San Gennaro Day 2017: tra i premiati anche Chikù, il ristorante italo-rom di Scampia

Cuochi in azione nella cucina di Chikù
Cuochi in azione nella cucina di Chikù
di Gennaro Morra
Venerdì 22 Settembre 2017, 14:22
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Il countdown è iniziato e ormai mancano tre giorni al San Gennaro Day 2017. Il sipario sulla quinta edizione si aprirà lunedì 25 settembre alle 20.30 (lo spettacolo è prodotto dalla Jesce sole), quando sul sagrato del Duomo di Napoli, Gianni Simioli, direttore artistico della manifestazione, farà sfilare personaggi del calibro di Fiorella Mannoia, Alessandro Siani, Luisa Ranieri, Carlo Croccolo e il collettivo di musicisti napoletani dei Terroni Uniti. Ma anche giovani emergenti della musica partenopea, come Andrea Sannino e Liberato, la cui reale identità resta un mistero. Oltre a personaggi dello spettacolo, saranno premiati anche esponenti della cultura, come il pittore Nicola Masuottolo e la squadra di Identità Insorgenti, cui viene riconosciuta la valenza del proprio lavoro nell’ambito dell’informazione libera e identitaria.
 
Significativo poi il premio che sarà assegnato a Chikù, il primo ristorante italo-rom aperto a Scampia nel 2014. Un’esperienza, quella della gastronomia interculturale che unisce persone di diverse etnie, nata proprio in quel campo abusivo di via Cupa Perillo colpito da ripetuti incendi nei mesi scorsi. Una situazione che nelle ultime settimane è diventata insostenibile, costringendo le autorità a evacuare l’insediamento e a trasferire i 300 rom che lo abitavano all’ex caserma Boscariello di Miano. Una soluzione temporanea a cui gli abitanti del quartiere si sono opposti con forza, rifiutandosi di accogliere la comunità nomade.
 
Se a Miano i rom proprio non li vogliono, non per razzismo, ma per non perdere il treno della riqualificazione del quartiere che passa per la trasformazione dell’ex Boscariello in una cittadella dello sport – dicono i residenti –, a Scampia c’è chi fin dal 2002 lavora perché la convivenza con gli abitanti del campo di via Cupa Perillo sia pacifica, favorendo l’abbattimento di stereotipi e pregiudizi. È il caso dell’associazione Chi rom e…chi no, che da anni porta avanti un’azione pedagogica, culturale e sociale rivolta alle comunità rom e italiane del quartiere a nord di Napoli. Da questo lavoro sul territorio nasce Chikù, un ristorante gestito da donne provenienti da entrambe le etnie. Frutto della collaborazione tra la stessa associazione e l’impresa sociale, La Kumpania, Chikù propone percorsi di gastronomia italo-balcanica e di emancipazione professionale ed economica. Un’idea imprenditoriale la cui valenza innovativa, nonché sociale e culturale, ha portato alla conquista di diversi premi internazionali.
 
Un’esperienza d’integrazione di successo, quindi, che gli organizzatori del San Gennaro Day, anche in riferimento agli ultimi fatti di cronaca, hanno voluto celebrare: «Per aver fatto il miracolo di far incontrare due mondi che in genere non s’incontrano mai – si legge nella motivazione del premio –. Grazie a Chiku, il primo ristorante italo-rom, la cucina napoletana e quella balcanica trovano una fusione e dimensione comune. Un progetto che va premiato per la creatività, il coraggio e l'innovazione di aver dato vita ad un ristorante multietnico e multiculturale che non solo fa incontrare mondi diversi, ma che lo fa a Scampia, un luogo che ha bisogno di essere valorizzato per dimostrare che in quelle strade c'è tanto da dire e da dare, in questo caso, seduti ad una stessa tavola che, attraverso il gusto, unisce».
 
«Per noi questo premio oggi è particolarmente simbolico e significativo – dichiara Barbara Pierro, presidente di Chi rom e…chi no e socia de La Kumpania –, in quanto ci troviamo ad affrontare una duplice sfida: proseguire il nostro cammino come donne e imprenditrici sociali di successo per garantire che questo gruppo di lavoro possa sostenersi anche in futuro; fare in modo che Chikù resti un punto di riferimento locale, cittadino, nazionale e internazionale e, contemporaneamente, anche in seguito agli incendi nei campi di via Cupa Perillo a Scampia, che ha portato alcune famiglie in particolare a essere accolte nell'auditorium sottostante il ristorante, continuare a testimoniare con la nostra azione e il nostro concreto esempio di lavoro e di vita che le culture si possono intrecciare e contaminare, e che le persone, rom italiani o stranieri che siano, possono convivere insieme pacificamente e superare pregiudizi e discriminazioni».
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