Finti collaudi, blitz in Motorizzazione:
120 casi sospetti, funzionario indagato

Finti collaudi, blitz in Motorizzazione: 120 casi sospetti, funzionario indagato
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 21 Aprile 2017, 23:53
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Collaudi fantasma, mezzi mai revisionati in giro per l’Italia senza alcun sistema di controllo reale. È quanto sta emergendo da un’inchiesta napoletana, che punta dritto alla gestione dei collaudi di autocarri, camion, bus usati per il trasporto privato di passeggeri. 

Un’indagine dai grandi numeri, che ruota attorno alla figura di un funzionario della Motorizzazione civile, in questi mesi trasferito da un ufficio all’altro sull’onda d’urto di verifiche interne. I fatti. Qualche mese fa, il reparto di polizia stradale che presta servizio in Piemonte e in Val d’Aosta si imbatte in un camion sprovvisto di documenti di avvenuto collaudo. O meglio: c’era una fotocopia, l’originale invece era formalmente a Napoli dove era in corso la verifica in uno stabilimento di Licola. Una anomalia che ha spinto la Procura di Napoli ad aprire un fascicolo e a delegare alla polizia stradale una indagine più ampia. E non sono mancate le sorprese. Al momento sono emersi oltre 120 casi di camion o mezzi pesanti che avrebbero usato il «sistema» napoletano per mettere a posto le carte. Anzi: secondo i primi accertamenti, sembra che nella stessa giornata lo stesso funzionario avrebbe autorizzato oltre cento collaudi, ad un ritmo di due minuti ad automezzo. Cosa tecnicamente impossibile. Inchiesta coordinata dal pm Stefania Buda, magistrato in forza al pool reati contro la pubblica amministrazione del procuratore aggiunto Alfonso D’Avino, si scava in centinaia di pratiche. Decisivo il lavoro di screening condotto dai finanzieri in forza al pm Buda, che hanno messo insieme tanti episodi solo apparentemente scollegati: Napoli viene così indicata (anche in questo settore) come la centrale del falso, come la fabbrica di finti collaudi che consentono di far girare mezzi pesanti senza il vaglio di test imposti dalla comunità europea. Sotto i riflettori finisce così il funzionario G.Z., al quale viene contestato un primo episodio di falso; possibile a questo punto che arrivino anche altri casi legati sempre e comunque alle verifiche operate in questi giorni dal pm. Ma non è l’unico target delle indagini. Avviso di chiusa indagine, atto che fa da preludio a una possibile richiesta di processo, anche per altri due funzionari, a loro volta accusati di finte pratiche di collaudo: due nomi che sono inseriti nella lista di imputati nel processo avellinese sulla morte di decine di passeggeri, dopo il volo di un bus dal viadotto (autostrada A/16) causa cattivo funzionamento dei freni. 

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