Terremoto devasta il Nepal, crollano i palazzi della capitale: oltre 1900 vittime

Terremoto devasta il Nepal, crollano i palazzi della capitale: oltre 1900 vittime
Sabato 25 Aprile 2015, 09:10 - Ultimo agg. 26 Aprile, 09:14
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Devastante terremoto in Nepal. Le scosse hanno causato un bilancio provvisorio di almeno 1.500 morti.

Il paese è in ginocchio. Due fortissime scosse ravvicinate e prolungate, seguite da ben 23 repliche, hanno seminato morte e distruzione nel Paese e soprattutto nella sua capitale Kathmandu, con un bilancio di vittime che in serata si avvicinava, secondo le autorità locali, a 1.900 morti e centinaia di feriti. Ma la potenza devastante del sisma che ha colpito un'area densamente popolata fa temere che i numeri della tragedia possano essere molto più pesanti.

Gravissime le distruzioni di edifici e monumenti storici spesso recentemente restaurati, non solo nella capitale ma anche nelle storiche città vicine di Patan (Lalitpur) e Bhaktapur. L'onda sismica si è estesa anche ad almeno tre Stati dell'India nord-orientale (Bihar, West Bengala ed Uttar Pradesh con una sessantina di morti), al Tibet (13 morti), ed al Bangladesh (due).

Everest. E, tragedia nella tragedia, il terremoto ha causato imponenti valanghe nella zona dell'Everest che hanno travolto spedizioni che stavano accingendosi a scalare la montagna più alta del mondo. Una di queste, composta da militari dell'esercito indiano, ha annunciato di aver constatato la morte di 18 scalatori stranieri di nazionalità imprecisata, con il recupero di 13 dei loro corpi.

Un alpinista italiano bloccato. Per quanto riguarda la presenza di italiani nei luoghi della tragedia la Farnesina, in coordinamento con le rappresentanze diplomatiche in India e Nepal, ha realizzato verifiche per tutta la giornata. Per il momento sono segnalati tre connazionali bloccati sull'Everest (tra cui Marco Confortola, già sopravvissuto a un tragico incidente sul K2 nel 2008), mentre non ci sarebbero particolari problemi per un gruppo di scalatori vicentini.

Le due scosse, la prima poco prima delle 12 locali di 7.9 gradi su scala Richter e la seconda di poco inferiore, hanno avuto come epicentro Lamjung, nel Nepal occidentale, località che secondo i media è pure stata rasa al suolo, con un ipocentro particolarmente vicino alla superficie, fattore che ha aggravato le devastazioni.

A cui hanno contribuito le continue repliche, almeno 15 superiori a 5 gradi Richter.

Secondo gli esperti, da tempo era atteso un forte sisma sulla grande linea tettonica chiamata MHT (Main Himalayan Thrust), e la violenza del fenomeno odierno ha dimostrato che la realtà è andata oltre le previsioni. Il movimento tellurico, che ha ricordato quello del 1934 che causò 16mila morti, ha messo in ginocchio l'intero Paese, distruggendo buona parte del patrimonio archeologico e architettonico, attrazione dei turisti di tutto il mondo e risorsa vitale per la povera economia nepalese.

Si è accartocciata a Kathmandu come un castello di carte la famosa torre Dharahara, patrimonio dell'Unesco di nove piani e 62 metri d'altezza che era stata ricostruita totalmente il secolo scorso dopo i danni subiti nel terremoto di 80 anni fa. Fra le sue macerie, i soccorritori hanno recuperato i cadaveri di ben 250 persone. Le devastazioni al patrimonio storico nepalese si sono estesi alla Durbar Square di Patan, probabilmente la più bella collezione di templi e palazzi di tutto il Nepal.

Miracolosamente, invece, se l'è cavata solo con danni minori il tempio del V secolo Pashupatinath dedicato al dio Shiva. Di fronte ad una tragedia di dimensioni tali da rendere i centri abitati simili a città vittime di bombardamenti, il governo ha capito di non avere i mezzi per fare fronte alla situazione. Ha dichiarato l'emergenza nazionale e lanciato un appello alla solidarietà internazionale, a cui ha risposto per prima la vicina India.

I soccorsi. Da parte sua l'Italia, attraverso il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, ha immediatamente disposto un aiuto di emergenza per un ammontare di 300.000 euro dai fondi della Cooperazione. Il finanziamento verrà canalizzato attraverso la Federazione Internazionale della Croce Rossa consentendo di realizzare attività di primo soccorso alle vittime. In attesa degli aiuti che comunque non giungeranno prima di domani, decine di migliaia di persone hanno dovuto sistemarsi da sole fra le macerie di case rese inabitabili per i crolli ma anche per la mancanza di elettricità, acqua e gas. Mentre gli ospedali sono andati immediatamente in tilt per l'arrivo continuo di feriti, sistemati prima nei corridoi e poi addirittura all'esterno sotto ripari precari.

Il governo del Nepal ha intanto dichiarato lo stato di emergenza nelle aree del Paese colpite dal sisma e lanciato un appello alla comunità internazionale affinché fornisca al Paese gli aiuti umanitari necessari per fare fronte alla situazione. Al momento, il governo di Katmandu ha stanziato 500 milioni di rupie (5 milioni di dollari) come fondo di emergenza per gli aiuti. Sui 75 distretti nei quali è suddiviso il Paese, almeno 29 risultano colpiti dal sisma.

Prevalgono le vittime nella capitale, Kathmandui, seguita da Bhaktapur, Sindhupalchowk, Rasuwa e Lalitpur.

Il sisma, di magnitudo 7.9 secondo i dati dell'istituto sismologico americano Usgs, è stata registrata poco prima di mezzogiorno locale, causando ingenti danni e crollo di edifici, riferiscono funzionari locali. La scala Richter arriva a 8.6 gradi (il devastante terremoto di San Francisco nel 1906 fu classificato 7.8). Secondo la scala Mercalli il sisma nepalese si collaca fra il 9° e il 10° grado (disastroso e molto disastroso) su una classificazione in 12 gradi.

L'aeroporto di Tribhuvan di Kathmandu è rimasto danneggiato ed è stato chiuso e lo resterà almeno fino a lunedì. I voli in arrivo verso la capitale nepalese sono stati dirottati verso aeroporti dell'India settentrionale.

Le scosse di assestamento

«Ci sono ancora lunghe scosse di assestamento, un paio veramente forti. Siamo chiusi nel compound americano» di Kathmandu «molto danneggiato. Possiamo sentire molte sirene». Lo riferisce un dipendente dell'Undp (Programma dell'Onu per lo Sviluppo) in Nepal, Chris Decker, a qualche ora dal forte terremoto. «Stiamo bene, ma molto spaventati», aveva scritto Decker subito dopo il sisma, sul suo profilo Facebook per rassicurare familiari e amici.

Papa Francesco, informato del devastante terremoto che ha colpito oggi il Nepal, con centinaia di vittime, «sta seguendo in preghiera e con grande preoccupazione l'evolversi della situazione, partecipando al dolore di quanti sono stati colpiti». Lo riferisce la Radio Vaticana.

Aiuti dai Pesi confinanti. Il premier indiano Narendra Modi ha parlato oggi con il presidente del Nepal, Ram Baran Yadav, offrendo aiuti dopo la duplice scossa di terremoto che ha colpito il Paese himalayano. In un tweet Modi ha ricordato che «molte parti dell'India sono state colpite dal sisma» e che «stiamo raccogliendo informazioni per fare un primo bilancio dei danni e delle vittime, sia in Nepal, sia in India».

L'Expo. Expo ha deciso di organizzare una raccolta fondi per aiutare la popolazione del Nepal colpita dal terremoto. Il commissario unico, Giuseppe Sala, lo ha annunciato durante una visita al padiglione del Paese asiatico insieme al vicecommissario del Paese asiatico, Amrit Shakya. «Siamo molto vicini alla popolazione del Nepal in questo memento di grande difficoltà e in particolare alle famiglie degli operai nepalesi che da febbraio stanno partecipando alla costruzione del padiglione - ha spiegato Sala -. Il primo maggio, con l'apertura di Expo 2015, daremo il via a una raccolta di fondi per le popolazioni colpite del terremoto». Quella del Nepal è una delle costruzioni che era a rischio di non aprire venerdì prossimo. Ma Sala si è detto soddisfatto dei progressi che ha fatto: «credo proprio - ha concluso - che sarò pronto per l'inaugurazione dell'evento».

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