel tetto. La tensione tra i partiti e la Rai è destinata a salire. Da giorni sui vertici di viale Mazzini ha aperto il fuoco anche Ap. Alfano ha chiesto le dimissioni di Campo Dall'Orto. La questione è finita anche sul tavolo di Palazzo Chigi, durante l'incontro che ieri il premier Gentiloni ha avuto con i capigruppo Lupi e Bianconi. «Farneticazioni», replicano i grillini. Ma è pure il Pd a mettere l'ad nel mirino.
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