Forza Italia, Berlusconi stronca Di Maio: «È una meteorina, io pronto a ricandidarmi»

Forza Italia, Berlusconi stronca Di Maio: «È una meteorina, io pronto a ricandidarmi»
Domenica 17 Settembre 2017, 14:17 - Ultimo agg. 19 Settembre, 09:11
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FIUGGI Un tuffo nel passato, con tanto di cori da stadio, colonna sonora Azzurra libertà, l'entusiasmo della platea azzurra, «siamo tornati al 94». Alla kermesse organizzata a Fiuggi dal presidente del Parlamento europeo Tajani, Berlusconi - rimesso a nuovo da un mese di beauty farm a Merano - rilancia la sua leadership, sciorina i suoi cavalli di battaglia da meno tasse alla riforma della giustizia, lancia messaggi ad alleati e avversari. Il primo avvertimento è alla Lega. Abbandoni ogni estremismo e le pretese di guidare la coalizione, «sappia che il centrodestra l'abbiamo fatto noi, siamo noi che abbiamo portato al governo forze che erano sempre state escluse». Il secondo ai pentastellati: «I partiti ribellisti, non hanno vinto da nessuna parte». Di Maio? «Una meteorina della politica».


LA LEGGE ELETTORALE
Ma un altro segnale importante nell'intervento di ieri del Cavaliere è da leggere nel non detto. Ovvero nessun accenno a Renzi e a Gentiloni. Certo la sinistra «è in crisi in Europa», «dilaniata e divisa in Italia», ma Berlusconi non stuzzica né il segretario dem né l'attuale premier. E non lo fa neanche parlando con i suoi dopo essere sceso dal palco: «E' una follia non ritoccare la legge elettorale, occorre assolutamente lavorare per un accordo», è lo sprone ai gruppi, «le forze responsabili trovino unità d'intenti». Domani riferiscono fonti di FI - ci sarà il primo abboccamento con il Pd in commissione, il partito azzurro è pronto a dire sì nel momento in cui i dem rilanceranno il Rosatellum, un sistema (60% proporzionale e 40% maggioritario) che, calcoli alla mano, andrebbe a discapito proprio di M5S. Si pensa al futuro, alla possibilità di tornare al governo e di mettere ai margini i populisti.

L'affondo dell'ex premier ai grillini è frontale: «Non si fa campagna elettorale con l'età. Per governare il paese non si può improvvisare e inventare, 40 anni di esperienza in più rispetto al loro candidato e' qualcosa da far valere come esperienza». Il riferimento anagrafico è per sottolineare che non c'è alcun intenzione di fare un passo indietro: «Attendo dalla Corte Europa di riavere completamente il mio onore per potermi presentare agli italiani. Io non so se arriverà in tempo, ma parteciperò alla campagna elettorale come ho sempre fatto». Da candidato premier, quindi, «con un programma presentato da un uomo integro che è sempre stato un contribuente onesto e leale».

E dunque: separazione delle carriere tra pm e giudici, giro di vite sulle intercettazioni, flat tax («su questo punto siamo vicini alla Lega»), giù la pressione fiscale per le partite Iva e le imprese «in modo da dare più lavoro, secondo gli insegnamenti di Reagan e Thatcher», 8mila euro il limite del contante, pensione minima a mille euro.

LA SQUADRA DI MINISTRI
Ed ancora: introduzione del vincolo di mandato in Costituzione, lotta alla burocrazia, una semplice autocertificazione per chi vuole costruire, eliminazione definitiva di Equitalia, una «pensione alle nostre mamme: abbiamo fatto i conti e lo possiamo fare». Via le tasse sulla prima casa, un piano Marshall per frenare l'immigrazione di massa («La presenza di immigrati mette paura alle nostre donne») e l'Europa cambi, «serve un'unica politica estera e fiscale», nessuna uscita dall'euro, «anche Salvini lo ha capito».

Una piattaforma programmatica da portare avanti con un governo di 20 ministri e più della metà di loro «non deve essere composta da professionisti della politica ma da protagonisti del mondo del fare».
Importante sarà la prova in Sicilia: «Prevedo dice l'ex presidente del Consiglio una grande vittoria con Musumeci. Bisogna crederci, chi ci crede supera ogni ostacolo». La risposta dei presenti a questo inizio di campagna elettorale è nel grido «c'è solo un presidente». Qualcuno sotto voce chiede un pizzico di innovazione in più, altri invocano l'alleanza con la Lega e Fdi, ma per il Cavaliere la formula vincente è al centro. «Non c'è bisogno di primarie, il leader è Berlusconi», sentenzia Tajani. E tutto il popolo azzurro è con lui. Con i renziani a rimarcare come l'ex premier abbia voluto dare una lezione a Salvini. E Toti da Pontida nei panni del mediatore: «I muri lasciamoli alle frontiere, noi costruiamo ponti».

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