Bagarre alla Camera, questori: M5s voleva bloccare Parlamento. "Censurato" Dambruoso

Il deputato Bonanno con le manette (Foto Lami/Ansa)
Il deputato Bonanno con le manette (Foto Lami/Ansa)
Martedì 4 Febbraio 2014, 16:54 - Ultimo agg. 21:51
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I deputati del Movimento cinque stelle hanno agito con l'intento non di fare ostruzionismo, bens di bloccare i lavori del Parlamento.

Questo, in sintesi, il contenuto della relazione che i questori di Montecitorio hanno fatto della seduta della scorsa settimana finita in bagarre. Intanto Grillo torna a denunciare quello che secondo lui è «un colpo di Stato» e a chiedere le dimissioni della presidente della Camera Laura Boldrini.

Eccezionale gravità. «Numerosi parlamentari», prevalentemente del Movimento 5 stelle «hanno adottato comportamenti che, esulando da ogni forma legittima di ostruzionismo o di contestazione, sono stati finalizzati ad ostacolare materialmente, vale a dire attraverso forme fisiche di impedimento, il funzionamento degli organi parlamentari e a precludere ad altri deputati la possibilità di esercitare le proprie funzioni», scrivono i questori. «Si tratta - spiegano nella relazione - di un fenomeno di eccezionale gravità sul piano istituzionale che deve essere chiaramente contrastato con la dovuta fermezza» con sanzioni. Le sanzioni massime previste dal regolamento, è stato ricordato dal questore Fontanelli (Pd) vanno dai due ai quindici giorni di sospensione dall'attività parlamentare.

«È stata rappresentata - spiega - l'esigenza di far sì che le sospensioni non si attuino nelle giornate in cui verrà esaminata la riforma della legge elettorale», che tornerà in Aula dall'11 febbraio. Tuttavia, considerato che tutti gli oltre 40 deputati coinvolti in diversi eventi dovranno essere auditi dall'Ufficio di presidenza per valutare le differenti posizioni di ciascuno, e che ciò può avvenire solo quando non ci sono votazioni in assemblea, è probabile che per avere le sanzioni ci vorranno ancora diversi giorni. I questori comunque divideranno le sanzioni secondo due fattispecie: «Comportamenti volti ad impedire il funzionamento degli organi parlamentari e l'esercizio del diritto di voto da parte dei deputati», e «comportamenti che hanno determinato una grave turbativa dei lavori parlamentari e comportamenti consistiti nel passaggio alle vie di fatto».

Morsi e bagarre. La relazione riferisce analiticamente i comportamenti dei deputati. In particolare viene spiegato che «avevano luogo contatti fisici tra i deputati e gli assistenti parlamentari che tentavano di trattenerli. In particolare, la deputata Silvia Benedetti mordeva il braccio di un assistente parlamentare che stava tentato di impedirle di sedersi sui banchi del governo». Gli eventuali profili penali dei fatti avvenuto saranno oggetto di una ulteriore e successiva relazione da parte dei Questori.

La "gomitata" di Dambruoso. Il comportamento di Dambruoso nella seduta del 29 gennaio scorso in Aula «è risultato estraneo alle funzioni da questi ricoperte» nella qualità di questore, si legge inoltre nella relazione di Fontanelli e Fontana. I questori valutano di «eccezionale gravità» il comportamento di Di Battista (M5S). Durante la riunione il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti ha sottolineato l'opportunità che Dambruoso si dimetta da questore. Luigi Di Maio di M5S ha apprezzato la valutazione sulla situazione di Dambruoso espressa dai questori di Montecitorio. Dambruoso non ha partecipato alla riunione di oggi. La relazione spiega che Dambruoso «nell'intento di allontanare la deputata Lupo» dal banco del governo «protendeva il braccio destro colpendola con la mano tra il collo e il volto e sospingendola al centro dell'emiciclo. Ne nasceva un diverbio, durante il quale Dambruoso respingeva per due volte la deputata con le mani, mentre un assistente parlamentare si frapponeva trai due deputati».

Grillo. «In Italia è in corso, ora, un colpo di Stato. Non puoi più far finta di nulla», ha scritto Beppe Grillo sul suo blog, dove si scaglia contro la riforma elettorale, il decreto Imu-Bankitalia e la 'ghigliottinà decisa dalla presidente Boldrini. Questa «è la fine della democrazia».

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