Berlusconi: subito riforma della Giustizia
e avanti tutta sulle intercettazioni

Silvio Berlusconi (foto Michele Audisio - Toiati)
Silvio Berlusconi (foto Michele Audisio - Toiati)
Mercoledì 31 Marzo 2010, 10:39 - Ultimo agg. 15 Marzo, 21:44
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ROMA (31 marzo) - Un risultato che premia il governo e che si traduce in un mandato a realizzare insieme alla Lega le riforme, a partire da giustizia e fisco: cos il premier Silvio Berlusconi, che ha riunito a Palazzo Grazioli i capigruppo Pdl e alcuni ministri, giudica l'esito delle regionali, rivendicandone la vittoria. Subito dopo Pasqua Berlusconi convocherà l'ufficio di presidenza, la direzione nazionale e il consiglio nazionale del Pdl per decidere il calendario delle riforme: al primo posto, è già stabilito, figurerà la giustizia. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, apre al confronto, ma a condizione che si affrontino «i problemi veri dei cittadini».



Berlusconi accelera sulla giusitiza, intercettazioni al primo posto. A Palazzo Grazioli il Berlusconi ha ribadito al Guardasigilli Alfano di non voler accettare tentennamenti sulla riforma della giustizia, specialmente dopo il risultato delle regionali. Così, avanti tutta sulle intercettazioni al Senato, dove il cammino riprenderà in commissione con l'illustrazione dei 361 emendamenti a partire dal 13 aprile; modifiche costituzionali, da presentare in uno dei consigli dei ministri dopo Pasqua, per separare le carriere di giudici-pm e cambiare composizione-attribuzioni del Consiglio superiore della magistratura; eventuale proroga di sei mesi del Csm ora in scadenza (ma l'ipotesi sembra destinata a tramontare per i tempi troppo ristretti) così da modificare, con legge ordinaria, l'attuale sistema elettorale di Palazzo dei Marescialli.



Al dicastero di Via Arenula i testi, specialmente ddl costituzionali e di modifica per via ordinaria del sistema elettorale del Csm, sono pronti già da tempo. Tirare fuori le bozze è ora una scelta che però deve andare di pari passo con il quadro complessivo di tutte le altre riforme. La Lega, forte del successo alle regionali, chiede che federalismo fiscale e presidenzialismo siano affrontati contemporaneamente, mail nodo delle priorità sulle riforme è destinato ad essere sciolto solo la prossima settimana, dopo il vertice a tre Berlusconi-Fini-Bossi, e dopo la riunione dello stato maggiore del Pdl, convocata per blindare il calendario all'interno del partito.



Le riforme costituzionali che allarmano le toghe saranno presentate in uno dei Cdm dopo Pasqua anche se sembra improbabile in quello della prossima settimana. L'aria che tira nella maggioranza in tema di giustizia si capirà quando si tratterà di affrontare il ddl intercettazioni. Al testo, come già preannunciato da Alfano, sarà data la priorità al Senato, dove è approdato dopo il voto alla Camera del luglio 2009. Resta da vedere se il ddl verrà modificato, recependo la moral suasion del Capo dello Stato, oppure se sarà blindato per evitare un ulteriore passaggio a Montecitorio. Su 361 emendamenti già presentati, 17 sono del Pdl, di cui 5 dei finiani Enrico Musso e Mario Baldassarri. I due senatori ex An propongono infatti di scardinare uno dei punti più discussi, la norma che consente le intercettazioni solo in presenza di «evidenti indizi di colpevolezza». Gli emendamenti propongono di cancellare l'aggettivo «evidenti» e di dare il via libera all'intercettazione in presenza di «indizi di colpevolezza».



I magistrati teono il peggio, in attesa che il Capo dello Stato firmi o rinvii alle Camere il ddl sul legittimo impedimento su cui conta il premier (almeno fino a che non ci sarà una modifica costituzionale in tema di immunità) per non restare sotto processo a Milano. Nel progetto di riforma costituzionale studiato al ministero della Giustizia le toghe si distingueranno in giudici e avvocati dell'accusa e per loro ci saranno concorsi separati per accedere alla professione. Il Csm sarà interamente riformato (si pensa a due Csm, uno per i giudici e l'altro per gli avvocati dell'accusa oppure a due sezioni distinte), e potrà esprimere pareri sulle leggi unicamente su richiesta del ministro della Giustizia il cui ruolo verrebbe rafforzato. L'organo di Palazzo dei Marescialli, infine, verrebbe modificato nella composizione (un terzo dei membri eletti dal Parlamento in seduta comune, un altro terzo dai magistrati e l'ultimo terzo dal Capo dello Stato), mentre la funzione disciplinare sarebbe affidata a un organo esterno al Csm o in alternativa a una sezione del Consiglio superiore i cui membri non potranno decidere sulla progressione in carriera delle toghe.



Una sostanziale tenuta del centrosinistra esce intanto dal risultato delle comunali, che vedono battuti il ministro Renato Brunetta a Venezia e il leghista Roberto Castelli a Lecco. Ma nel Pd il segretario - che non considera la regionali una sconfitta del partito - finisce sotto accusa.



La Lega insiste: Bossi sindaco di Milano. La Lega avrà il sindaco di Milano? «Umberto Bossi ha detto che ha prenotato la poltrona di sindaco di Milano lasciando poi al consiglio federale di decidere», ha detto oggi il ministro dell'Interno Roberto Maroni nel corso di un'intervista a Sky Tg24. «Sul fatto che la Lega chiede qualcosa in più è una fantasia dei giornalisti. Non lo sostengono né la Lega e né Bossi», precisa Roberto Calderoli a Mattino cinque, assicurando che il successo del Carroccio alle regionali non altererà gli equilibri interni alla maggioranza. Poi però il ministro della Semplificazione conferma l'eccezione di Milano: «Milano è una delle città che andrà al voto tra un anno. Bossi si è dimostrato un ottimo sindaco della Lega, sarebbe un sindaco eccezionale di Milano».



Il Carroccio: Brunetta sconfitto? Non è colpa nostra. «Gli elettori sono liberi, non li controlliamo. Anche a Lecco, dov'era candidato Roberto Castelli gli elettori hanno votato diversamente per le regionali e per il comune - ha sottolineato Maroni riferendosi alla sconfitta di Brunetta a Venezia - Evidentemente in Veneto hanno votato Zaia e hanno votato di meno Brunetta, ma certamente non c'è stato un ordine in quel senso della Lega».



Né posti, né poltrone per la Lega dopo la vittoria alle elezioni, ma riforme; e per quanto riguarda la guida del ministero dell'Agricoltura, dopo la vittoria del ministro Luca Zaia in Veneto, deciderà Berlusconi, ha poi affermato Maroni.



Intanto si potrebbe chiudere domani il caso delle dimissioni di Raffaele Fitto. Silvio Berlusconi sarebbe orientato a respingere le dimissioni del ministro degli Affari Regionali nel corso del Consiglio dei ministri convocato per domani. Si tratta solo di indiscrezioni, ma l'orientamento emerso sarebbe questo e salvo sorprese dell'ultima ora le dimissioni saranno respinte domani.
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