Ravello capitale della cultura 2020, ecco la sfida della Costiera

Ravello capitale della cultura 2020, ecco la sfida della Costiera
di Stefano Valanzuolo
Mercoledì 9 Agosto 2017, 09:53
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Ora che la corsa al ruolo di Capitale italiana della Cultura 2020 è più che mai aperta, Ravello mette sul piatto progetti e ambizioni. Sarà capofila, con i quattordici comuni della Costa d'Amalfi, di una cordata che punta, senza mezzi termini, al successo. E se parliamo di tradizioni territoriali, di ricchezza monumentale, di gioielli paesaggistici e di identità storica, appare evidente che le attese siano suffragate da molta sostanza. 

Ieri sera, a Ravello, la candidatura è stata resa pubblica nel corso di un incontro in Villa Ruolo, presenti quasi tutti i sindaci dei comuni coinvolti. L'occasione è servita a svelare, tra l'altro, il logo che darà forma ed immagine a questa avventura affascinante. Lo ha disegnato Manuel Cargaleiro, maestro di ceramica e poliedrico artista portoghese, habitué della Costiera dai cui colori, spesso, ha tratto ispirazione. Il logo appunto, mette insieme sole, mare, sabbia, architetture moresche e tinte pastello in un tratto leggero. È bello e si spera che porti anche bene.



A Secondo Amalfitano, ex sindaco di Ravello e da anni direttore di Villa Rufolo, il compito di illustrare le coordinate principali di un progetto che lo vede impegnato nel ruolo di ispiratore e coordinatore generale. Le idee che confluiranno nel dossier di candidatura (rigorosamente trascritte su sessanta pagine di carta d'Amalfi fatta a mano) sono per ora, in buona parte, top secret: la competizione si annuncia spietata, quarantasei sono i comuni che hanno espresso l'intenzione di concorrere (otto solo in Campania con Caserta, Benevento, Aversa, Agropoli, Telese Terme, Capaccio-Paestum e Salerno, che però ha già ritirato la candidatura) e dieci saranno quelli sui quali si pronuncerà la commissione ministeriale, il prossimo quindici settembre.

Mentre Matera, dunque, è già decisamente al lavoro per farsi trovare pronta a sostenere il prestigioso ruolo di Capitale europea della Cultura nel 2019, Ravello spera di emularla, su scala nazionale. Il regolamento prevede che al bando, nominalmente, risponda un unico Comune, ma Ravello, nel caso specifico, va considerato primus inter pares al fianco di tutte le altre cittadine costiere. Coesione, non a caso, è la parola pronunciata più spesso da Amalfitano e dai sindaci, ieri sera, con in testa Salvatore Di Martino, primo cittadino di Ravello. E non è un termine scontato, dal momento che la Costa d'Amalfi, si può dire, non ha mai avuto un progetto territoriale integrato. Mai fino ad oggi, ed ecco perché lo stesso Di Martino, giustamente, ha notato che, comunque vada, quest'iniziativa costituirà un punto di partenza virtuoso per il futuro.

Un sogno, l'ha definito Amalfitano, ma con presupposti solidissimi, che hanno nomi di istituzioni illustri e cognomi di partner importanti. Secretati pure quelli, al momento, ma si sa già che l'Università di Salerno, con otto dipartimenti, sosterrà il progetto, come farà la Fondazione Ravello, e che un soggetto di riferimento come Federturismo punta forte sull'immagine del gioiello della costiera.

La cultura di cui Ravello si candida, ormai ufficialmente, a capitale non ha a che fare con la logica dell'evento, ma aspira ad una dimensione più trasversale e onnicomprensiva, in cui è inclusa la soluzione di problemi come la viabilità, per esempio, o la sicurezza. Perché la cultura, evidentemente, aiuta a vivere meglio. La Costa d'Amalfi ha un unico tratto unificante: la bellezza dei luoghi. Per il resto, ognuno dei quattordici comuni ha una propria storia, una propria vocazione sociale, una propria economia e persino un proprio clima. E non si assomigliano. Metterli insieme, secondo un principio di sana complementarietà, è la grande scommessa di Ravello Capitale della Cultura 2020. 

Vari i cantieri d'eccellenza cui si sta pensando per dare forza alla candidatura: si va dal food design alla grafica d'animazione. Questo ed altro potrebbe trovare spazio nell'Atlante dei beni immateriali del territorio messo in agenda dai comuni costieri, in caso di vittoria.
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