Bitcoin, la moneta virtuale crolla ancora. Il capo di Jp Morgan: è una frode

Bitcoin, la moneta virtuale crolla ancora. Il capo di Jp Morgan: è una frode
Mercoledì 13 Settembre 2017, 18:32 - Ultimo agg. 18:53
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Non cade dal paradiso, ma negli ultimi tre giorni Bitcoin è sceso di parecchi gradini. Dopo il picco di 5.013,91 dollari, raggiunto il 2 settembre, la moneta virtuale ha perso più di 1.000 dollari ed è oggi calata a un minimo di 3.907,26 dollari. Sul tonfo pesano le parole di Jamie Dimon, l'amministratore delegato di JP Morgan, che ha definito il bitcoin «una truffa» che «finirà male». E per togliere ogni dubbio, Dimon ha aggiunto che se scoprisse che un suo dipendente fa trading sulla valuta virtuale lo licenzierebbe in tronco: «Per due motivi: il primo è perché va contro le nostre regole, il secondo perché è stupido». Secondo Dimon, e non solo secondo lui, il rischio di una bolla speculativa è più che concreto. Il numero uno dell'influente società finanziaria ammette che la valuta può essere utile in aree dove non esistono altre opzioni oppure quando si deve commettere qualcosa di illegale: «Se si è in Venezuela, in Ecuador o in Corea del Nord, se si è uno spacciatore o un assassinio allora è meglio usare i bitcoin rispetto ai dollari. Quindi ci potrebbe essere un mercato, anche se limitato». 

Di quanto possa essere limitato questo mercato ne ha dato un'idea la Cina, che il 4 settembre ha dichiarato illegale l'offerta iniziale di bitcoin per raccogliere fondi e ha ordinato di fermare tutte le attività di raccolta. 
Sul suo sito la Banca Popolare Cinese spiegava di aver completato la sua indagine nelle offerte iniziali di bitcoin e che «punirà offerte future». Quindi tutti coloro che hanno raccolto fondi attraverso l'offerta di bitcoin «dovranno rimborsare» gli investitori. La Banca Centrale aggiungeva che le piattaforme di trading non possono convertire i bitcoin in valuta ufficiale. Subito dopo la decisione di Pechino il valore del bitcoin è crollato del 7,2%. 

Ieri la stroncatura di Dimon e oggi quella di Mohammed El-Erian, capo economista di Allianz, secondo il quale il bitcoin «dovrebbe valere la metà». La valutazione attuale sarebbe giustificata soltanto da un'adozione di massa della moneta, «che non accadrà». 

Dalla valutazione record del 2 settembre ad oggi, Bitcoin ha complessivamente bruciato capitalizzazione di mercato per 15,5 miliardi. Gli investitori sono preoccupati dalle prossime mosse di Pechino. Ieri, infatti il Wall Street Journal, ha rivelato che le autorità di regolamentazione cinesi sarebbero pronte a chiudere alcuni exchange, la piattaforme digitali su cui sono scambiati bitcoin. 

 
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