«Resto al Sud», è subito boom di domande

«Resto al Sud», è subito boom di domande
di Nando Santonastaso
Mercoledì 17 Gennaio 2018, 11:03 - Ultimo agg. 15:26
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All'inevitabile domanda sulla sua, peraltro più che annunciata, candidatura alle prossime politiche Claudio De Vincenti, ministro per la Coesione e per il Mezzogiorno, non si sbilancia: «Deciderà il Pd», si limita a rispondere. Ma collegio e regione (per molti saranno Napoli e la Campania) sono l'unica incognita a margine di una conferenza stampa, nella bella sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio, che permette al ministro di tracciare il bilancio del lavoro svolto in un anno per il rilancio del Sud e della Coesione nazionale. L'eredità lasciata al suo eventuale successore è una puntigliosa e soprattutto documentata carrellata di numeri, progetti, spese e cantieri, «tutti certificati a oggi, dal governo e dall'Ue», sottolinea con un soffio di orgoglio verso chi continua a mettere in discussione i dati. Ma ci sono anche gli impegni da onorare a breve termine e tra questi l'avvio delle Zes è sicuramente il più atteso. Il ministro non ha dubbi: le prime Zone economiche speciali partiranno in Campania e Calabria prima del voto del 4 marzo. «Il Dpcm che indica i criteri è stato validato dal Consiglio di Stato e in questi giorni sarà firmato dal presidente del Consiglio. Toccherà quindi alle Regioni presentare la loro proposta e io confido nella qualità del lavoro delle giunte di Campania e Calabria perché i tempi siano i più rapidi possibili. Se, come credo, le due Zes saranno in linea con i criteri del governo, il via libera sarà altrettanto rapido con la firma del Dpcm istitutivo, sempre da parte del capo del governo», spiega De Vincenti. Nessuna incertezza insomma sulla titolarità dell'attuale governo, anche in questa fase pre-elettorale, a chiudere il cerchio: «Il decreto ormai c'è», dice il professore confermando che la felice lungimiranza di Campania e Calabria, le prime Regioni ad avere approvato più di un anno e mezzo fa le delibere per le Zes rispettivamente di Napoli-Salerno e Gioia Tauro, le mette al riparo da sorprese.

Tra i numeri, anche gli ultimi, quelli di «Resto al Sud», fanno notizia. Nelle prime 24 ore di iscrizione al portale di Invitalia per partecipare all'incentivo da 1 miliardo e 250 milioni per la nuova imprenditorialità giovanile, sono state registrate 1.643 domande 230 delle quali già depositate.
Ma mentre il ministro parlava, la cifra è continuata ad aumentare (ha superato quota 1.800): se il ritmo si manterrà così sarà possibile arrivare a 30mila domande. Nelle prossime ore Invitalia renderà noti i 15 enti cui ci si potrà rivolgere gratuitamente per la necessaria consulenza sui progetti di fattibilità e le banche disponibili a perfezionare i finanziamenti. La prima sarà la Banca del Mezzogiorno controllata direttamente da Invitalia che è pronta alla sua prima vera e propria missione nella nuova gestione.
 
Altra notizia in linea con il certosino, paziente ma determinato impegno del ministro nel seguire le sue «creature», come i Patti per il Sud, riguarda ancora la Campania: «Il Patto regionale ha lavori in esecuzione per 3 miliardi e 500 milioni, davvero un ottimo risultato dice De Vincenti. Che anticipa, per ogni statistica, il significato della terminologia tecnica usata: «In esecuzione vuol dire cantieri aperti o contratti di servizio erogati», spiega, puntualizzando che lo stato dell'arte è monitorato costantemente da Palazzo Chigi e dalle Agenzie di riferimento (alla sua destra, non a caso, siede Maria Ludovica Agrò, responsabile di quella per la Coesione). Positivi, ad esempio, i dati relativi al credito d'imposta destinato alle imprese che investono nel Mezzogiorno: «Le domande di investimento sono state finora 14.024». Quanto alla crescita dell'occupazione, De Vincenti si limita a mostrare il trend positivo degli ultimi aggiornamenti relativi alla decontribuzione, ovvero alla possibilità di assumere giovani al Sud con uno sgravio del 100 per 100. Nel 2017 i contratti a tempo indeterminato attivati nel Mezzogiorno sono stati i 73,2 per cento del totale che ammonta a 113.495 dei quali il 35,4% fino a 29 anni, il 28,8% fino a 39 anni e il 35,8% per gli over 40. Pochissimi quelli di apprendistato. Di sicuro le risorse mobilitate nel 2017 «per il Sud e il rafforzamento della Coesione nazionale, indispensabili tutti e due all'unità del Paese» dice il ministro, sono stati ingenti. E cioè 28,7 miliardi di interventi pubblici attivati, 8,8 per i Patti per il Sud, 19,9 per i Fondi strutturali, 6 miliardi di spese certificate sul Fondo sviluppo coesione più i 4 miliardi del credito d'imposta.

 
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