Morto senza soccorsi a Castellammare, i vicini accusano: «Niente citofoni? Portone sempre aperto»

Castellammare, la procura acquisisce le chiamate al 118: l’uomo aveva fornito anche il numero della sua fidanzata

Sergio Aiello
Sergio Aiello
di Fiorangela d’Amora
Venerdì 24 Febbraio 2023, 23:59 - Ultimo agg. 25 Febbraio, 16:49
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Più telefonate, due numeri, e i dialoghi tra la centrale e il personale a bordo dell’ambulanza. Dietro la morte di Sergio Aiello ci sono ancora molti aspetti da chiarire e nelle prossime ore potrebbero arrivare i primi indagati.

Al momento l’inchiesta della Procura di Torre Annunziata (procuratore Nunzio Fragliasso, sostituto Marianna Ricci) è aperta contro ignoti e le indagini sono affidate al commissariato di polizia di Castellammare di Stabia agli ordini del primo dirigente Amalia Sorrentino. Tutto si concentra in pochi minuti, attimi ed errori che forse potrebbero essere costati la vita all’uomo di 51 anni, morto all’alba di giovedì nella sua abitazione in via Rispoli a Castellammare.

Aiello è solo quando comincia a sentirsi male: la prima telefonata la fa al 118, ma non sarà l’unica. La Procura di Torre Annunziata ha acquisito le telefonate arrivate in centrale, sia quelle dell’uomo che quelle intercorse tra i sanitari.

Aiello che chiama mentre è ancora cosciente, lamenta affanno e dice di avere la febbre. Fornisce l’indirizzo di casa ma l’ambulanza quando arriva in Via Rispoli si ferma davanti a un altro palazzo: solo al secondo passaggio il mezzo di soccorso si ferma nel punto esatto. Anche sotto al portone giusto però, i paramedici non vedono nessuno, dicono di non sapere dove salire, non ci sono i citofoni all’esterno, e così cominciano a telefonare all’uomo e a chiamarlo a viva voce dal vicolo.

Restano in attesa in strada ma non accade nulla e lo comunicano alla centrale. Eppure dagli atti acquisiti dalla Procura risulta che il 118 aveva anche un altro numero di telefono da poter chiamare: quello della compagna di Aiello, avvertita dall’uomo del suo malore. La donna allarmata aveva avvisato una delle sorelle di Sergio in possesso delle chiavi di casa: questa subito si era diretta verso l’abitazione. Come in un incastro non riuscito di attimi, mentre l’ambulanza lascia via Rispoli, la donna arriva al civico 48.  Trova la porta aperta, ma non ci sono i soccorritori, solo il fratello in bagno con il capo chino. Un’altra telefonata, un altro intervento, stavolta i sanitari trovano l’appartamento ma l’uomo già senza vita. 

Le indagini dovranno chiarire se la morte possa essere legata al mancato soccorso o se si è trattato di un malore fulminante. Aspetti che solo dopo l’autopsia saranno chiari, sia per la famiglia che pretende di vederci chiaro, sia per i magistrati che sono pronti ad emettere gli avvisi di garanzia. Il tempo è il fattore primario di questa tragica morte, ma c’è un altro filone su cui si stanno concentrando le indagini e cioè le indicazioni che l’uomo ancora in vita fa all’operatore del pronto intervento. Secondo una prima ricostruzione Aiello avrebbe detto al telefono che viveva solo e che avrebbe lasciato la porta aperta proprio perchè non c’erano altre persone in casa. L’ostacolo insormontabile secondo il personale del 118 si è rivelato il portone del palazzo, che «era chiuso e privo di citofoni all’esterno».

Ma chi conosce Aiello sa che era una persona precisa e così come avrebbe detto di essere solo in casa, avrebbe chiarito persino come raggiungere il suo ballatoio. Il 51enne era certo che i paramedici potessero entrare nel palazzo, perchè, come raccontano i residenti, «se è vero che non ci sono citofoni sulla strada è anche vero che il nostro portone è sempre aperto».

Tifoso del Napoli, separato e papà di un ragazzo, componente di una famiglia numerosa, Sergio Aiello è ricordato in queste ore da decine di persone. In attesa di potergli rendere l’ultimo saluto, in tanti continuano a lasciare messaggi di affetto sul suo profilo social. 
 

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