Scontro Renzi-Ue, Padoan: «Matteo ha ragione, il debito si taglia con la crescita»

Scontro Renzi-Ue, Padoan: «Matteo ha ragione, il debito si taglia con la crescita»
di Marco Conti
Martedì 11 Luglio 2017, 16:01 - Ultimo agg. 12 Luglio, 12:12
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ROMA - “Sono d’accordo con Renzi, il debito si abbatte con la crescita”. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan smentisce in questo modo coloro che ieri hanno interpretato come una frenata il suo commento sulla proposta lanciata da Matteo Renzi nel suo libro ‘Avanti’. Un patto per cinque anni da stringere con Bruxelles che permetta all’Italia di fare debito sino al 2,9% in cambio della riduzione del debito. “Temi per la prossima legislatura”, aveva sostenuto ieri Padoan. D’altra parte alla prossima legislatura guarda Renzi che sta mettendo a punto il programma per la campagna elettorale. Nessuna divaricazione tra Nazareno e palazzo Chigi, quindi, soprattutto non con i ministri del Pd, Gentiloni in testa. Ed è ovvio che, come ricorda Padoan, la legge di Bilancio verrà redatta a legislazione vigente - fiscal compact compreso - e con la flessibilità concessa a noi e non solo.

Soddisfatto il segretario del Pd che rilancia la proposta: “Le reazioni degli europei sono le stesse, identiche anche nelle parole, alle reazioni di tre anni fa. Quando iniziammo a parlare di flessibilità - sostiene Renzi - tutti ci guardarono come fossimo pazzi. Tutti ci dissero: sarà impossibile, è contro le regole. Eppure - aggiunge - l'Italia ce l'ha fatta, abbiamo ottenuto il risultato. Ce la faremo anche stavolta, amici. Essere europeisti non significa dire sempre sì a tutto quello che chiedono da Bruxelles, ma fare proposte a cominciare dagli investimenti in ricerca, dal servizio civile per giovani europei, dagli eurobond, dall'elezione diretta del Presidente della Commissione. Noi siamo per l'Europa, davvero. Questo tema del ritorno a Maastricht - spiega - segnerà la prossima legislatura”.

Più o meno lo stesso film visto sul tema migranti con Renzi duramente criticato per aver sostenuto “aiutiamoli a casa loro”, e il presidente del Consiglio che ha sostenuto l’affermazione pur inquadrandola nell’attivitá compiuta in questi anni prima alla Farnesina e poi a palazzo Chigi.

Un film già visto, ma con un’insidia in più per il segretario del Pd. Ovvero il tentativo in atto da tempo di contrapporgli Gentiloni e il governo. Magari cercando sponde anche al Quirinale. Un tentativo di isolamento del segretario del Pd che tornerà con forza quando si riprenderà a parlare di possibili modifiche alla legge elettorale attraverso l’introduzione di un premio di coalizione. “In questo scorcio finale di legislatura, non faremo leggi elettorali a maggioranza contro Berlusconi o contro Grillo”, scrive Renzi nel libro. Proprio quello che una parte del Pd tenterà di fare.

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