Maternità, quando è il padre
a riscuotere l’indennità Inps

Maternità, quando è il padre a riscuotere l’indennità Inps
di Bruno Benelli
Lunedì 12 Giugno 2017, 09:00 - Ultimo agg. 15:15
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Se il contributo non può essere pagato alla madre, per morte, malattia grave o abbandono, viene assegnato al genitore alle stesse condizioni
 


Anche i padri lavoratori autonomi hanno diritto all’indennità di maternità (che nel caso specifico diventa indennità di paternità), allorché tale indennità non può essere pagata alla madre lavoratrice dipendente o autonoma. Per padre lavoratore autonomo si intende il lavoratore: a) artigiano; b) commerciante; c) coltivatore diretto, colono, mezzadro, imprenditore agricolo a titolo principale; d) pescatore autonomo della  piccola  pesca  marittima  e delle acque interne.
Il diritto sorge quando il padre rimanga l’unico genitore al verificarsi dei seguenti eventi: 1) morte o grave infermità della madre; 2) abbandono del figlio da parte della madre; 3) affidamento esclusivo del figlio al padre.
 
Indennità di paternità 
 
E' riconoscibile dalla data in cui si verifica uno dei predetti eventi fino alla fine del periodo post partum che sarebbe spettato alla madre lavoratrice. Se costei è lavoratrice dipendente il congedo coincide con i tre mesi dopo il parto, più eventuali periodi ante partum non goduti; se è lavoratrice autonoma l’indennità spetta per i tre mesi dopo il parto. Anche per i padri autonomi, analogamente a quanto previsto per le lavoratrici autonome, non è previsto l’obbligo di astensione dal lavoro nei periodi indennizzati dall’Inps. L’indennità di paternità è riconosciuta alle stesse condizioni e nella stessa misura prevista per l’indennità di maternità in favore delle madri lavoratrici autonome. In ogni caso sono richiesti i seguenti due requisiti durante il periodo di indennità di paternità: 1) iscrizione in una delle gestioni Inps; 2) regolarità col versamento dei contributi per il periodo indennizzabile Inps.
 
Importo giornaliero
 
L’indennità è pari all’ 80% di un importo giornaliero individuato a seconda dell’attività autonoma svolta. E’ di 34 euro (per l’esattezza 33,93 euro) al giorno l’assegno di maternità che spetta alle lavoratrici autonome dell’agricoltura (coltivatrici dirette, colone, mezzadre, imprenditrici agricole professionali). Importo migliore per artigiane e commercianti: 38,14 euro al giorno. I valori 2017 sono ricavati dai  limiti minimi di retribuzione giornaliera fissati dalla legge e quindi sono scollegati dall’effettivo reddito realizzato dalle interessate. Perciò queste misure valgono anche per i lavoratori uomini.
 
Domanda online
 
L’indennità di paternità è riconosciuta a domanda dell’interessato. E deve essere presentata in tempo in quanto è soggetta al termine prescrizionale di un anno decorrente dal giorno successivo alla fine del periodo indennizzabile.  La domanda è presentata solo per via telematica  attraverso i consueti canali: 1) collegamento Inps con sito internet; 2) telefonando al call-center Inps; 3) rivolgendo agli Enti di patronato.
 
Lavoratrici autonome
 
L'Inps ricorda che  hanno diritto al congedo anche le lavoratrici autonome in caso di adozioni o affidamenti. Si rammenta che, prima della riforma, le lavoratrici autonome, madri adottive o affidatarie, avevano diritto all’indennità di maternità per i 3 mesi successivi all’ingresso del minore in famiglia, a condizione che  il minore non avesse superato i 6 anni di età, oppure i 18 anni in caso di adozione internazionale.
 Ora invece  il diritto all’indennità spetta per  un periodo di 5 mesi, a prescindere dall’età del minore all’atto dell’adozione o dell’affidamento, secondo le  stesse modalità previste per le lavoratrici dipendenti.
 
 
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