Incendi in Campania, Legambiente:
«Non abbassare la guardia»

Incendi in Campania, Legambiente: «Non abbassare la guardia»
Venerdì 28 Luglio 2017, 17:05 - Ultimo agg. 17:10
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In Campania tra maggio e luglio sono andati in fumo 13.037 ettari di superfici boschive, quattro volte la superficie bruciata in tutto il 2016. Sono gli ultimi dati aggiornati al 26 luglio elaborati da Legambiente e raccolti dalla Commissione europea nell'ambito del progetto Copernico per monitorare e mappare uno dei fenomeni più devastanti in Italia e nel resto d'Europa. La provincia più colpita risulta quella di Salerno con 6.007 ettari distrutti dal fuoco pari al 46% della superficie totale regionale bruciata; segue la Provincia di Napoli con 3.143 ettari bruciati, dove si registra il disastro ambientale più grave del Vesuvio e la Provincia di Caserta con 3.064. Numeri drammatici - commenta Legambiente - con inestimabili danni agli ecosistemi colpiti ed effetti sulla già precaria tenuta idrogeologica del territorio e sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici. A cui si aggiunge un danno economico enorme se ogni ettaro di bosco distrutto dal fuoco, costa alla collettività circa 20mila euro tra attività di spegnimento e rinverdimento, smaltimento dei residui e legna perduta nell'incendio. Nel dettaglio - denuncia Legambiente - nel mese di luglio abbiamo assistito a tre giorni di fuoco: dal 11 al 13 luglio in tutte le province nessuna esclusa, le fiamme sviluppatesi quasi in contemporanea hanno distrutto 4.828 ettari, in 72 ore bruciata, il 37% della superficie totale in questi ultimi tre mesi. «Se è vero che le temperature torride e la scarsa manutenzione dei boschi rappresentano un mix esplosivo per l'innesco- commenta Michele Buonomo, presidente regionale Legambiente- la Campania, però, salvo eccezioni, brucia per colpa della mano criminale dell'uomo, piromane o no, per il perseguimento di interessi economici.
Appalti per manutenzione e rimboschimenti, assunzioni clientelari del personale forestale (addetto agli spegnimenti e alla manutenzione), guardianie imposte, estensione delle superfici destinati al pascolo, e ancora per ritorsione nei confronti di chiunque gli sbarra la strada o come mero strumento di ricatto politico. Mani - prosegue Buonomo- agevolate dai ritardi nella pianificazione territoriale che sono sotto gli occhi di tutti così come i gravi ritardi da parte della Regione Campania nell'approvazione delle misure di prevenzione e contrasto. Ora - conclude Buonomo - non bisogna abbassare la guardia, proseguire e intensificare avvistamento a terra in esordio, primo antidoto alle fiamme e parallelamente vigilare sull'attività di bonifica e assicurare efficaci attività di previsione, allerta e allontanamento laddove sussistano condizioni di rischio. Le tragedie del passato, da Sarno a Nocera, dimostrano che dopo gli incendi arriva il fango».
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