Nell'era post-Giuliano, il ventre molle di Napoli è feudo di due clan contrapposti e la camorra lì, tra Forcella e la Maddalena, i Tribunali e la Duchesca, sembra aver solo cambiato nomi e fisionomia di chi la guida. Per il resto nulla cambia: entra indisturbata ovunque e agisce come vuole. E' l'ex boss Maurizio Ferraiuolo a svelare tutti i segreti dei clan del centro storico.
Il covo all'Ascalesi e i summit nella sala morturaria. «Ho avuto sempre appoggio nell'ospedale Ascalesi» ammette Ferraiuolo da collaboratore di giustizia, parlando di stanze dove sostare per sfuggire a forze dell'ordine o killer di clan rivali e di nascondigli dove tenere armi o droga. «Retribuivo un custode con 50/100 euro al giorno» svela a proposito dei “ganci” all'interno della struttura ospedaliera estranea e all'oscuro dei fatti di cui parla il pentito.
Il servizio taxi a disposizione dei boss. «Ha una serie di taxi che utilizza per favorire persone appartenenti a vari clan, sia trasportando armi o droga sia persone per appuntamenti “delicati” con gente di altri clan» dice il pentito sfogliando l'album delle foto segnaletiche in possesso degli inquirenti.
Faida rinviata per il Natale in famiglia. Familiari e affiliati premevano per dichiarare guerra ai Mazzarella ma lui, Ferraiuolo, decise di rinviare tutto a dopo l'Epifania: «Erano le prime festività che trascorrevo a casa dopo un decennio e più, volevo stare in famiglia». La faida esplose il 7 gennaio 2011 con un raid in cui rimase ferito per errore un passante vittima innocente, il tutto ripreso dalle telecamere nei pressi di piazza Mancini.