Strage del Bardo, il pm: Touil in Italia il giorno dell'attentato. Il fratello: «Il 19 marzo era a scuola a Trezzano»

Strage del Bardo, il pm: Touil in Italia il giorno dell'attentato. Il fratello: «Il 19 marzo era a scuola a Trezzano»
Giovedì 21 Maggio 2015, 08:58 - Ultimo agg. 22 Maggio, 08:42
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Abdelmajid Touil, il marocchino arrestato due giorni fa per l'attentato al Museo del Bardo di Tunisi, sarebbe stato in Italia sia nel giorno della strage che in quelli precedenti e successivi.

È quanto è stato accertato dalla Procura di Milano in base ai registri della scuola frequentata da Touil e alle testimonianze dei docenti.

Stando ai primi accertamenti, a detta di inquirenti e investigatori, al momento, emerge un quadro compatibile con la presenza del marocchino di 22 anni in Italia nel giorno della strage, il 18 marzo scorso, e nei giorni immediatamente precedenti e successivi.

E questo porterebbe ad escludere, quasi con certezza, che il giovane abbia avuto un ruolo da esecutore materiale nell'attentato in cui morirono 24 persone, tra cui 4 italiani. A rafforzare questa ricostruzione, ci sono, da quanto si è appreso, non solo le parole a verbale di alcuni insegnanti della scuola di italiano di Trezzano sul Naviglio (Milano), frequentata dal marocchino, ma anche i registri delle presenze in classe sequestrati dagli investigatori. Registri dai quali risulterebbe presente alle lezioni sia giovedì 19 marzo che lunedì 16 o martedì 17 marzo. Un quadro, quindi, compatibile, secondo gli inquirenti, con la sua presenza nel nostro Paese quando si è verificata la strage a Tunisi. Sono, comunque, in corso verifiche per capire se Touil abbia avuto o meno un ruolo nella pianificazione e nella preparazione dell'attentato e di quale tipo e da dove.

Il procuratore nazionale Antimafia. «È in corso un'attenta verifica da parte dell'autorità giudiziaria milanese, soprattutto in merito all'alibi fornito». A dirlo è stato il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, oggi a Cosenza, in merito all'arresto del marocchino. «È un'attività doverosa - ha aggiunto - perchè ci contraddistinguiamo nel contrasto al terrorismo internazionale per i mezzi normativi e organizzativi di cui disponiamo, ma anche per l'estremo rispetto delle garanzie individuali delle persone indagate». «Questo - ha aggiunto - ci rafforza nel contrasto alla criminalità internazionale perchè siamo capaci di contemperare efficienza e garanzia, e questo è il massimo».

La procura di Roma, titolare dell'inchiesta sulla strage avvenuta nel museo del Bardo, sta seguendo con attenzione l'evolversi del caso Abdelmajid Touil. Nella Capitale il pm Francesco Scavo procede, contro ignoti, per attentato con finalità di terrorismo. A piazzale Clodio, secondo quanto si apprende, sono ora attese le determinazioni della procura di Milano.

Il fratello dell'arrestato. «Questo è il quaderno su cui mio fratello studiava italiano. C'è la pagina del 19 marzo. Come avrebbe fatto a rientrare dalla Tunisia?». A parlare all'agenzia Ansa è Abderazzak Touil, il fratello del marocchino arrestato. Abderazzak mostra il quaderno, che non fa parte del materiale sequestrato finora.

Partono dai primi di marzo e arrivano fino ai primi di aprile le date delle lezioni appuntate su un quaderno mostrato dai famigliari di Touil. «È quello di Abdelmajid», afferma il fratello Abderrazzak. Ha la copertina rossa, con una quarantina di pagine scritte con una calligrafia incerta, e molte fotocopie. Sono lezioni di italiano del corso che il 22enne frequentava in una scuola dell'hinterland milanese.

«Le lezioni che frequentava Abdelmajid Touil si tengono il lunedì e il giovedì, mentre il giorno dell'attentato al Bardo a Tunisi, il 18 marzo, era un mercoledì», ha detto il sindaco di Trezzano sul Naviglio (Milano), Fabio Bottero a Radio 24. «Questo ragazzo frequentava il centro a Trezzano - ha detto Bottero - e sia lunedì 16 e che giovedì 19 marzo risulta presente, stando ai registri. Queste informazioni le ho passate agli organi competenti che indagheranno».

«Andranno chiariti» i movimenti di Touil dopo il suo ingresso in Italia lo scorso 17 febbraio: «Tra quella data e il 19 maggio non sono emerse evidenze della sua presenza sul territorio nazionale». Lo ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, nella sua informativa alla Camera sull'arresto del marocchino sospettato di essere coinvolto nella strage del Bardo a Tunisi.

Touil è giunto a Porto Empedocle dopo essere stato soccorso su un barcone lo scorso 17 febbraio: dopo fotosegnalamento e impronte, il questore di Agrigento ne ha disposto l'espulsione, ma «in quel momento nulla a suo carico era stato segnalato dalle autorità tunisine; ne consegue che non era considerato un soggetto pericoloso per la sicurezza nazionale», ha detto ancora il ministro dell'Interno.

«Terrò fuori gli argomenti da campagna elettorale dalla mia informativa: parliamo dell'arresto di un sospettato di terrorismo, di un successo investigativo, frutto anche della buona cooperazione tra diversi Paesi nella lotta al terrorismo», ha aggiunto il ministro dell'Interno.

«Mai escluso che l'Italia sia a rischio terrorismo: sempre detto che l'allerta è elevatissima, anche sull'uso dei barconi per l'infiltrazione di terroristi, pur se finora mancano riscontri», ha detto ancora Alfano.

Nel 2015 sono stati espulsi dall'Italia 33 soggetti coinvolti nella minaccia del terrorismo: erano stati 13 in tutto il 2014, ha poi rivelato il ministro dell'Interno.

Touil era ricercato a livello internazionale dalle autorità tunisine che lo ritengono coinvolto nell'attentato. È stato catturato dalla Digos e dai Ros a Gaggiano (Milano) ieri sera. Gli investigatori nel corso delle perquisizioni hanno sequestrato alcune pen drive con all'interno materiale informatico. Molti restano comunque i dubbi sul presunto coinvolgimento nell'attentato dell'uomo.

I reati contestati nel mandato di cattura emesso dal Tribunale di Tunisi sono: omicidio volontario con premeditazione, cospirazione al fine di commettere attentati contro la sicurezza interna dello Stato e commettere un attentato allo scopo di mutare la forma di governo, incitamento della popolazione ad armarsi l'una contro l'altra e provocare disordini sul territorio tunisino, sequestro di persona a mano armata, partecipazione ad addestramento militare all'interno del territorio tunisino al fine di commettere reati terroristici, utilizzo del territorio della Repubblica al fine di reclutare e addestrare persone per commettere atti terroristici.

Le autorità tunisine ritengono che il 22enne abbia fornito sostegno logistico al gruppo armato responsabile dell'assalto. Lo ha reso noto il portavoce del ministero dell'Interno tunisino, Mohamed Ali Aroui. Le autorità tunisine e quelle italiane - ha aggiunto il portavoce - si stanno coordinando per la sua estradizione.

Nell'appartamento in cui vivono la madre e i fratelli (estranei all'inchiesta, ndr) è stato sequestrato del materiale da parte degli agenti della Digos di Milano. I suoi due fratelli, a quanto si apprende in ambienti investigativi, svolgono attività di spaccio e comunque sono ignari dell'attività terroristica contestata al 22enne e non sono stati colpiti da provvedimenti.

«Siamo increduli, sicuramente la polizia ha sbagliato persona», dicono i familiari e vicini del marocchino. In via Pitagora, a Gaggiano (Milano) non è molto conosciuto, lo vedevano poco ma tutti sostengono che era in Italia nei giorni della strage. «Stava spesso a casa, a volte andava a mangiare alla Caritas - racconta all'ANSA un vicino - È un bravo ragazzo, cercava lavoro». «Frequentava una scuola per imparare l'italiano a Rozzano o Trezzano, non ricordo bene - dice una signora del quartiere - Ho sentito che una professoressa ricorda di averlo visto in classe il giorno dell'attentato. La madre si è impegnata molto per i figli. Mi sembra tutto assurdo - continua - Un terrorista internazionale che vive a Gaggiano, in casa con madre, fratelli e nipotino, che va a scuola e mangia alla Caritas. Mi sembra strano».

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