Rapinatore ucciso, il gioielliere Corazzo: rivoglio la mia pistola

Rodolfo Corazzo
Rodolfo Corazzo
Lunedì 14 Dicembre 2015, 17:08 - Ultimo agg. 28 Novembre, 11:18
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«Ho la pistola da 35 anni, non l'ho mai utilizzata e non avrei mai voluto utilizzarla quella sera. Ma la pistola mi ha salvato la vita e la rivoglio al più presto perché ora me l'hanno tolta. Sarebbe stupido se non mi venisse restituita, la rivoglio appena possibile, altrimenti andrò a rompere le scatole a chi di dovere. Riavere la pistola per me significa riavere la mia sicurezza e non sono disposto a farne a meno». Lo ha dichiarato negli studi di Telelombardia Rodolfo Corazzo, il gioielliere di Lucino di Rodano, nel Milanese, vittima di una rapina in casa insieme alla moglie e alla figlia, che l'altroieri ha reagito sparando con la sua pistola regolarmente detenuta, uccidendo un rapinatore di nazionalità albanese.


«Non pensavo di averlo colpito al cuore. Di sicuro, però, ho una buona mira grazie ad anni di poligono», ha raccontato inoltre Corazzo. «Ora vado raramente a sparare ma in passato ho frequentato parecchio il poligono. Le mie pistole sono tutte registrate». Non solo armi ma anche allenamento fisico. «È tutta la vita che faccio karate, ho vinto campionati, sono stato presidente della federazione. Ho anche allenato molte forze dell'ordine».

«La mia ipotesi è che uno dei banditi fosse un basista italiano. Durante il colpo non ha mai parlato e dava indicazioni a gesti», ha aggiunto. «Credo che addirittura sia originario della zona. È l'unico che non ha parlato, dava indicazioni a gesti. Potrebbe aver fornito lui le indicazioni per arrivare a me».

«Salvini? non ho mai votato la Lega, ma ora è uno dei più coerenti e mi va bene. Lo voterei», ha inoltre detto alla Zanzara su Radio 24 Corazzo. «Spero solo che prendano gli altri due e finisca questo incubo - ha commentato -, sono terrorizzato. Con questi due in giro non sono tranquillo, anche se è difficile che tornino. I carabinieri hanno una pattuglia davanti a casa. Spero non succeda niente». Corazzo ha ribadito che la sua è stata «legittima difesa al cento per cento». «Ho fiducia nella giustizia italiana. Io - ha proseguito - ho risposto al fuoco e alle minacce».

È contento di essere stato armato, «ringrazio Dio» ha ripetuto. «Se non fossi stato armato - è convinto - sarei morto ora, ve lo garantisco. In America queste cose non succedono perchè è più facile essere tutelati dalla giustizia. Se un bandito viene a casa mia uno ha il diritto di difendersi». E quindi «chi ha la possibilità e i requisiti - ha aggiunto - prenda la pistola. Bisogna andare al poligono e avere la sicurezza nel maneggiarla. Ripeto: senza la pistola ci avrebbero ucciso perchè chiedevano quello che non avevamo».

A lui hanno sparato ma «io - ha spiegato - capisco anche quello che dopo dieci rapine si rivolta e spara subito, d'istinto. A casa tua devi difenderti. Capisco anche uno che spara alle spalle mentre il ladro scappa». E il segretario della Lega Nord Matteo Salvini non sfrutta questi fatti di cronaca. «È un problema di cui bisogna parlare. Se vogliono fare una legge che tuteli la proprietà - ha concluso - è normale che ne parlino. Se no non risolviamo il problema».


Corazzo ha partecipato alla trasmissione Iceberg di Telelombardia insieme a Francesco Sicignano, l'imprenditore edile di Vaprio d'Adda che ha ucciso un giovane albanese nella sua villa, dove si era introdotto per rubare. «In queste vicende - dice Sicignano - le vittime siamo noi, i Sicignano e i Corazzo vari non certo i ladri che ti entrano in casa e poi purtroppo rimangono uccisi. Io e la mia famiglia non viviamo più da oltre un mese, abbiamo paura ogni volta che scricchiola una porta soprattutto mia moglie».

«Mi auguro che Corazzo con la sua famiglia - continua Sicignano - non sia costretto a vivere con la stessa nostra paura. Al momento per difendermi non ho più nemmeno la mia pistola, ma la rivorrei. In camera da letto dormo con un forcone da contadino, mi creda non sto scherzando, un forcone da contadino. La cosa peggiore è che da un mese a questa parte nessuno si è più fatto vivo con noi e nessuno ci ha dato un aiuto psicologico: mia moglie, mio figlio e forse anche io ne avremmo bisogno. Ma tanto sono problemi solo nostri e lo Stato se ne frega».

I pm di Milano Alberto Nobili e Grazia Colacicco attendono di esaminare gli atti e le relazioni dei carabinieri sulla sparatoria di Rodano.

Verrà disposta nelle prossime ore l'autopsia sul cadavere del rapinatore. Probabilmente il gioielliere verrà iscritto nel registro degli indagati per eccesso colposo in legittima difesa. Si tratterebbe di un atto dovuto, per consentire all'uomo di nominare un suo consulente in vista dell'autopsia e di qualsiasi altro accertamento tecnico irripetibile. Intanto, in Procura ancora oggi è stata ribadito che si sia trattato di un caso di «legittima difesa».

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