«De Luca nel 2006 sindaco con nostri voti»
Cosentino rivela, lo «sceriffo» smentisce

«De Luca nel 2006 sindaco con nostri voti» Cosentino rivela, lo «sceriffo» smentisce
di Gianni Colucci
Giovedì 11 Marzo 2010, 11:04 - Ultimo agg. 12 Marzo, 15:20
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NAPOLI (11 marzo) - L’incontro ci fu. Nella prima settimana di giugno del 2006, appena dopo il ballottaggio per le comunali di Salerno, Nicola Cosentino e Vincenzo De Luca si incontrarono per ufficializzare il sostegno di Forza Italia al candidato civico sotto forma di «indicazione di voto». Il tutto fu propiziato da una dichiarazione inequivocabile di Cosentino: «Propongo di sostenere De Luca che da solo ha sconfitto l’asse di potere Ds-Margherita. Si tratta di preferire la persona contro gli interessi».



Appuntamento di prima mattina
alle ex manifatture cotoniere a Fratte, periferia di Salerno. Testimoni: Gianni Lettieri, che aveva ottenuto di trasferire lo storico stabilimento Mcm nell’area industriale di Salerno e Gaetano Fasolino, parlamentare e allora coordinatore provinciale di Forza Italia.

Nicola Cosentino ha confermato il rendez vous in un incontro pubblico l’altra sera a Salerno. Dall’entourage di De Luca si smentisce qualsiasi contatto. Quel che dicono i dati elettorali dell’epoca però è evidente: una sostanziosa iniezione di voti del centrodestra favorì la vittoria di De Luca sul candidato Ds-Margherita (Alfonso Andria, allora europarlamentare e oggi senatore Ds) su cui aveva puntato lo stesso Bassolino. Andò alle urne per il ballottaggio il 70% degli elettori e la maggioranza sostenne De Luca che era uscente.



«Non mi risulta che ci fu alcun contatto tra i due - dice Fulvio Bonavitacola, deputato Pd e uomo chiave delle campagne elettorali di De Luca - Ma pubblicamente uomini del centrodestra dichiararono la propria opzione per Enzo al ballotaggio». La situazione era la seguente. Al primo turno delle comunali il candidato del centrodestra, Nino Marotta, si era fermato al 13% e al ballottaggio andarono De Luca e Andria rispettivamente con il 37 e il 41%. De Luca non smise da quel momento di chiedere apertamente i voti al centrodestra, in nome della discontinuità con i partiti e contro il «bassolinismo». Conferma Cosentino: «Quando con Marotta arrivammo terzi al primo turno mi incontrai con De Luca e gli assicurai la nostra indicazione di voto a suo favore. Andria infatti rappresentava il peggio del bassolinismo».



In quelle giornate in cui De Luca (sostenuto solo da due liste civiche e senza simbolo) contendeva il municipio ad Andria (appoggiato da Margherita, Pd, socialisti, Verdi e Rifondazione), un ruolo decisivo fu giocato dalle destre. Forza Italia in particolare decise di appoggiare il sindaco uscente «per evitare una vittoria di Andria che era troppo vicino a Bassolino», ricorda Gaetano Fasolino, allora parlamentare e coordinatore di Fi a Salerno. E anche il senatore del Pdl, allora An, Nino Paravia conferma che votò il candidato progressista: «Sono amico di Andria - dice Paravia - ma si trattava di evitare una vittoria del centrosinistra ufficiale. Oggi le cose sono totalmente cambiate. De Luca ha gettato la maschera e sta con Bassolino».



In quei giorni in campo scese anche l’attuale presidente della Provincia di Salerno e parlamentare del Pdl, Edmondo Cirielli: «De Luca rappresenta il meno peggio». E aggiungeva: «Non diamo indicazioni di voto, sarebbe scorretto, e poi Cosentino non vota a Salerno». Pro De Luca anche Gianfranco Rotondi, allora nella Democrazia Cristiana. L’attuale ministro in particolare disse: «Con De Luca e non con Andria perchè il consenso civico di cui dispone il primo è un valore che va oltre i partiti». Ma i giovani di Forza Italia ottennero di avere libertà di voto. Fasolino comunque aggiunge: «Non contrattammo niente, né posti di governo né di sottogoverno; usciti sconfitti al primo turno il ragionamento era uno solo: non far vincere gli uomini di Bassolino. Si trattava di un voto non per De Luca ma contro il centrosinistra».



Finì 44 a 56 per De Luca, e Andria non colse l’obiettivo del 50% dei consensi per portare De Luca in consiglio senza maggioranza (tra i due il gelo s’è sciolto all’ufficializzazione della candidatura a governatore). Dicono ora gli uomini del senatore Pd: «Senza i voti di Cosentino De Luca non ce l’avrebbe mai fatta».
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