Locri, scritte choc contro don Ciotti
un manifesto contro i vandali

La scritta apparsa sul muro del Vescovado
La scritta apparsa sul muro del Vescovado
di Serafina Morelli
Lunedì 20 Marzo 2017, 19:57 - Ultimo agg. 21 Marzo, 08:39
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«I soliti (ig)noti, per la tendenza criminale che li contraddistingue, hanno dimostrato per l’ennesima volta di essere vigliacchi ed inutili per questo territorio, che però continuano a mortificare quotidianamente con i loro vili atti criminali e criminosi». Ad affermarlo il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, che insieme all’amministrazione comunale e ad alcuni studenti ha esposto il cartello “Orgogliosamente “sbirri” per il Cambiamento” come risposta alle scritte offensive comparse nella notte su alcuni muri della città.

Il cartello è stato affisso al posto della scritta “Don Ciotti sbirro e più sbirro il sindaco” apparsa davanti al centro di aggregazione giovanile. Invece “Più lavoro e meno sbirri” e “Don Ciotti sbirro” sono i messaggi lasciati sui muri dell’Arcivescovado Locri dove risiede il vescovo Francesco Oliva e che in questi giorni ospita don Luigi Ciotti, presidente di Libera, per la manifestazione nazionale della Giornata della Memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. E ancora un’altra scritta “Don Ciotti sbirro, siete tutti sbirri” è apparsa dietro alla scuola Maresca. Tutte sono state immediatamente cancellate e gli inquirenti sono al lavoro per dare un volto e un nome ai vandali. Alcune telecamere di videosorveglianza potrebbero avere immortalato I responsabili: le immagini sono state acquisite dai carabinieri.

«Sicuramente non ci fermerà una bomboletta spray e parole insensate scritte da gente vigliacca, in grado di rovinare anche momenti di festa e di unitaria partecipazione. Domani – ha affermato il sindaco di Locri - manifesteremo anche per dire basta alla criminalità, all’ignoranza, alla trasversale tendenza di voler a tutti costi arrestare il vento del cambiamento che ormai soffia su tutta la Locride. Locri non è questa».
 
Don Ciotti - «Siamo i primi, da sempre, a dire che il lavoro è necessario, anzi che è il primo antidoto alle mafie. Ma che sia un lavoro onesto, tutelato dai diritti, non certo quello procurato dalle organizzazioni criminali». Lo afferma il presidente di Libera don Luigi Ciotti commentando le scritte apparse sul Vescovado di Locri. «Gli “sbirri”, che sono persone al servizio di noi tutti - prosegue - sarebbero meno presenti se la presenza mafiosa non fosse così soffocante. Questi vili messaggi, vili perché anonimi, sono comunque un segno che l'impegno concreto dà fastidio. Risveglia le coscienze, fa vedere un'alternativa alla rassegnazione e al silenzio. Noi è con questa Calabria viva, positiva, che costruiamo, trovando in tante persone, soprattutto nei giovani, una risposta straordinaria, una straordinaria voglia di riscatto e di cambiamento».

E sono tanti gli attestati di solidarietà per esprimere vicinanza a don Ciotti. Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, in una telefonata ha espresso la propria vicinanza al presidente di Libera. «Questa scritta ci inquieta moltissimo, soprattutto il giorno dopo le parole del presidente Mattarella – ha affermato la presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi -, che ha richiamato a prosciugare quella “zona grigia” abitata da chi non è mafioso ma non combatte le mafie. È vero, per sconfiggere la ‘ndrangheta ci vuole più lavoro ma non meno poliziotti o meno magistrati, ci vuole più lavoro, più cultura ma si deve respingere ogni atteggiamento giustificatorio. La 'ndrangheta e le mafie non possono mai essere giustificate. Assolutamente no, sarebbe gravissimo ed inaccettabile». 

In serata anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha telefonato a don Ciotti per esprimergli la sua vicinanza, e al vescovo di Locri, Francesco Oliva. 
 
 
 

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