Morì mentre giocava a Portici ma la sua malattia ha salvato il fratello

Morì mentre giocava a Portici ma la sua malattia ha salvato il fratello
di Paola Russo
Mercoledì 26 Giugno 2019, 07:30 - Ultimo agg. 08:09
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Acquistare defibrillatori e collocarne sempre di più in giro. Una vera e propria missione, quella che i genitori di Andrea Pappalardo, con l'associazione «Il Cuore di Andrea», portano avanti dal 2018 con molteplici iniziative e finalità. Intento che ha spinto l'artista porticese Alberico Lombardi a organizzare uno spettacolo a Villa Savonarola in programma domani sera, che contribuirà alla raccolta fondi con la partecipazione del nefrologo Giacomo Lus e del cardiologo Vincenzo Scala.

Proprio un defibrillatore avrebbe potuto cambiare il destino di Andrea, scomparso tragicamente a 27 anni durante una partita di calcio a Roma, città dove risiedeva con la sua famiglia. Un problema al cuore, o meglio, una misteriosa patologia di cui mai nessuno si era accorto in precedenza. Una storia che ha dell'incredibile, dove un evento tanto drammatico ha in realtà qualche mese dopo salvato la vita al fratello più piccolo di Andrea, Lino.
 
A raccontare quei momenti è la porticese Marialucia Formicola, madre di Andrea e dei suoi tre fratelli. «Ricordo ancora quel giorno, era il 31 marzo 2017. Andrea mi salutò e disse che andava a giocare a calcio. Era un ragazzo sano, forte e prudente. Poco dopo mi arriva una telefonata, Andrea era morto». Il 27enne era stato soccorso a bordo campo, ma in assenza di un defibrillatore non si riuscì a salvarlo né a capire i motivi di quel misterioso malore.

Il destino torna ad accanirsi sulla famiglia di Andrea qualche mese dopo. «Era maggio quando l'altro mio figlio Lino, di 16 anni, è stato male. Fu ricoverato all'ospedale San Camillo di Roma. In quella circostanza prosegue Marialucia i medici ci chiesero se c'erano stati precedenti e proprio raccontandogli di Andrea, dopo giorni di ricovero, fu possibile rintracciare un dettaglio che ha fatto luce su quanto accaduto». In uno degli esami condotti su entrambi i fratelli, i medici hanno rilevato il «QT corto». Una cardiopatia che, come purtroppo avvenuto per Andrea, se non riconosciuta in tempo può comportare la morte improvvisa. «Ricordo che mio figlio Lino mi disse una frase che non dimenticherò mai: Andrea mi ha salvato la vita!». Una diagnosi che permise finalmente a Lino, oggi maggiorenne, di lasciare l'ospedale, con un piccolo defibrillatore interno che ne segnalerà in tempo eventuali irregolarità.

Da quel momento per Marialucia inizia un nuovo e importante percorso, partendo dalla Fondazione Maugeri di Pavia, dove gli esami condotti sull'intera famiglia contribuiranno alla ricerca. Quella di Andrea è una sindrome ancora non riconosciuta come malattia rara, di conseguenza con una insufficiente casistica non è possibile nemmeno una adeguata prevenzione. «Uno dei miei obiettivi chiarisce Marialucia è stato quello di istituire una borsa di studio per un bioingegnere scelto attraverso un bando dai medici della fondazione Maugeri, affinché potesse dedicarsi allo studio specifico della sindrome del QT corto». Marialucia ha poi sentito di dover trasformare quella sofferenza in un qualcosa di diverso, decidendo di istituire un'associazione che porta il nome di suo figlio, «Il Cuore di Andrea». E in effetti, prima ancora di dare alla luce quel progetto per una serie di difficoltà burocratiche, arrivano già i primi finanziamenti. Fondi derivati dalla vendita di un volume nel quale sono stati raccolti scritti di Andrea. Grazie poi al supporto dell'associazione «La Stella di Lorenzo», nel luglio del 2018 l'associazione dedicata ad Andrea Pappalardo riesce finalmente a essere ufficializzata.
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