La nuova Corporea di Lipardi:
​«Mani artificiali stampate in 3D»

La nuova Corporea di Lipardi: «Mani artificiali stampate in 3D»
di Francesco Lo Dico
Giovedì 30 Marzo 2017, 09:19 - Ultimo agg. 31 Marzo, 08:58
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Corporea, la mostra interattiva sul corpo umano che ha attratto finora 40mila visitatori, ha siglato la rinascita dalle ceneri di un destino che sembrava segnato dall'empietà di un incendio orribile e misterioso. Ma la Città della Scienza, come la Fenice, è già pronta a rialzarsi in volo verso l'avvenire. «I numeri si inorgoglisce l'infaticabile segretario generale del polo di ricerca napoletano, Vincenzo Lipardi dicono che Napoli ha voglia di tornare al futuro trainata dai suoi giovani. La Città della Scienza è ormai pronta ad accogliere i migliori talenti internazionali e a diventare la casa delle eccellenze mondiali. Qui, dalle protesi artificiali ai robot dell'industria 4.0, è cominciato da tempo il futuro. E Napoli ne è protagonista».

Finora hanno visitato Corporea più di 30mila persone. È anche per questa straordinaria partecipazione popolare, che i progetti della Città della Scienza sono così ambiziosi?
«Per noi si tratta di una verifica empirica delle potenzialità di questa città. Chiuderemo il mese di marzo con 40mila visitatori all'attivo, di cui buona parte giovani tra i 20 e i 30 anni. È la vittoria della Napoli migliore, che non si arrende mai e sa fare sistema. Una città che mira a far parlare di sé per qualcosa di bello e importante come la cultura e la fame di conoscenza».
E da pochi giorni ha aperto i battenti anche il planetarium.
«Dall'infinitamente piccolo, le molecole del nostro organismo, all'infinitamente grande, le stelle e i misteri dell'universo colti attraverso le tecniche più avanzate d'Europa. C'è un filo sottile a congiungere le due iniziative: rigore scientifico ed emozione pura, mischiati insieme per stimolare la fame di conoscenza, consolidare la partecipazione sociale, e coltivare con l'humus giusto le giovani menti più promettenti». 
Una sorta di casting collettivo permanente, che trova nell'incubatore di start-up, Campania New Steel, l'approdo naturale per chi vuole sviluppare le sue app e le sue idee. Quali risultati sono stati raggiunti finora? E soprattutto, quali nuovi traguardi ci sono davanti a voi?
«Fino a oggi abbiamo dato supporto alla nascita di 150 imprese innovative, con un tasso di sopravvivenza oltre il terzo anno superiore all'85 per cento. Ciascuna di esse ha oggi dai 10 ai 100 dipendenti, e ha prodotto a cascata ricadute sulla ristorazione, la vigilanza, l'assistenza. Una vera rivoluzione nel tessuto produttivo all'insegna dell'innovazione, che ha spinto un colosso come Apple a investire su Napoli per la sua prestigiosa Academy. Il nostro è un incubatore tecnologico e sociale allo stesso tempo, dove si sperimenta la nuova frontiera della smart city: un modello culturale nuovo che punta a fare di Napoli e del Sud l'hub del sapere e delle nuove opportunità». 
Intorno alla probabile perdita di migliaia di posti di lavoro, legata all'automazione e alla digitalizzazione, non mancano però voci critiche come quella levata su queste pagine dall'ex segretario del Tesoro americano, Larry Summers. È un rischio che avvertite anche voi? 
«In linea di principio, la contrazione di posti di lavoro tradizionali appare come una conseguenza inevitabile. Ma a lungo termine, specie nel Meridione, l'innovazione tecnologica si candida a diventare un eccezionale volano di sviluppo per tutti. È proprio in ragione di queste istanza che nasce la Dream Academy, promossa e organizzata dalla Città della Scienza di Napoli in stretta collaborazione con l'Università Federico II. Si tratta di un nuovo format didattico che prepara studenti, dottorandi, ricercatori, professionisti e maker ad affrontare le sfide dell'Industria 4.0. È un programma di alta formazione che si pone l'obiettivo di formare progettisti capaci di maneggiare strumenti digitali avanzati e di realizzare di progetti innovativi in ambiti come l'Architettura e la il Biomedicale, il Design & Fashion, i Beni Culturali e le installazioni museali».
Che cosa bolle in pentola? Ci regali qualche anticipazione sul futuro che verrà.
«Dai sistemi per la gestione automatizzata delle attività portuali alla logistica, dall'agricoltura 2.0 che offre nuovo slancio alle eccellenze della tradizione grazie a piattaforme scientifiche per la corretta irrigazione, i progetti in cantiere sono svariati. Lavoriamo peraltro nella sala chirurgica 4.0 a un chirurgo robotico, gestito da uno in carne ed ossa ma molto più preciso ed efficace, alla medicina del futuro, che sarà capace di agire anche su porzioni infinitesimali del corpo. Dei veri e propri Avatar in sala operatoria, che riescono a realizzare in concreto ciò che l'uomo non è in grado di fare materialmente, ma che è in grado di sognare e realizzare tramite la sua appendice tecnologica».
Che cos'altro dobbiamo aspettarci? 
«I progetti su cui siamo a lavoro sono molti e ricchi di suggestione. Ma su tutti voglio citare per il momento quello della mano artificiale stampata in 3D. A oggi è reperibile sul mercato a prezzi che oscillano tra i 20 e i 30mila euro. Ma grazie al nostro progetto abbiamo drasticamente abbattuto i costi a 800 euro: significa che anche i bimbi poveri, i piccoli del Nordafrica, potranno stamparsi in casa con materiali poveri un arto o una protesi specie in luoghi martoriati dalla guerra. Rivoluzione tecnologica ma anche sociale, è questo il tipo di progetti che ci rendono più fieri». 
Di recente avete siglato peraltro due accordi di scambio scientifico-tecnologico con Cina e Iran. Che cosa vi attendete di questa apertura a Oriente?
«La Cina è oggi il più grande produttore di conoscenza mondiale: investe ogni anno in ricerca scientifica 400 miliardi di euro. Dopo l'accordo siglato con gli Stati Uniti sulle sanzioni, l'Iran è diventato per parte sua il Paese più desideroso di confrontarsi con l'Europa. In entrambi i casi si tratta di diplomazia scientifica. L'obiettivo della Città della Scienza è cooperare e attivare interscambi capaci di arricchire il nostro sistema produttivo e portare al Sud investimenti, lavoro, e modelli di sviluppo sostenibili. Napoli è oggi l'avanguardia del futuro».
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