Giovanna Voria, signora dei ceci
da imprenditrice a contadina

Giovanna Voria
Giovanna Voria
di Luciano Pignataro
Sabato 22 Luglio 2017, 21:29
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Giovanna Voria è ufficialmente ambasciatrice della dieta mediterranea insieme a Franco Pepe e Alfonso Iaccarino. Mai scelta del sindaco Pisani fu più centrata perché premia una vita straordinariamente spesa al servizio delle tradizioni gastronomiche del Cilento.
Nella sua memoria ci sono i lunghi periodi vissuti con le nonne Giovanna e Antonia, quando la mamma la lasciava sola per andare, insieme a tante altre donne del Sud, a fare la mondina nelle risaie del nord. Erano gli anni '60, il Cilento allora era una terra isolata, dove sopravvivere non era facile, senza alcuna protezione. Anche il mare faceva ancora paura, non c'erano strade e spostarsi da Salerno, la città più vicina, sino a Vallo era un viaggio di oltre due ore e mezza.
Giovanna viveva a Cicerale e dalle nonne ha assorbito la memoria dei gesti, dei riti della raccolta del cibo e della sua conservazione quando ancora il frigorifero non regolava la vita alimentare delle famiglie. Liturgia gastronomica interrotta solo quando, dietro le spighe di grano, Giovanna si sentiva chiamare dalla mamma che tornava dal Nord.
Poi il matrimonio con Filippo, il ruolo di mamma e di sostegno a fianco al marito nella sua attività imprenditoriale, la lavorazione dei marmi ad Agropoli: 18 anni vissuti da imprenditrice, capace di gestire ordini e dipendenti. Sino a quando nel 2001 iniza a vivere la nuova vita aprendo l'agriturismo Corbella, una azienda agricola ottenuta mettendo insieme le parcelle di ben venti differenti proprietari che avevano uno dopo l'altro abbandonato quella zona impervia e difficile, lontana anche da Cicerale. Inizia qui l'avventura dell'ambasciatrice della dieta mediterranea: prima il recupero delle ricette, la cura dei prodotti, l'allevamento degli animale.
Poi, insieme all'ex sindaco Domenico Corrente e all'assessore Gerardo Antelmo, la grande intuizione di lanciare i ceci che danno il nome al paese. L'uovo di Colombo che ha funzionato alla perfezione generando nuova economia in un paese esausto per l'emigrazione e depauperato dalla manualità dalla fuga verso il posto fisso del pubblico impiego.
Giovana però è una curiosona per natura e questo ha fatto la differenza rispetto a tanti altri bravi artigiani del gusto cilentani. Come il suo amico Bruno De Conciliis è uscita fuori, ha collegato il passato cilentano al resto del mondo trasformandolo in una possibilità per il futuro. Mica a chiacchiere, tornando a scuola e diplomandosi all'alberghiero, poi partecipando a oltre 50 corsi diversi per imparare a fare l'olio, il vino, le conserve, i sottoli, la lievitazione. Un amore sconfinato per il cibo e per la ricchezza del suo Cilento. Del nostro Cilento.
Sempre disponibile con tutti, il sorriso sempre pronto anche quando si sente scioffolata, Giovanna è diventata un simbolo, una trascinatrice della cultura della dieta mediterranea nel mondo con trasferte insieme all'inseparabile Maria Rina a New York, in Brasile, in tanti paesi europei, oltre che naturalmente in Italia. Senza la terra non siamo niente, è la terra la nostra forza ama ripetere sempre. La forza della salute con Jeremi Stammler e Alberto Fidanza, la forza della educazione alimentare ai bambini. I genitori si stancano e li accontentano - dice Giovanna - ma in questo modo fanno loro solo del male perché il cibo industriale ha conservanti e coloranti e si disabitua il piccolo al gusto delle cose buone. Certo, il mare, ossia l'ignoranza sul cibo maturata dagli anni 70 in poi, non si può svuotare, ma si possono dare piccoli ma efficaci esempi per sostenere l'agricoltura. Ed è quello che, dopo tanti sacrifici sta avvenendo. Ma Giovanna non ci arriva stanca come Martin Eden alla notizia dell'accettazione del suo libro da parte della casa editrice dopo tanti rifiuti. Lei ha l'entusiasmo della sua prima ora a Corbella.
 
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