Matrimonio tra Ferrovie e Anas, Mazzoncini: «Ora con la maxi fusione sinergie e forza all’estero»

Matrimonio tra Ferrovie e Anas, Mazzoncini: «Ora con la maxi fusione sinergie e forza all’estero»
di Umberto Mancini
Martedì 8 Agosto 2017, 08:10 - Ultimo agg. 08:21
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«Chiusura del matrimonio con l’Anas. Rinnovo dei treni regionali con investimenti per oltre 5,5 miliardi. Sviluppo nel settore della mobilità urbana e crescita all’estero». Gli obiettivi da raggiungere in autunno sono ambiziosi e allo stesso tempo concreti per Renato Mazzoncini, ad di Fs, che vuole accelerare i tempi. Per fare del gruppo che guida da quasi due anni un colosso europeo leader nella mobilità integrata e, grazie alle sinergie con l’Anas, nelle infrastrutture stradali. Ma il manager bresciano guarda all’espansione nel settore dei bus e si candida, non solo a gareggiare per gestire il trasporto pubblico della Capitale, ma anche come general contractor all’estero per le imprese made in Italy. In Iran prima di tutto.

Partiamo dal matrimonio con l’Anas: l’ok del Cipe è davvero decisivo?
«Il via libera del Cipe al contratto di programma è una delle tre condizioni per avviare l’integrazione. Poi, a settembre, arriverà la perizia sul contenzioso che riguarda l’Anas. Perizia che verificherà l’assenza di rischi finanziari generati da contenziosi pregressi. Infine, con il contributo di Istat si accerterà se il passaggio dell’Anas alle Ferrovie non avrà impatti sulla finanza pubblica e sarà quindi possibile fare uscire la società dal perimetro della Pa, nel rispetto delle regole Eurostat. Le sinergie, come ha detto il ministro Delrio, ammontano a 400 milioni, il fatturato toccherà i 10 miliardi e gli investimenti raggiungeranno quota 80 miliardi».

Quando chiuderete?
«Penso che a ottobre, con la ratifica del contratto di programma da parte della Corte dei Conti, ci saranno tutte le condizioni. Sarà un’operazione epocale per il Paese, si potranno programmare insieme le infrastrutture per gomma e ferro, con sinergie tecnologiche, economie di scala per miliardi, più efficienza e rapidità d’intervento. E insieme saremo più forti anche all’estero».

Nel futuro, se vogliamo parlare di sinergie, ci sono anche le autostrade «intelligenti», sfruttando la tecnologia delle Fs sul segnalamento per favorire la guida autonoma delle auto?
«Sì. Stiamo già pensando a progetti di guida autonoma per i contesti urbani con l’Anas. A Milano il prossimo anno saranno avviate sperimentazioni in tal senso. Del resto sulla Salerno-Reggio Calabria è già stata installata la fibra ottica per connettere la strada agli autoveicoli.
Noi, come Fs, abbiamo le tecnologie per farlo. Credo che assisteremo ad una forte accelerazione rispetto agli altri competitori europei, perché l’integrazione Anas-Fs consentirà davvero un salto in avanti, nel futuro».

L’altra sfida riguarda i pendolari e i disagi da superare.
«Abbiamo lanciato un progetto per il rinnovo del parco treni regionali e in autunno chiuderemo il cerchio. Dovremmo infatti sottoscrivere i contratti con le Regioni, contratti di lunga durata che consentano di investire in nuovi treni. Con Hitachi Rail Italy e Alstom c’è un piano accordo quadro che prevede 4 miliardi d’investimenti per 450 treni. E da ottobre inizierà il road show per mostrare i modelli in scala reale di questi nuovi treni nelle piazze delle principali città italiane. 
Partiremo da Bologna, l’Emilia Romagna ha già un contratto con noi frutto di una gara europea. Quasi tutte le Regioni hanno manifestato interesse a sottoscrivere i contratti sulla base del quadro normativo europeo. In arrivo, abbiamo da poco lanciato la gara, ci sono anche 135 treni per i pendolari alimentati a gasolio».

Si tratta di una svolta resa possibile anche dall’impegno del governo su questo fronte?
«Sì, a cominciare dalla stabilizzazione del Fondo Nazionale Trasporti, finora legato alle accise sulla benzina. Il governo si è impegnato molto oltre che sul fronte della cura del ferro, anche per il Tpl, basti pensare ai 3 miliardi stanziati per il rinnovo del parco bus. Ci sono davvero le condizioni per riorganizzare un settore da troppi anni in crisi».

A proposito di crisi: siete ancora interessati all’Atac che è sull’orlo del fallimento?
«Entro il 2018 il Comune di Roma dovrebbe bandire la gara per il servizio nella Capitale, ai sensi del Regolamento europeo 1370/07 e se ci sarà, come credo, confermo che parteciperemo alla gara.
Il primo e l’ultimo miglio sono fondamentali per la mobilità del nostro Paese e noi vogliamo essere della partita, certamente anche nella Capitale».

Rivedrete il piano industriale ad ottobre?
«Lo aggiorneremo. Rafforzando la nostra strategia di sviluppo nelle reti metropolitane. Dopo l’operazione Metro 5 a Milano, non ci vogliamo fermare. Lo richiede la filosofia che ci ispira sulla mobilità integrata».

Passiamo al fronte estero.
«A metà settembre ci sarà il closing con Trainose, così cominceremo a gestire i servizi della rete greca. Poi, sempre a settembre, chiuderemo con l’acquisizione in Olanda, nella città di Utrecht, di QBuzz, impresa di trasporto locale. Lì si prevede la trasformazione della rete: dai bus diesel si passerà ai bus elettrici. Sarà una esperienza importante su un modello industriale che nei prossimi anni sarà importato anche da noi». 

E l’Iran?
«Sono appena tornato da Teheran, dove stiamo lavorando insieme a Cdp e Sace per finalizzare un accordo da 1,2 miliardi come general contractor. Ci saranno sviluppi importanti che faranno crescere la nostra dimensione all’estero».

Quotazione in Borsa, a che punto siamo?
«Per la quotazione abbiamo ultimato lo studio di fattibilità. Siamo a disposizione dell’azionista per recepire gli input che vorrà darci. Ribadisco che la quotazione è un mezzo, non un fine».
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