App, realtà aumentata e nuovi strumenti
per la riscoperta dei beni culturali

App, realtà aumentata e nuovi strumenti per la riscoperta dei beni culturali
di Rossella Grasso
Domenica 28 Maggio 2017, 14:59
2 Minuti di Lettura
Le nuove tecnologie sono fondamentali per la scoperta e la conoscenza dei luoghi. A Futuro Remoto sono in mostra anche tutte le innovazioni utili per i beni culturali, per approfondire ogni aspetto, anche quelli più inconsueti. Per esempio la startup Sinestesie digitali ha ideato un vero e proprio archivio dei suoni dei luoghi più belli di Napoli per il progetto Napolisoundscape.com. «L'idea è quella di ridare dignità al rumore di fondo della città - spiega Cristian Sommaiuolo - I rumori che abbiamo oggi non ci saranno più tra cento anni e l'archivio ci permette di ricostruire la città in tutta la sua interezza». Come diceva Jaques Attali  "il mondo non è visibile o leggibile, ma udibile".
 


Poi ci sono le app per guidare i visitatori nei luoghi più belli di Napoli come ViaggiArte, la guida interattiva per il Cimitero delle Fontanelle ideata da Neatec. Indossando uno speciale visore è possibile fare una visita guidata speciale in compagnia di attori e cantastorie che conducono il visitatore attraverso i secoli, raccontando le bellezze e le suggestioni del luogo. Artplanner invece è una app di Coopculture che consente a chiunque di pianificare il proprio viaggio a seconda dei tempi a disposizione, i gusti e i costi. L’app è scaricabile gratuitamente e per il momento è dedicata all’isola di Capri. L'app ha la particolarità anche di mettere in rete quanti lavorano per il turismo, strutture ricettive, e punti per lo shopping anche online.

Ma le nuove tecnologie non sono utili solo per chi ha voglia di conoscere un luogo, ma anche per chi materialmente per lavoro lo deve scoprire, come gli archeologi. I ricercatori dell'Università di Napoli L'Orientale non possono fare a meno di droni, stazioni totali laser che consentono la rimodellazione di 3D delle loro scoperte. La cazzuola, i guanti e i setacci hanno lasciato il posto a moderni strumenti che consentono di arrivare in profondità e ricostruire fedelmente reperti antichi migliaia di anni. Lo stesso vale per i fondali marini, dove è ancora più difficile accedere. L'Università Parthenope di Napoli ha ideato un drone marino capace di arrivare laddove l'uomo non riesce. Il risultato? Possiamo conoscere e apprezzare al meglio le antiche città sommerse come quella di Baia che pochi hanno avuto la fortuna di vedere con i propri occhi.

A Futuro Remoto si fa la fila sotto il sole per conoscere tutto ciò e tanto altro ancora. Un'edizione probabilmente da record vista l'affluenza in tutti e quattro i giorni, nonostante prima la pioggia, poi il sole abbiano reso climaticamente difficili le visite. Ma il piacere della scoperta non ha fermato grandi e piccoli sin dai primi momenti di apertura.
 
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