A ogni spiaggia il suo abusivo:
viaggio nell’illegalità dell’estate

A ogni spiaggia il suo abusivo: viaggio nell’illegalità dell’estate
di Rossella Grasso
Domenica 13 Agosto 2017, 09:30 - Ultimo agg. 16:07
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«A ciascuno il suo», è il titolo di un libro di Sciascia. Ma potrebbe essere anche il titolo di una storia estiva tutta napoletana. Protagoniste di questa narrazione sono gli abusivismi sulle spiagge libere della costa da Largo Nazario Sauro fino a Posillipo. «A ciascuno il suo», perché ogni spiaggia libera ha il suo abusivo. Ma in fondo come rinunciare a una bella “grattata” in riva al mare? O al tradizionale tuffo a Mappatella Beach, ancora meglio se per rilassarsi si possono affittare ombrellone e sedie?

Il nostro viaggio inizia sul Lungomare. Sulla spiaggia della Colonna Spezzata ci sono ombrelloni e sedie tutte uguali. Incuriositi chiediamo informazioni. «L’ombrello costa 3 euro e la sedia un euro», ci spiega un signore. Ci sediamo, paghiamo ma non otteniamo alcuno scontrino. Sarà forse abusivo? La conferma arriva dal Comune tramite lo staff dell’assessorato alle attività economiche. «Sulle spiagge libere non sono autorizzate attività – dice l’assessore Enrico Panini - pertanto le attività che si vedono in spiaggia non sono autorizzate, salvo qualcuno che ha il permesso e che però ha l’obbligo di esporre l’autorizzazione e soprattutto di rilasciare ricevuta fiscale, regola che vale anche per gli ambulanti».

Una norma a quanto pare poco conosciuta sulla costa napoletana. Percorrendo il Lungomare e arrivando alla rotonda Diaz c’è Mappatella Beach. Qui si fittano sedie a un euro, l’ombrellone a 5 euro e il tavolino 4, la metà di quanto si spende nei lidi privati e non si deve pagare nemmeno l’ingresso. Ma qui nessuno batte scontrino fiscale. Stessa situazione per la Spiaggia di Largo Sermoneta dove ci sono addirittura le cabine per cambiarsi. La storia si ripete: lettino 4 euro, ombrellone 3 e sedia sdraio 2. La spiaggia è un piccolo lembo di sabbia incastonato a ridosso del porto turistico di Mergellina, ma stesi a prendere il sole ci sono tantissime persone e gli ombrelloni sono tutti molto vicini tra loro, tutti uguali. Sembrerebbe un lido vero e proprio e le persone sembrano apprezzare molto il servizio. All’ingresso del “lido” c’è il parcheggiatore abusivo che cerca di dissuadere le persone dal pagare regolare grattino. «Costa tre euro all’ora – dice – se me li date a me vi faccio stare tranquilli fino a stasera». Racconta il metodo che usano in tanti «per fare i furbi»: mettono 50 centesimi e fanno il biglietto per mezz’ora. Non lo sanno che poi passa la polizia municipale e gli fa la multa».
 


A pochi metri dalla spiaggia di Largo Sermoneta c’è un altro “lido” non identificato. Si trova praticamente all’interno del porto turistico, laddove le acque sono interdette ai bagnanti. Le persone fanno il bagno e possono fittare sedie e ombrelloni nell’esiguo spazio sulla sabbia in prossimità di uno Chalet. Sono ben attrezzati anche di cabine. L’assessorato alle attività economiche conferma: su quel litorale è tutto abusivo.

A Posillipo sembra che oltre all’abusivismo ci siano anche altri problemi. Sulla spiaggia delle Monache regna grande quiete e non c’è la mattanza di ombrelloni del lungomare. Non manca all’ingresso il parcheggiatore abusivo, ma l’atmosfera è molto più serena. L’accesso è dal Lido Sirena che ha aperto un varco per far passare chi vuole raggiungere la spiaggia libera. Ci sono tante famiglie e anche gli anziani. «Noi qui ci sentiamo abbandonati dal sindaco perché ci aveva promesso che ci avrebbe fatto i bagni e le docce e non ce le ha fatte, dice un signore dai capelli bianchi. Il risentimento del gruppo di pensionati riguarda anche l’impossibilità di poter lasciare le loro sdraio e gli ombrelloni ed essere costretti a portarli a mano su e già per le scale, con grande fatica a causa dell’età. «Scendere nella spiaggia libera è tosta ma c’è chi come noi è costretto a farlo perché non può permettersi il lido privato o le vacanze fuori città», spiega un’altra signora di mezz’età. Stesso problema lo vivono gli assidui frequentatori di Riva Fiorita. «Hanno messo la Ztl ed è giustissimo, ma perché non hanno messo pure una navetta per arrivare qua giù?”» Anche qui famiglie di bagnanti si riuniscono praticamente da sempre. Amano quel luogo e lo curano a dovere ma dicono che non c’è nemmeno una pattumiera. «Se non ci fossimo noi qui ci sarebbe il degrado», dice un signore mentre pesca dal mare una bottiglia di plastica e la mette nella differenziata.

Sia a Riva fiorita, sia a Marechiaro sia alla Gaiola la discesa al mare è interdetta al traffico ma in tutti e tre i casi sono tanti i motorini parcheggiati in prossimità del mare. A Marechiaro c’è anche il parcheggiatore abusivo che mette in ordine tutto. A onor del vero, per scendere a Marechiaro c’è anche una navetta dell'Anm nuovissima, con tanto di aria condizionata, che porta al mare. Passa davvero ogni 30 minuti e a bordo è addirittura possibile fare il biglietto. Un servizio che sembra da città straniere. Scendendo le scale dal lato opposto alla Finestrella, per 5 euro è possibile salire su una barca per raggiungere le meravigliose scogliere di Marechiaro. Il ritorno è incluso, ma non lo scontrino.

Alla Gaiola un signore con la sua macchina verde accompagna le persone su e giù per la lunga strada interdetta al traffico che porta al mare. Un euro a viaggio e si evita la fatica di camminare in salita sotto il sole. A dargli una mano la signora che tiene il chiosco delle bibite proprio all’altezza del cancello che porta alla Gaiola. Entrambe sono abusivi ma rendono un servizio utile che la gente apprezza molto e che è disponibile a pagare. Nella riserva i ragazzi del Centro Studi Gaiola Onlus, con l’aiuto della Capitaneria di Porto, vigilano sul fragile ecosistema che da anni cercano di preservare. «Nonostante tutto – dice Paola Masucci della Onlus - c’è ancora chi pratica pesca di frodo, anche con le bombole, chi passa vicino questa costa con le barche da diporto, ignorando completamente la segnaletica marina, e poi sarebbe da migliorare il senso civico di tutti noi». Paola si riferisce alla quantità di spazzatura che si produce nella spiaggia libera assaltata ogni giorno da centinaia di persone. «La pulizia qui è del tutto volontaria – spiega – un po’ ci siamo noi e un po’ ci sono i ragazzi del chioschetto delle bibite che mantengono tutto pulito».

Alla fine del viaggio sembra che sulle spiagge napoletane regni grande anarchia.
Irregolarità, problematiche e abusivismi che sono sotto gli occhi di tutti. All’assessorato alle attività economiche spiegano che si sta facendo di tutto per legalizzare delle situazioni abusive che però sono lì da sempre. Ci sono intere famiglie che da generazioni svolgono quelle attività, magari appellandosi a vecchissimi permessi mai più riconfermati. Per questo motivo si è pensato a bandi pubblici e a processi che porteranno pian piano alla regolarizzazione di attività impossibili da chiudere da un giorno all’altro e che comunque chi è costretto a rimanere a Napoli d’estate apprezza. Altra difficoltà riguarda le competenze: per quanto riguarda le coste è sempre difficile capire quale delle istituzioni ne abbia giurisdizione e l’abusivo si inserisce in queste falle. «Vista la situazione abbiamo convocato gli Stati Generali del Mare per iniziare un discorso di legalizzazione sulla costa – ha detto Daniela Villani, delegata al mare del Comune di Napoli – il 6 settembre abbiamo convocato tutti quanti lavorano intorno al mare per mettere insieme le energie e fare un capillare contrasto alle illegalità. Non serve a nulla colpire il singolo». Intanto la stagione è nel clou.  

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