Napoli in fila per salvare Alex, la commozione di mamma Cristina

Napoli in fila per salvare Alex, la commozione di mamma Cristina
di Paolo Barbuto
Domenica 28 Ottobre 2018, 09:00 - Ultimo agg. 17:56
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Il cellulare vibra dieci secondi dopo che il video ha raggiunto la sua destinazione a Londra. Mamma Cristina l'ha visto e ha immediatamente risposto inviando un gigantesco cuore rosso che batte. Il resto è uno squillo al cellulare dell'amica e tante parole di emozione nei confronti della città. Parole che abbiamo promesso di non raccontare, perché «non vogliamo che questo evento si trasformi in un circo mediatico di lacrime da mettere in pubblico», spiega l'amica. Lo diranno mille volte nel corso della giornata anche le zie del piccino che sono in piazza e sudano, si dividono da una parte all'altra per dare una mano e poi si fermano a dare informazioni ma chiedono a voce bassa «per piacere niente interviste. Non è il caso, non vogliamo, non ci serve che un nome o l'altro finisca sul giornale o in televisione, noi desideriamo solo che la gara di solidarietà prosegua e si concluda con un miracolo per il piccolo Alessandro».
 
La donna che ha mandato il video a Londra per mostrare la forza dell'abbraccio di Napoli si chiama Iris, si presenta solo come amica senza nessun altro dettaglio, nemmeno il cognome. È Iris Savastano, consigliera municipale di Chiaia che s'è messa in gioco per tenere in piedi l'organizzazione: «No, per piacere, niente ruoli, niente politica ché questa vicenda è altro. Qui ci sono in gioco affetto e amore, roba prescinde il colore politico», e si chiude qui perché non c'è tempo da dedicare alle spiegazioni, bisogna dare una mano alla piazza che è un fermento continuo dalle nove del mattino alle nove della sera. E si chiude anche un accordo con la stampa: «Per piacere non portate a conoscenza della gente nessun dettaglio delle telefonate personali alle quali avete assistito oppure assisterete. Ovviamente nessuno può impedirvi di farlo, questo è solo un appello alla sensibilità di ognuno: sarebbe facile rimestare nel dolore sotteso a questa vicenda. A tutti noi coinvolti in questa battaglia, invece interessa solo che si arrivi al successo. Desideriamo che Alessandro possa salvarsi, che il maggior numero di persone accolga il nostro appello. Aiutateci in questa missione e vi saremo profondamente grati».

È soprattutto zia Francesca che si mette in gioco per la riuscita della giornata. Per dodici ore consecutive mantiene concentrazione e una forza inesauribile nel tentativo di affrontare e risolvere ogni questione. Parla con la gente che s'affolla per poter donare il midollo, si confronta con i volontari dell'Admo per condividere modalità operative, s'attacca al telefono quando esplode l'allarme per la mancanza di tamponi salivari che potrebbe mandare a monte la giornata napoletana di raccolta di campioni.

Ogni tanto scompare, torna con una scatola di tamponi: «Questi vanno bene?», i medici scuotono il capo ma lei non s'arrende, inizia a cercarne altri.

La lotta per salvare Alessandro non ammette stanchezza.

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