Il cibo del futuro? Gli insetti
arrivano barrette e snack

(Foto Massimo Pistore. Università di Padova)
(Foto Massimo Pistore. Università di Padova)
di Francesca Fanny Marino*
Martedì 28 Giugno 2016, 12:10 - Ultimo agg. 16:06
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Perché si inorridisce davanti ad un piatto di cavallette, bruchi, o larve di coleotteri ed imenotteri? Tutti gli insetti e i vermi sono commestibili? Queste alcune delle domande a cui si è cercato di dare una risposta durante il Congresso Nazionale Italiano di Entomologia tenutosi a Padova. Ci sono dei validi motivi per supporre che gli insetti siano stati il primo cibo dei nostri più antichi antenati. Anche nella Bibbia, oltre al miele selvatico, si narra di locuste e cavallette come alimento.

Storicamente e geograficamente, sono tante le popolazioni che reputano i cibi alternativi parte integrante della loro dieta e stile di vita. Non solo America del sud ma Cina, Thailandia, Cambogia, Giappone, Africa, Messico e... anche Europa!
In Olanda e Belgio, paesi da tempo sensibili a questo argomento, esistono aziende che producono insetti ad uso alimentare nel rispetto di una normativa che già lo prevede e che tollera la loro commercializzazione nel territorio nazionale: la società olandese Kreca, con esperienza di oltre 35 anni, produce tonnellate di insetti al giorno destinati anche a scopi alimentari. Eppure le leggi di questi paesi, pur essendo parte dell'Unione Europea, non valgono per gli altri.

In Italia, per esempio in Friuli, fino a non molto tempo fa, si consumavano abitualmente cavallette, lepidotteri e bombi selvatici. L'entomofagia è un regime dietetico che abbiamo perduto nel tempo in quanto è molto più facile nutrirsi di un boccone di carne di animali grandi rispetto alla possibilità di raccoglierne tanti piccoli. Al di là degli aspetti sociali, culturali ed antropologici, il blocco è soprattutto normativo perché sono pochissimi i paesi in cui, a livello nazionale, sia stato regolamentato il consumo di insetti: tutti gli altri non hanno nessuna legislazione. In Europa, alla fine dell'anno scorso, c'è stato un importante cambiamento nell'ambito della regolamentazione sui novel food (alghe ed insetti) ma non tale da poter dire che oggi ne sia autorizzato il consumo. Gli insetti rientrano nella definizione europea di alimento ma, nell'Unione Europea, a differenza degli Stati Uniti, vale il principio di precauzione quindi, laddove non c'è sicurezza di un alimento, non ne è autorizzata la vendita.

Dal primo Gennaio 2018 verrà introdotta la possibilità di commercializzare alimenti tradizionali da paesi terzi seguendo procedure semplificate.
Mentre la carne di bovino è pressochè uguale in tutti i paesi, la carne di insetto dipende dalla specie per cui esistono all'interno della stessa specie, insetti che si possono mangiare ed insetti che non si possono mangiare per cui non risulterà semplice stabilire degli standard. C'è bisogno di mettere a punto un lavoro non indifferente che potrebbe cominciare con le specie che già si conoscono. Chi si nutre di insetti, in paesi in cui ne è vietata la vendita, lo fa raccogliendo animali selvatici il cui consumo già è regolamentato in maniera restrittiva per i vertebrati (la cacciagione non può essere acquistata nei negozi). Questo perchè non vi è stato alcun tipo di controllo da parte di un'istituzione sanitaria a differenza della carne che compriamo.

La Fao, nel suo report edible insects del 2012, vede negli insetti commestibili la risorsa in grado di sfamare i nove miliardi di persone previsti per il 2050: produrre infatti proteine da insetti costa molto meno dei polli o dei bovini. Anche chef importanti come Alex Atala, in Brasile, riporta nell'alta cucina la vecchia cultura dell'entomofagia e ad Expo, l'anno scorso, nel Future Food District, erano esposte cavallette croccanti, scarafaggi e grilli. Interessante anche l'iniziativa dell'associazione culturale Entonote che si occupa di divulgare la cultura degli insetti nel piatto attraverso seminari, iniziative e cooking show a base di «piccole entomo-prelibatezze».
Prepariamoci a snack, barrette e bevande: benvenuto novel food.

*biologa nutrizionista

(Foto Massimo Pistore - Università di Padova)
 
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