Il mercatino serale di rifiuti nell'anfiteatro. Il canestro strappato e rubato dagli incivili. Il campo di calcetto inutilizzabile, con la rete metallica massacrata. Giostre distrutte. Erbacce incolte e ingiallite. Clochard che orinano in pieno giorno sotto il naso dei (pochi) turisti. Pali asportati. Scritte maleducate ma orribili a deturpare le mura nuove. La paura dei residenti, gli schiamazzi e un'integrazione che non si è mai consolidata in nessun melting-pot tra napoletani, migranti che abitano le vicine traverse del Vasto e viaggiatori che si riaffacciano in città dopo un anno e mezzo di pandemia. In piazza Garibaldi, restituita alla città nel novembre 2019 dopo lunghissimi lavori, il possibile e il reale hanno preso strade nettamente separate. Quello che poteva essere non è stato. E i fatti parlano del fallimento del progetto di «tutela collettiva» invocato e promesso dal Comune a ridosso della consegna della piazza. Nessun controllo di responsabilità dal basso, in zona stazione, ma un degrado che avanza e peggiora in un'area edificata da poco, ma che già non è più nuova.
Invecchia in fretta, piazza Garibaldi.
«La situazione peggiora - spiega Adelaide Dario, presidente del Comitato residenti del Vasto - Era pronosticabile che sarebbe stato difficile dare dignità alla piazza se nelle traverse adiacenti imperversavano difficoltà e disagi. Nessuno è intervenuto per risolvere il problema. Il mercato dei rifiuti e della contraffazione potevano essere quantomeno affrontati. Servono presidi fissi di polizia in piazza e sequestri del materiale illecito. I ristoratori soffrono per il degrado. Migliorare la vivibilità della zona migliorerebbe anche la vita degli immigrati che rispettano le regole. Le nostre proteste non hanno nulla a che vedere con la xenofobia, ma sono rivolte contro i giri illeciti e i bivacchi a tutte le ore». Non mancano le «truffe delle sigarette» - rivelano in zona - a opera di napoletani. Il melting-pot c'è, ma è quello dell'illegalità. «Dal lato dell'ingresso principale della metro va un po' meglio, ma qui va malissimo. I b&b, giustamente, si lamentano del degrado», osserva l'edicolante Gennaro Sportiello. Eppure, dal lato metro, le macchine per i ticket sono un miraggio e la fila dei turisti al botteghino è puntuale come l'affollamento in banchina. Intorno alle 21 va in scena il suk dei rifiuti nell'anfiteatro. «A scattare alcune foto del degradante evento e a inviarcele è stato un turista - prosegue la Dario - E questo non fa crescere l'appeal di Napoli agli occhi dei vacanzieri nel post-Covid». A ridosso dei gradoni (sopra o sotto), ma anche nelle aiuole del verde agonizzante della piazza, si sceglie il proprio indumento povero, pescato dai cassonetti. La miseria esige sempre rispetto, ma è amaro che il degrado più intenso si annidi proprio nella piccola e costosa arena, gioiello del restyling, che doveva portare eventi e cultura in zona stazione.