La nave Vespucci nel golfo di Napoli
l'omaggio degli operai Fincantieri

La nave Vespucci nel golfo di Napoli l'omaggio degli operai Fincantieri
di Maria Elefante
Martedì 28 Giugno 2016, 20:54 - Ultimo agg. 29 Giugno, 00:27
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Una signora di 85 anni che indossa l'elegante abito bianco e nero insieme ai suoi gioielli, ovvero le cime e le vele che da sempre vengono prodotte nella città che gli ha dato i natali. E Castellammare la guarda da lontano l'Amerigo Vespucci. La nave scuola è tornata in mare dopo un restauro durato quasi tre anni nei cantieri di La Spezia e resterà a Napoli fino al 2 luglio.
 

«Non chi comincia ma quel che persevera» il motto della nave Vespucci è inciso su una targa in mogano sul ponte principale. Sotto gli occhi attenti degli allievi che sanno bene quanto è dura la vita a bordo della nave scuola. Tania Palazzi ha 22 anni e come tutti i suoi colleghi è orgogliosa di far parte di quella “famiglia”. È un volontario in ferma per quattro anni del 21esimo corso e a bordo della Vespucci ha imparato soprattutto la disciplina e il rispetto. «Sono appena scesa dalla barra per il Saluto alla Voce che faremo il 2 luglio tra Napoli e Livorno - ha spiegato ancora con il fiatone - è sempre un momento molto emozionante, certo lavorare a bordo di questa nave non è una passeggiata, appena imbarcati abbiamo aiutato l'equipaggio a sistemare il Vespucci che veniva da due anni di restauro, abbiamo lucidato gli ottoni di giorno e fratazzato la notte. Al di là della fatica sono esperienze uniche che capitano una sola volta nella vita».
 
 

Lo sa bene il Capitano di Vascello Curzio Pacifici che si dice onorato ed orgoglioso di essere al comando della Regina del mare. È lui che impartisce gli ordini perfetti ai 270 membri dell'equipaggio. «Chi sale a bordo del Vespucci ha una forte passione per il mare - spiega il comandante - questa nave ha un grande prestigio è una eccellenza italiana che mantiene intatta tutta la sua bellezza, anche grazie alle maestranze che l'hanno costruita si è potuto eseguire un ottimo restauro». I 20.000 metri di cavi e cime che collegano la vela della nave ai tre principali alberi trinchetto, maestro e mezzana sono tutti ancora prodotti nello stabilimento della Maricorderia di Castellammare di Stabia, a pochi passi dallo scalo a mare da cui è stata varata l'Amerigo Vespucci nel febbraio 1931.
 

E alla banchina numero cinque del molo Beverello giungeranno proprio gli operai dello stabilimento Fincantieri. «La nostra nave è qui, veniamo a renderle omaggio». Giovanni Maresca è un operaio in pensione da qualche anno ma non ha mai smesso di commuoversi di fronte alle navi che sono nate nello stabilimento di Castellammare. Ma nell'impianto Fincantieri di Castellammare non è mai andata via la cassa integrazione. Dalle duemila unità (indotto compreso) oggi si contano a malapena 700 operai. Di questi 570 sono diretti e circa un centinaio sono in cassa integrazione. Attualmente in costruzione sullo scalo, uno degli ultimi rimasti al mondo per varare la nave, c'è un troncone per una grande nave da crociera. Ma il target che potrebbe essere destinato al cantiere stabiese è quello di navi medie.

Ma la battaglia per il bacino non si è mai conclusa.
Secondo i sindacati l'ammodernamento del cantiere è necessario è una via d'uscita potrebbe essere rappresentata dal bacino galleggiante. Un'infrastruttura che dovrebbe essere finanziata sia dalla Regione che dall'azienda.

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