Campania al top: Musei, Pompei e Reggia di Caserta tra i siti più visitati d'Italia

Campania al top: Musei, Pompei e Reggia di Caserta tra i siti più visitati d'Italia
Mercoledì 13 Gennaio 2016, 15:07 - Ultimo agg. 19:39
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Visitatori in aumento, nel corso del 2015, in Campania per gli Scavi di Pompei, che si piazzano al secondo posto nella top 30, la Reggia di Caserta, al decimo posto, il Museo Archeologico Nazionale, al 14esimo, gli Scavi di Ercolano, al sedicesimo, quelli di Paestum al ventesimo.

Bene anche la Grotta Azzurra di Anacapri, al 25esimo posto. È quanto emerge dal report sui musei della Campania redatto dal ministero per i Beni culturali. Per gli Scavi di Pompei, dove si sono registrati 2.934.010 visitatori c'è stato un aumento del 12%, pari a + 312.207 ingressi. Nella Reggia di Caserta 497.158 visitatori, con un incremento del 16%, pari a + 69.019 visitatori. Nel Museo Archeologico di Napoli 364.297 ingressi, rispetto ai precedenti 350.433. Ok anche gli Scavi di Ercolano che arrivano a 352.365 visitatori. In aumento l'afflusso agli Scavi di Paestum che è al 20esimo posto. Si passa da 279.467 a 300.347.


Scavi di Pompei, dunque, al secondo posto nell'elenco dei siti culturali italiani più visitati d'Italia, con un incremento di turisti nel 2015 pari al 12%. Un traguardo che premia con il valore dei numeri (circa 3 milioni di ingressi lo scorso anno) il lavoro svolto dal soprintendente del sito archeologico, Massimo Osanna, con la riapertura di domus chiuse da decenni, ma anche mostre, ricerche, eventi e promozione della cultura dell'antica Pompei in tutto il mondo. Un successo «spinto» anche dalle numerose domeniche a ingresso gratuito di cui proprio il professor Osanna effettua l'analisi. «La realtà dell'area archeologica di Pompei come forte attrattore culturale si è confermata ancora una volta con l'aumento dei visitatori registrato nel 2015 - commenta il soprintendente- e il dato ci dà l'ulteriore prova del successo del Grande progetto che ha visto in campo la Soprintendenza di Pompei, affiancata dalla struttura diretta dal generale Nistri, a dimostrazione che si è lavorato nella giusta e corretta direzione. Non va sicuramente trascurata la politica della cultura accessibile a tutti attuata dal Ministro Franceschini che, aprendo gratuitamente i luoghi d'arte nella prima domenica di ogni mese, ha contribuito a coinvolgere sempre di più le comunità del territorio». 

«Siamo molto contenti per il risultato ottenuto. Di buon auspicio per il 2016». È invece il commento del direttore del Museo di Paestum, Gabriel Zuchtriegel, a proposito della pubblicazione dei dati relativi all'affluenza dei visitatori dei musei italiani nell'anno appena trascorso. «Nel 2015, - spiega Zuchtriegel - abbiamo accolto 300.347 visitatori, con un incremento pari al 7 per cento in più rispetto all'anno precedente. Un dato confortante, superiore all'incremento della media nazionale, pari al sei per cento.». «Tra l'altro, - prosegue il direttore del museo pestano - abbiamo superato per la prima volta la soglia simbolica dei 300mila visitatori. Merito di chi in questi mesi ha lavorato al successo degli eventi, dei nostri partner e anche di chi ci ha preceduti.» «Il Parco Archeologico di Paestum ha delle straordinarie potenzialità. - conclude Gabriel Zuchtriegel - Il nostro impegno sarà quello di migliorare ancora di più l'offerta e i servizi per fare in modo che questo 2016 registri risultati ancora più lusinghieri di quelli registrati nel 2015».

«Ci consideriamo molto soddisfatti del risultato conseguito se si riflette, in primo luogo, sul fatto che le realtà a confronto non sono omogenee, trattandosi ora di monumenti, ora di parchi, ora di circuiti. Tra i musei veri e propri e non appartenenti ai circuiti, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli si colloca tra il quarto-quinto posto della classifica in Italia, con un significativo incremento dei visitatori rispetto al 2014» è il commento di Paolo Giulierini direttore del MANN in relazione alla classifica dei siti museali e archeologici più visitati in Italia nel 2015. Il Museo napoletano nel 2015 ha avuto 364.2978 visitatori (nel 2014 erano stati 350.433) ed è quattordicesimo nella classifica nazionale.

«I dati sui visitatori della Reggia di Caserta nel 2015 sono ottimi sia perché confermano l'importanza del monumento a livello nazionale, sia per la Campania, che si conferma seconda regione dopo il Lazio e per il secondo anno di fila fa meglio della Toscana».
Commenta con entusiasmo Mauro Felicori, direttore della Reggia di Caserta, il risultato raggiunto nel 2015 dal palazzo borbonico, decimo assoluto tra i musei italiani con 497.158 visitatori, oltre 69 mila in più del 2014 (+16%), seconda performance in Italia dopo quella del museo Egizio di Torino. «Siamo compiaciuti ma non appagati», dice però poco dopo, riferendosi al reale obiettivo del suo incarico, ovvero quel «milione di visitatori che voglio portare alla Reggia entro la fine del mio mandato, che durerà quattro anni». Il manager bolognese è arrivato nell'ottobre scorso, quando il trend positivo dei visitatori già si andava consolidando, nonostante i numerosi problemi di carattere organizzativo-gestionale dovuti alla mancanza per mesi di un dirigente di vertice dopo il trasferimento in Puglia nel marzo 2015 dell'ex soprintendente Fabrizio Vona. «Il risultato è stato raggiunto - dice Felicori - grazie al grande impegno del ministro e di coloro, tra funzionari e dipendenti, che lavorano alla Reggia. Ma non dimentico la città - amministrata da oltre sei mesi da un commissario prefettizio - che ci sta dando una mano. Vedo la fiducia della gente crescere nei nostri confronti». Nel 2015 c'è stato anche il complesso passaggio dalla vecchia alla nuova normativa avvenuto con la Riforma voluta dal responsabile del Mibact Dario Franceschini, che ha trasformato la Reggia in un Museo dotato di reale autonomia gestionale e contabile, con un proprio cda e un proprio bilancio. La «nuova macchina» sta partendo lentamente. «Sto predisponendo lo statuto e il bilancio, nelle prossime settimane riunirò il cda per approvare i due strumenti» annuncia Felicori, che ammette che nell'organico della Reggia mancano esperti nella delicata materia contabile e in marketing e turismo, nuovo settore, quest'ultimo, introdotto nel piano di organizzazione del lavoro presentato qualche giorno fa ai sindacati. «Ma andremo avanti lo stesso con le risorse che abbiamo, l'importante sarà fare 'sistema' con enti e associazioni» conclude il direttore della Reggia. 
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