Beam fornisce un volume di 16 metri cubi, l'equivalente di una tenda familiare da campeggio. Da quando è stata gonfiata nel maggio 2016, i membri dell'equipaggio sono entrati nove volte nella 'stanza', per recuperare i dati forniti dai sensori che permetteranno di valutare le condizioni del modulo. Gli astronauti lavorano infatti con i ricercatori a terra per monitorare l'integrità strutturale del modulo, la stabilità termica, la resistenza ai detriti spaziali, alla radiazione e alla crescita di batteri.
Finora la sperimentazione dimostra che i materiali morbidi, come quello con cui è stato costruito Beam, nello spazio hanno le stesse prestazioni dei materiali rigidi.
I dati provenienti dai sensori che monitorano gli impatti esterni da detriti o micrometeoriti, per esempio mostrano che la casa gonfiabile ha sempre resistito agli urti grazie a uno schermo fatto di più strati protettivi, i cui requisiti sono superiori a quelli della schermatura della stazione spaziale. Nei prossimi mesi, la Nasa e Bigelow valuteranno la capacità del modulo gonfiabile di proteggere gli esseri umani dalle forti radiazioni dello spazio e si concentreranno sulla misura della quantità di radiazione presente nel modulo.