A Villa Pignatelli va in scena il jazz giovane

A Villa Pignatelli va in scena il jazz giovane
di Donatella Trotta
Mercoledì 1 Marzo 2017, 08:44 - Ultimo agg. 19:35
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Il jazz? Duke Ellington non aveva dubbi: «In genere, il jazz è sempre stato come il tipo d’uomo con cui non vorreste far uscire vostra figlia». Ma per Emilia Zamuner, classe 1993, giovane artista napoletana di una famiglia di musicisti, è stato un vero e proprio “colpo di fulmine”. Un amore che ha preso il posto dello studio del pianoforte, iniziato con la nonna Laura Lamagna. E un modo più libero di esprimersi vocalmente, dopo una prima formazione in canto lirico sotto la guida del soprano Marilena Laurenza. «Una passione dominante, di quelle che ti cambiano la vita», ti spiega Emilia con lo stesso sorriso contagioso della madre, la pianista Maria Sbeglia: moglie del pianista Umberto Zamuner e mamma di Riccardo (promettente violinista e fratello minore di Emilia). E ora che Emilia Zamuner è al penultimo anno di specializzazione in canto jazz al Conservatorio San Pietro a Majella, con un curriculum già fitto di esibizioni e riconoscimenti (tra i quali il premio Massimo Urbani 2016), ha pensato perciò di condividere il suo amore con un pubblico più ampio, proprio nella sua città d’origine e con la “complicità” organizzativa di Eduardo Scarfoglio, a sua volta discendente di una illustre famiglia di giornalisti e scrittori, fondatori del quotidiano «Il Mattino».


Nasce così, ospitata nella veranda neoclassica del Museo di Villa Pignatelli-Cortes sulla Riviera di Chiaia, la rassegna musicale «Pignatelli in jazz»: cinque appuntamenti dal 2 al 26 marzo promossi dall’Associazione Emilia Gubitosi, con la direzione artistica di Emilia Zamuner, la collaborazione di Eduardo Scarfoglio, il patrocinio del Mibact e il sostegno di Credem. Cinque eventi che avranno per protagonisti alcuni tra i più significativi musicisti jazz del panorama italiano, in una fusione inedita tra jam sessions e classicità, sperimentazione e tradizione: dopo la serata inaugurale, giovedì 2 marzo alle ore 20, con Giuliana Soscia & Pino Jodice duet (fisarmonica e pianoforte) in «Il Tango da Napoli a Buenos Aires», eseguito a Napoli per la prima volta (evento gratuito e solo su invito, info: 393 4772474-0810206497), la rassegna proseguirà nelle successive domeniche di marzo; il 5 marzo (tutti gli appuntamenti saranno alle 11.30) con Andrea Rea al pianoforte e Mino Lanzieri alla chitarra in «Conversation»; il 12 marzo con Luca Signorini (violoncello), Bruno Persico (pianoforte), Massimo Mercogliano (contrabbasso), Enrico Del Gaudio (batteria) in «Morning Classic Jazz»; il 19 marzo con il Giulio Martino Quartetto Acustico (Giulio Martino sax tenore, Rocco Zaccagnino fisarmonica, Alexandre Cerda bassotuba, Leonardo Di Lorenzo batteria); il 26 marzo, infine, con Emilia Zamuner (voce), Mario Nappi (pianoforte), Corrado Cirillo (contrabbasso) e Luca Mignano (batteria) in «Tradition».


Una cornice prestigiosa e insolita, per una rassegna di musica jazz, proprio come gli orari scelti per i concerti, non consueti per eventi solitamente tardoserali, ospitati magari in sedi underground: «Ho voluto organizzare il festival proprio per portare il jazz fuori dai contesti ai quali solitamente appartiene: club e locali notturni», sottolinea la direttrice artistica Emilia Zamuner. «A Napoli – continua - il jazz si suona e si ascolta troppo poco.
Mi sono innamorata di quest’arte qualche anno fa e da allora è diventata la mia vita e la mia professione, quindi ho deciso di portarla alla luce del sole nella mia città attraverso le altissime competenze dei musicisti che abbiamo coinvolto, la splendida location di Villa Pignatelli, concessa da Denise Pagano e Rosanna Naclerio che ringraziamo di cuore, e il generoso supporto di Banca Credem che ha creduto in questo progetto». Un piccolo itinerario ma di grande spessore, conclude Zamuner, «per offrire al pubblico la bellezza e la molteplicità di questo variegato genere musicale: è infatti il jazz in tutte le sue forme a voler essere il protagonista dei cinque concerti: dal suggestivo tango-jazz, alle intramontabili sonorità del jazz più classico, fino alle sperimentazioni senza confini del duo Rea-Lanzieri».
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