Chirurgia estetica, i rischi tra errori e prezzi al ribasso

Chirurgia estetica, i rischi tra errori e prezzi al ribasso
di Maria Pirro
Lunedì 16 Settembre 2013, 08:55 - Ultimo agg. 16 Marzo, 02:25
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Interventi sbagliati, protesi tossiche, danni irreparabili. Viaggi in cliniche low cost, chirurgia praticata in sale operatorie di fortuna. Kit estetici acquistati su internet, in arrivo dalla Cina o dall'India. Silicone fuorilegge utilizzato di nascosto, per risparmiare sui farmaci.



Le follie da ritocco si moltiplicano. «Con rischi tante, troppe volte sottovalutati» dice il pm di Torino, Raffaele Guariniello, che sta indagando da oltre un anno anche sulle «vittime del botox». Inchiesta a una svolta, con diversi nomi già iscritti nel registro degli indagati. Mentre a Napoli l'Ordine dei medici è pronto ad aprire un fascicolo sull’ultima clamorosa vicenda raccontata dal Mattino: la dottoressa che mostra il volto sfigurato dal peeling.



Caso limite, ma non isolato. C’è un sondaggio realizzato dall’Associazione italiana di chirurgia estetica che rivela: un medico su quattro nel 2012 ha dovuto operare più del 10 per cento dei pazienti già seguiti da un collega. L’indagine ha coinvolto 255 professionisti che hanno risposto a un questionario. Con questa permessa: «Lo studio è anonimo e confidenziale». Il 12,7 per cento ha così ammesso che è stato anche necessario un re-intervento per il 5 e il 10 per cento dei propri pazienti.



Il record. Quello sugli interventi «riparatori» è probabilmente detenuto da una giornalista salernitana Rai che ha raccontato la sua storia in tv: nel ’98 un chirurgo le rovinò le labbra. Ha subito 27 operazioni. Un rapporto dell'Agenzia italiana del farmaco, in tre anni, ha invece segnalato per almeno 30 pazienti con reazioni avverse al trattamento della tossina spiana-rughe.



L’indagine. Un dato che ha spinto a indagare Raffaele Guariniello, procuratore aggiunto della Repubblica di Torino. Accertamenti affidati ai carabinieri del Nas, ancora in corso. Da tempo il magistrato piemontese ha creato un gruppo che si occupa di tutela e sicurezza anche in questo settore: «Senza dubbio, nel corso degli anni, c’è stato un incremento delle denunce. Ora ne arrivano anche una decina al mese». Non solo dalla provincia di Torino, ma da tutt’Italia. Per motivi svariati: problemi causati dalle protesi al seno, danni provocati da apparecchiature abbronzanti oppure da altri trattamenti estetici realizzati con macchinari non a norma. I reati contestati vanno oltre le lesioni personali colpose. «Non mancano le norme - dice Guariniello -. Il problema è farle applicare. Per questo occorrerebbe una attività di vigilanza molto più serrata da parte dei vari organi della pubblica amministrazione, attraverso ispezioni e sopralluoghi». Il magistrato segnala un altro rischio quello dovuto all’utilizzo di macchinari da parte di personale non qualificato anche nei centri estetici. Con conseguenze evidenti, immortalate nelle foto inviate in procura: «Donne col volto ustionato, danni in più parti del corpo. In un numero consistente di casi causati, ad esempio, dalla depilazione tramite apparecchiature, per un utilizzo non attento, oppure da un mix di sostanze usate nei trattamenti».

Il magistrato ricorda un caso in particolare: «Una ragazza che ha perduto persino i capelli. E poi arrossamenti, bruciature, anche tra gli uomini. Danni devastanti, e spesso i pazienti sono giovani».



Pentiti da botox. C’è anche un sito internet (botulinfree.com) che raccoglie queste storie. Alessandra O. scrive: «Ho fatto un’iniezione di botulino... La ruga d’espressione non era grave, ho 40 anni e un viso giovane. Si trattava più di uno sfizio. Il medico mi ha assicurato in tutti i modi, e non ha assolutamente parlato di possibili effetti collaterali. È passato un mese e mezzo dal trattamento e io ho mal di testa tutti i giorni, mi sento stanca, ho un fastidio alle orecchie e sento un continuo peso sulla fronte. Anche l’effetto estetico non è soddisfacente: è come se la fronte schiacciasse verso il basso, perciò ho gli occhi, le palpebre pesanti, lo sguardo meno fresco. La fronte è liscia, liscissima. Ma la pelle intorno risulta più “stroppicciata”. Non vedo l’ora che l’effetto passi per stare di nuovo bene. Non so quanto ci vorrà…».

Danni causati da trattamenti estetici. «Il fenomeno è sottovalutato» è il monito lanciato da Guariniello che sottolinea l’importanza che la Procura della Repubblica sia dotata di «una organizzazione che affronti questi problemi in modo sistematico. Senza aspettare la denuncia di un singolo caso che, piuttosto, può essere uno spunto per analizzare la situazione. Bisogna puntare sulla prevenzione e sulla vigilanza».



I rischi degli acquisti su internet. «Una situazione preoccupante» denuncia Michele Di Iorio, componente dell'Aifa e presidente di Federfarma Napoli che, sulla contraffazione dei farmaci acquistati on line, sta organizzando, insieme con i Nas, sette convegni. Uno è in programma nel capoluogo campano. «Un farmaco come il botulino dovrebbe essere consegnato solo a medici dotati di particolari strutture per la somministrazione. Va, infatti, conservato a una temperatura precisa, ed è particolarmente rischioso interrompere la catena del freddo perché poi il farmaco non risponde più agli standard e può determinare effetti imprevedibili nell’organismo e rivelarsi un prodotto micidiale. Per questo è decisivo il ruolo del farmacista».



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L’Osservatorio. Lo ha ideato il professore Francesco D'Andrea al Vecchio Policlinico di Napoli, sugli errori di chirugia estetica. Parte da una preoccupante crescita di casi rilevati: un aumento del 5 per cento di interventi per correggere danni commessi da altri, in totale quelle di «recupero» sono oramai il 25 per cento delle operazioni effettuate. «La bellezza è diventata un bene irrinunciabile. E per tentare di conquistarla si ricorre anche a prestiti. Cresce dunque la richiesta di interventi di chirurgia plastica perché cresce il bisogno di sentirsi eternamente giovani, belli e in forma e spesso si finisce in mani sbagliate» ragiona D’Andrea, tesoriere della Società italiana di chirurgia plastica, professore ordinario della Seconda Università di Napoli, che sottolinea come «in caso di fallimenti, sempre più spesso, anche a causa degli elevati costi, i pazienti si rivolgono alle strutture ospedaliere pubbliche con pesante aggravio economico sul servizio sanitario nazionale. Come è accaduto per le Pip, le protesti al silicone killer di cui tanto si è parlato lo scorso anno. Quasi tremila quelle installate solo a Napoli». Sottolinea D’Andrea: «Non bisogna dimenticare che il chirurgo plastico estetico è un medico che esercita un’attività chirurgica vera e propria, regolata da principi ben definiti che sono gli stessi della chirurgia ricostruttiva. Ecco perché è importante che i pazienti non sottovalutino la scelta del professionista e delle strutture adeguate, finalizzate a una chirurgia estetica di qualità. Ciò significa affidarsi a medici specialisti in chirurgia plastica estetica».



L’allarme. Chirurgo plastico estetico, attenzione, non medico estetico. «Perché la specializzazione in medicina estetica non esiste. Attribuirsi questo titolo è una violazione deontologica» precisa Bruno Zuccarelli, presidente dell’Ordine dei medici di Napoli, che sottolinea l’importanza di «esercitare la professione con prudenza e preparazione». Quanto alla vicenda della dottoressa sfigurata, «sicuramente è un dovere chiarire l’accaduto. Convocando immediatamente la dottoressa, per raccogliere la sua testimonianza, se non è arrivata la sua segnalazione, e poi chiedendo al medico di fare le sue controdeduzioni».
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