Berlusconi: «Nuovo partito, il leader non sarò io»

Berlusconi: «Nuovo partito, il leader non sarò io»
di ​Gerardo Ausiello
Venerdì 22 Maggio 2015, 10:05 - Ultimo agg. 12:28
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Berlusconi torna oggi in Campania per difendere la sua roccaforte. Lo fa dopo quattro anni dall’ultimo comizio, con l’allora candidato sindaco Gianni Lettieri in piazza del Plebiscito a Napoli. All’epoca esisteva ancora il (defunto) Pdl e l’ex Cavaliere era pure presidente del Consiglio in carica.



Distanze siderali. Proprio mentre Berlusconi terrà una conferenza stampa in un hotel sul lungomare di Napoli con il governatore Stefano Caldoro, il premier Matteo Renzi sbarcherà a Salerno per sostenere il candidato governatore del Pd, Vincenzo De Luca. Niente patto del Nazareno in salsa campana, insomma. Sì perché, anche se a distanza, la sfida tra i due ex alleati ci sarà. Una battaglia cruciale, forse l’ultima per Forza Italia, che Berlusconi si prepara a dismettere ad appena due anni dalla sua resurrezione. Cosa verrà dopo? «Un movimento che abbraccerà tutti i moderati italiani - spiega l’ex capo del governo a Canale 21 - che non si chiamerà partito dei Repubblicani. Non sarà guidato da me, ma da un mio erede. Chi sarà questo erede politico? Ci sono due o tre persone che potrebbero prendere il mio posto di leader del movimento...».



Di sicuro però, avverte mandando un messaggio al «ribelle» Raffaele Fitto, «non ci saranno primarie all’interno di Forza Italia perché la storia insegna che i grandi leader come De Gasperi, Craxi e Berlusconi non sono mai passati per le primarie». Sull’esito del duello in Campania, dove ha voluto fortemente in campo come capolista di Fi l’eurodeputata Alessandra Mussolini, l’ex Cavaliere non ha dubbi: «Ho puntato e punto ancora in modo convinto su Caldoro e sono certo che vincerà le elezioni in Campania perché è una persona capace, un moderato, che ha lavorato bene in questi cinque anni e ha dovuto rimettere in piedi una Regione in deficit.



Ha risollevato tutto, a cominciare dalla sanità, e per questo sono convinto che i campani lo premieranno il prossimo 31 maggio, mentre dove governa la sinistra abbiamo esempi di servizi che non funzionano, di sicurezza inesistente e ordine pubblico scarso». Poi lancia bordate contro De Luca: «Non lo conosco. Ho letto quello che ha avuto coraggio di dire Enrico Letta su di lui e credo possa essere un giudizio condivisibile».



Berlusconi, che domenica sarà per la prima volta ospite di Fabio Fazio a «Che tempo che fa», parla anche del suo futuro e non si tira del tutto fuori dalla bagarre politica: «Anche da bordo campo - sottolinea - sento la responsabilità e il dovere di occuparmi ancora di quello che succede. La sinistra ha preso tutte le poltrone e anche gli strapuntini. Ho il dovere di mettere a disposizione del Paese che amo le mie esperienze di uomo di Stato e di imprenditore».



Anche perché, spiega al Tg5, «c’è un dato di fatto: io sono stato messo fuori non con i mezzi della democrazia e cioè le libere elezioni, ma con l’uso politico della giustizia a seguito di una sentenza incredibile che sarà presto cambiata dalla Corte dei diritti dell’uomo e a seguito di un’incredibile applicazione in modo retroattivo della legge Severino che mi ha reso incandidabile per sei anni».



Non mancano le bordate a Renzi, in primis sulle pensioni: «Lo Stato vuole che i suoi cittadini paghino le tasse, ma deve comportarsi con rispetto nei confronti dei pensionati pagando tutto quanto è dovuto, non dando solo una parte che ha voluto chiamare bonus - chiarisce Berlusconi - È una mancanza di rispetto per i pensionati a cui dico che devono andare a votare se vogliono riavere tutto quello che a loro era ed è dovuto».



E nella comunicazione, dice, «il premier è bravissimo, ma lui è un politico di professione, mentre io vengo dal mondo delle imprese e penso di avere più capacità di lui a parlare, oltre che al cervello, anche al cuore della gente».