Il tumore fa meno paura
con l’immuno-oncologia 4.0

Il tumore fa meno paura con l’immuno-oncologia 4.0
di Rossella Grasso
Giovedì 12 Ottobre 2017, 17:06
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In Italia nel 2016 sono stati stimati 365.800 nuovi casi di tumore, solo in Campania ne sono 29.500. In questo contesto, un corretto stile di vita può giocare un ruolo fondamentale, ma anche le nuove tecnologie e i progressi della ricerca fanno la loro parte, portando ad affrontare nuove sfide, come quelle della spesa pubblica. Di tutto questo si è discusso durante il convegno organizzato da Motore Sanità a Palazzo Zapata, dal titolo «Oncologia 4.0 Immuno-oncologia tra innovazione e sostenibilità».

L'immuno-oncologia  è sicuramente una delle ultime frontiere terapeutiche negli ultimi anni al centro dell’attenzione dei ricercatori. Lo studio del sistema immunitario è fondamentale per capire in che modo interagisce con le cellule tumorali e, quindi, il ruolo che può svolgere nella lotta contro il cancro. Le recenti scoperte provano che le nuove armi come l’immuno-oncologia e le terapie a target molecolare, sono in grado di sconfiggere la malattia o comunque di migliorare la sopravvivenza del paziente in modo significativo. I dati confermano questo successo: oggi in Campania circa 212.100 cittadini continuano a vivere dopo la diagnosi di tumore, una cifra in costante crescita.
«Dopo le prime due ondate rappresentate dalla chemioterapia e dalle terapie mirate – ha detto Paolo Ascierto, Direttore di Oncologia Medica e Terapie Innovative, della Fondazione Pascale di Napoli - si sta assistendo a un vero e proprio tsunami nel trattamento del cancro vista la progressiva estensione dell’efficacia dell’immuno-oncologia».

Dal 2006 al 2016, al Pascale sono stati trattati con l’immuno-oncologia 1.050 pazienti colpiti dal cancro: 500 nella pratica clinica quotidiana e 550 nel corso di sperimentazioni. «Il trattamento con nivolumab – spiega Ascierto – ha evidenziato una riduzione del rischio di progressione della malattia del 35% rispetto a ipilimumab, la prima molecola immuno-oncologica approvata». Sono stati arruolati 906 pazienti, di cui 30 a Napoli: i tassi di sopravvivenza libera da recidiva a 18 mesi nei gruppi trattati con nivolumab e ipilimumab erano rispettivamente pari al 66,4% e al 52,7%. L’Istituto si è distinto anche per il CheckMate-224020, un lavoro dove sono state coinvolte più di 200 persone colpite da diversi tipi di tumori solidi. Il Pascale ha trattato 39 dei 68 pazienti con melanoma, diventando così il centro con la maggiore esperienza al mondo su questo tipo di malati. 

I recenti progressi della ricerca farmacologica nell’ambito dell’immunologia, hanno reso disponibile, un’ampia gamma di farmaci di questo tipo, definiti anticorpi monoclonali, che possono essere applicati nella terapia di vari tipi di tumore. Ma questo tipo di cura porta notevoli alterazioni nel sistema immunitario, portando, in alcuni casi, a vari gradi di deficit. «In questo scenario – ha detto  Giuseppe Spadaro, Immunologo della Federico II Napoli - la grande sfida cui il sistema sanitario nazionale è chiamato, è la realizzazione di programmi di valutazione della funzione immunitaria nei pazienti oncologici e sorveglianza oncologica nei pazienti con deficit del sistema immunitario».
 
Il mercato dei farmaci immuno-oncologici è in forte evoluzione ma ad elevati livelli di efficacia si accostano altrettanto elevati costi di ricerca e sviluppo. «Investire in sanità – ha detto Andrea Marcellusi, Ricercatore presso I.R.P.P.S. CNR, EEHTA CEIS, Università Tor Vergata di Roma -  e soprattutto in tecnologia di comprovata efficacia, non solo migliora la salute della popolazione, ma incrementa la produttività del paese e riduce la spesa previdenziale associata ad inabilità e disabilità».

«Abbiamo investito parecchio – ha detto Enrico Coscioni, Consigliere del Presidente della Giunta Regionale per i temi attinenti alla Sanità - e già ottenuto risultati straordinari per quanto riguarda le liste d’attesa. Attraverso quattro strumenti tra cui il decorso dell’oncologia, le diagnosi precoci, i nuovi stili di vita e gli screening, si delinea l’obiettivo di abbattere la mortalità che è ancora alta e in questo i farmaci immuno-oncologici giocano un ruolo fondamentale».
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