Fiscal compact, l'Ue boccia la proposta di Renzi. Ma il governo si schiera con lui

Renzi (Ansa)
Renzi (Ansa)
di Marco Conti
Lunedì 10 Luglio 2017, 15:54 - Ultimo agg. 11 Luglio, 10:39
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«Il debito si riduce con la crescita», sostiene Matteo Renzi che nel libro in uscita per dopodomani, “Avanti”, rottama il fiscal compact e propone un patto a Bruxelles: cinque anni al 3% nel rapporto deficit-pil in cambio di una riduzione del debito. Il tutto per la prossima legislatura, precisa il segretario del Pd. Ma così come accaduto sui migranti, con quell’“aiutiamoli a casa loro”, anche questa proposta non può non influire sulla linea che segue l’attuale esecutivo.

Ieri l’altro, parlando ad Amburgo al termine del G20, Paolo Gentiloni ha dett di non aver letto il libro, ma ha difeso le tesi sui migranti del segretario del Pd e c’è da scommettere che altrettanto farà nei prossimi giorni in merito al fiscal compact. D’altra parte già molti suoi ministri, da Martina a Delrio, hanno espresso plauso per una posizione più che dialettica con la Commissione Ue e le sue politiche di bilancio. Scontata quindi la reazione con i commissari Dijsselbloem e Moscovici che esprimono tutta la loro contrarietà basandosi sul principio che è interesse dell’Italia ridurre il debito.

Proprio perché la proposta renziana riguarda “temi per la prossima legislatura”, come ha sottolineato oggi il ministro dell’Economia Padoan, non sarà compito di Gentiloni avviare trattative sul fiscal compact, ma toccherà al presidente del Consiglio e al suo ministro dell’Economia, concordare con Bruxelles gli spazi per la prossima e autunnale manovra di bilancio che, alla luce di quanto preteso dal segretario del Pd, dovrà contenere spazi sufficienti per la crescita e la riduzione fiscale.

«Abbiamo buoni rapporti con Gentiloni e Padoan», è stata la reazione da Bruxelles del portavoce di Juncker la quale ha sottolineato come generalmente non si commentano proposte fuori dai governi. Ciò non toglie che anche a Bruxelles hanno preso nota delle intenzioni italiane e anche su questi temi più di prospettiva, misureranno anche i contenuti della prossima legge di Bilancio.

In materia le indiscrezioni fioccano, a cominciare dalla riduzione del cuneo fiscale dato da molti quasi per certo, ma l’impressione è che siamo ancora lontani dalla stesura definitiva e resta ancora alto lo spazio che si avverte tra le proposte dei tecnici del Mef e ciò che chiede la politica. Specie  a ridosso di una consultazione elettorale. 

L’ennesimo braccio di ferro tra Roma e Bruxelles in vista della manovra di fine anno, è quindi scontato e tutti i segnali fanno intendere che sarà in perfetta continuità sia con la linea fortemente dialettica del  precedente governo, sia con quanto sostiene il partito che aspira a guidare il prossimo.

La replica di Renzi a Bruxelles, intanto, è netta: «Ho grande rispetto per i commissari europei che siano o meno d'accordo» con 'back to Maastricht', ma «quando arriveremo a discutere di questa soluzione in Europa non potranno che dire di sì». E poi: «Ma è possibile che l'Europa ci dica cosa fare e poi non è in grado di mantenere gli impegni per la relocation? Ho grande rispetto, ma inizino anche loro a far rispettare agli Stati membri i propri impegni» sui migranti, aggiunge.

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