La spesa complessiva per l'anno scolastico 2017/2018 vede la Municipalità 5 (Vomero-Arenella) con il più alto contributo che si aggira sui 2 milioni 348mila euro, seguita dalla Municipalità 6 con 2 milioni 238mila e dalla Municipalità 2 con 2 milioni 120mila.
Più staccate la Municipalità 8 con 1 milione 645mila euro, la Municipalità 3 con 1 milione 573mila, le Municipalità 4 e 10 con 1 milione 492mila, e ancora Municipalità 9 con 1 milione 351mila, Municipalità 7 con 1 milione 195mila e infine Municipalità 1 con appena 913mila euro. Finora sul sito nel Comune di Napoli non è stato pubblicato nessun dato relativo all'andamento della gara e, proprio come denuncia Cisl Fp, il rischio che possa partire con ritardi di settimane è molto alto. Intanto, proprio in questi giorni Save the Children pubblica i dati sulla refezione scolastica nel rapporto «(Non) Tutti a Mensa 2017» da cui emerge che a Napoli il 63,5 per cento degli alunni (in Campania si tocca il 65 per cento) non usufruiscono della refezione scolastica. Un dato allarmante che corre parallelamente alla più elevata percentuale di classi senza tempo pieno (Campania 86 per cento) e strettamente connesso ai maggiori tassi di dispersione scolastica d'Italia, dove noi siamo secondi con il 18,1 per cento, preceduti solo dalla Sicilia con il 23,5 per cento. I dati, quindi, confermano che l'offerta del servizio di refezione e del tempo pieno ha un valore essenziale in azioni come il contrasto all'abbandono scolastico. Tra le città che applicano dei criteri piugenerosi per la riduzione tariffaria Napoli è seconda, poiché riduce le tariffe per nuclei familiari con Isee inferiore a 25.750, offrendo una riduzione del 30 per cento per i secondi e successivi, e per gli alunni stranieri appartenenti a nuclei familiari in disagio che non possono produrre l'Isee. mg.cap.