Spunta un'Oasi Wwf nella trafficata penisola sorrentina, su un parcheggio | Video

Oasi in Città - Sant'Agnello
Oasi in Città - Sant'Agnello
di Ilenia De Rosa
Mercoledì 3 Maggio 2017, 19:35
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Sant'Agnello - Un'oasi naturalistica nel cuore della città, a pochi passi dalle trafficatissime strade della penisola sorrentina e sopra a un parcheggio. «Una scommessa per rimediare allo sfregio del paesaggio compiuto in questi anni con la cementificazione selvaggia e la smania di creare box interrati in penisola sorrentina» secondo Claudio d'Esposito, presidente Wwf Terre del Tirreno. Si tratta di un'area di quattromila metri quadri con 5800 piante, 400 alberi tra cui 70 specie diverse, sita tra il corso Italia e via Gargiulo realizzata dal Comune di Sant'Agnello in collaborazione con il Wwf Terre del Tirreno. 
 

«L'oasi ha una grande funzione simbolica: rappresenta un esempio di come la natura può essere ricreata anche a seguito della distruzione legata a motivi di sviluppo sostenibile» spiega Piergiorgio Sagristani, sottolinenado che si tratta di un progetto realizzato con i fondi europei attraverso un finanziamento di 900mila euro. 

Teatro all’aperto di biodiversità allestito nella parte superiore di un’autorimessa, il parco ha anche funzioni didattiche. «Tante sono le aree tematiche: dal tunnel di noccioli si arriva al ponticello artistico sul biolago per poi raggiungere il bosco mediterraneo - spiega Claudio d'Esposito - Abbiamo creato una collina con gli ulivi, una pineta, un'area dedicata alle farfalle grazie alle piante che producono il nettare che attrae questi animali. E poi l'area agricola, il limoneto e l'agrumeto». Sonorità e profumi sono il punto di forza dell'oasi. «I cittadini qui potranno godere dei suoni della natura e, soprattutto, dei suoi odori. Motivo per cui abbiamo stabilito il divieto di fumare. L'oasi ha rappresentato una sfida, e l'abbiamo vinta. Però bisogna fare attenzione con la cementificazione senza freni ed evitare che dietro al disegno di un parco naturalistico possa nascondersi l'intenzione di distruggere e speculare», aggiunge d'Esposito. 

 
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