«Laser contro la nebbia»: l'idea
di una startup campana | Video

«Laser contro la nebbia»: l'idea di una startup campana | Video
di Rossella Grasso
Sabato 4 Novembre 2017, 13:25 - Ultimo agg. 13:59
4 Minuti di Lettura

Una soluzione contro la nebbia efficace arriva dalla Campania, da una startup nata a Caserta dalle menti brillanti di tre 40enni, un ingegnere, un avvocato e un esperto in marketing. Si chiama LaserAid e ha ideato un sistema di illuminazione a laser che rende perfettamente visibile al conducente la strada e tutta la segnaletica anche quando la nebbia è più fitta.
 




Novantotto morti e 4.100 feriti in 2.683 incidenti stradali: è questo il bilancio che ha fatto l’Aci dei sinistri avvenuti in Italia in un solo anno per colpa della nebbia. «L’idea mi è venuta dopo aver assistito a un tragico incidente – racconta Domenico Gallo, CEO e cofounder di LaserAid - Era il 12 Febbraio del 2011, non dimenticherò mai quella data. Stavo rientrando a casa alle 2 di notte quando vidi due auto schiantarsi in una rotatoria non illuminata e resa invisibile dalla nebbia densa. Persero la vita due ragazzi. Pensai che doveva per forza esserci un modo per rendere visibili gli ostacoli nella nebbia, ed evitare drammatici incidenti come quello. Allora mi vennero in mente i laser che da ragazzino mi divertivo a costruire per stupire i miei amici con spettacolari effetti luminosi. Ripresi quei laser e li provai nella nebbia. Così mi sono reso conto che quella poteva essere una buona soluzione per creare un sistema diverso, innovativo e pratico, che potesse migliorare gli attuali sistemi illuminotecnici e che aiuta non solo i conducenti, ma anche l’ambiente».

Prima di LaserAid non esistevano sistemi realmente efficaci nella nebbia. Alcune auto hanno a bordo soluzioni ma non tutte. L’idea della startup casertana invece consente un servizio realmente utile a tutti. «I laser si applicano alle infrastrutture già esistenti – spiega Gallo – In caso di scarsa visibilità viene attivato questo sistema che crea dei corridoi virtuali luminosi che si possono seguire nella nebbia. Sono visibili anche a diverse centinaia di metri perché il laser ha delle caratteristiche fisiche che lo rendono particolarmente adatto a questo scopo». Un cono luminoso segnala una rotonda e ogni ostacolo presente in strada e la carreggiata, visibile anche a 1 km di distanza. Si può persino proiettare qualsiasi informazione stradale, riducendo anche l’inquinamento luminoso.

Dopo aver avuto l’idea Gallo ha coinvolto ricercatori del CNR e dell’Università di Cassino e insieme hanno progettato nei dettagli un prodotto brevettato e che funziona. Il dispositivo non è pensato solo per essere usato nella nebbia ma riguarda anche l’illuminazione stradale. «Il laser consente un risparmio energetico anche dell’80% rispetto al led. Ma questa sarà una fase successiva del progetto. Per ora vogliamo perfezionare l’aspetto che riguarda la sicurezza stradale. Pensiamo fortemente che il laser sia il futuro e che soppianterà ampiamente anche i led».
 
 

Attualmente il team di LaserAid sta iniziando a sperimentare i laser su strada. «Abbiamo già l’avallo del Ministero e il supporto del CNR. Adesso cerchiamo comuni ed enti che siano interessati a questa sperimentazione e imprenditori  che credano nel nostro progetto». Pochi giorni fa il Codacons ha deciso di assegnare al team di LaserAid il Premio Amico del Consumatore che ogni anno assegna ai soggetti che si sono distinti per l’impegno a favore dei cittadini. Alla base della decisione di assegnare il premio a LaserAid la capacità dell’azienda di unire innovazione tecnologica, efficienza e sicurezza. 

«Il percorso non è stato per nulla facile e ancora oggi non lo è – dice Gallo – abbiamo dovuto finanziare da soli tutto il progetto.
Nonostante quel che si dica sui bandi pubblici, non abbiamo mai preso un solo euro, portando avanti il nostro progetto con enormi sacrifici. Ci sono stati tanti momenti di grande sconforto in cui ci siamo sentiti soli. Promesse su promesse da parte di chi sembrava avesse creduto nell’utilità del progetto e poi alla fine non le hanno mai mantenute. Visto che il progetto riguarda vite umane e la possibilità di riuscire a garantire la sicurezza di tutti, abbiamo deciso di portarlo avanti. Il problema è sentito a livello mondiale. È vero che alle nostre latitudini non ce n’è tanta ma i cambiamenti climatici prima o poi potrebbero portare la nebbia ovunque».

© RIPRODUZIONE RISERVATA